lunedì 13 aprile 2015

Corriere 13.4.15
Dentro la roccaforte dei «ribelli»: resistiamo, questa è casa nostra
Nel circolo occupato di Ercolano: perché su De Luca non sono intervenuti?
di Fulvio Bufi


ERCOLANO La grande foto di Enrico Berlinguer attaccata alla parete al piano terra racconta che un tempo qui dentro si è vissuta una storia comunista. Antonio Liberti, segretario del circolo del Pd di Ercolano e pretendente alla candidatura a sindaco, ne è orgoglioso: «Sa perché questa non è una occupazione, come invece si sta dicendo da due giorni? Perché qui è casa nostra. Mio nonno mise mano ai soldi che aveva da parte, per contribuire all’acquisto di questi locali, e molte delle persone presenti potrebbero raccontare una storia analoga. Stiamo facendo un presidio, una rivendicazione politica. Ma non una occupazione perché nessuno può essere accusato di occupare la propria casa».
Equilibrismi lessicali a parte, a Ercolano sta comunque accadendo qualcosa di inedito: i militanti locali che si ribellano al segretario nazionale. Che si chiudono nella sede del partito come a volerlo difendere da intromissioni romane, e aprono un fronte di resistenza. Liberti dice proprio così: «Io sono per l’unità, la mediazione, la pacificazione, ma anche per la resistenza se la motivazione è giusta, e in questo caso lo è».
La motivazione è la scelta del candidato sindaco per le prossime Amministrative, che poi vuol dire la scelta del sindaco, perché a Ercolano il centrosinistra non ha rivali. Ieri si sarebbero dovute svolgere le primarie, con tre pretendenti all’incarico: l’attuale sindaco Vincenzo Strazzullo, il suo vice Antonio Cozzolino e il consigliere comunale Ciro Buonajuto. Però a metà della scorsa settimana Strazzullo e Cozzolino hanno ricevuto un avviso di proroga di indagini a loro carico per una storia di appalti sui quali la Procura di Napoli intravede illeciti. Inevitabile, quindi, che facessero marcia indietro e si ritirassero. Sarebbe rimasto in gioco soltanto Buonajuto, se una rapidissima raccolta di firme tra gli iscritti non avesse indicato a larga maggioranza (l’adesione sarebbe dell’87 per cento) Antonio Liberti come scelta unitaria, in virtù della carica che ricopre. Ma immediatamente il segretario regionale Assunta Tartaglione ha fatto sapere che il candidato è Buonajuto. E la decisione non è sua ma di Luca Lotti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Quindi di Renzi.
I conti tornano, perché Buonajuto è il più renziano di tutti, a Ercolano. E poi il vertice nazionale non aspettava altro che prendere le distanze non solo a parole ma con un atto concreto da quelle situazioni imbarazzanti cominciate con la massiccia campagna di tesseramento che non disdegnava adesioni di gente legata alla camorra e finite con l’inchiesta su sindaco e vicesindaco.
E forse Buonajuto rappresenta davvero una specie di commissariamento soft, come si sono ripetuti i militanti che hanno deciso di occupare il circolo. Lui, Buonajuto, respinge accuse e sospetti e rifiuta di essere considerato un candidato calato dall’alto. «C’è un documento degli alleati (Idv, Udc, Centro democratico, socialisti, verdi e Sel, ndr ) che mi vuole candidato, quindi voglio e devo andare avanti», fa sapere prima di presentarsi, intorno alle sette di sera, in sede, dove resta a parlare a lungo, e in disparte, proprio con Liberti.
A quell’ora ci saranno almeno una quarantina di persone all’interno del circolo o sedute sulle sedie bianche di plastica che stanno in fila sul marciapiede e si allungano fino ai locali accanto, una sala scommesse e un bar. Fino a due ore prima non c’era quasi nessuno, perché ok l’occupazione, ma pure Napoli-Fiorentina è importante e qui non c’è la parabola. E pure quando arriva Buonajuto, l’atmosfera che trova non è da fortino, e l’argomento principale delle discussioni restano i gol di Mertens, Hamsik e Callejon. Perché, spiega Liberti, «qui non siamo guerriglieri, e questo Renzi dovrebbe saperlo. Come dovrebbe sapere che le denunce sui tesseramenti sospetti le ho fatte io, quindi non siamo nemmeno imbarazzanti. Invece su una candidatura come quella di Vincenzo De Luca, che è addirittura condannato, non si è fatto nulla nonostante tante sollecitazioni, qui invece subito sono intervenuti. Ora io non so come ne usciremo, né per quanto reggeremo, ma so che questo è il momento di resistere. Per noi e per tutti quei segretari locali che ci stanno dando solidarietà e invitando a non mollare per impedire che si crei un precedente pericoloso».