sabato 30 ottobre 2010

l’Unità 30.10.10
Alternativa «per la democrazia costituzionale e un progetto economico e sociale nuovo»
«Premier al tramonto» Pd, campagna d’autunno
Il 6 novembre l’assemblea nazionale dei circoli Pd lancerà la mobilitazione che impegnerà parlamentari, iscritti e elettori delle primarie «La crisi politica e quella sociale si stanno avvitando e escludono i cittadini».
di Jolanda Bufalini


Un berlusconismo al tramonto ma che può essere aggressivo e pericolosoUna crisi politica e sociale che produce anche rabbia e disaffezione, sfiducia nella politica e nella sua capacità di affrontare i problemi che attanagliano la vita delle persone normali, dei cittadiniPier Luigi Bersani, nella lettera con cui si rivolge ai democratici, segnala i rischi del tempo e dell’avvitamento in cui Berlusconi ha fatto precipitare la vita pubblicaPresentare in Parlamento una mozione di sfiducia sarebbe un boomerang, poiché si rischierebbe di non avere i numeri per mandare a casa il premier ma stare fermi non si deveBersani ripete lo slogan che campeggia nei manifesti del Pd: «la pazienza è finita»E lancia la campagna d’autunno con il viatico che gli viene anche da Romano Prodi: il segretario del Pd ha i numeri per essere il candidato dell’alternativaProdi apprezza, anche, «la disciplina in più» che nota nella vita del partito, «quando non c’è disciplina non hai forza, lo dico per esperienza diretta».
Il partito democratico, spiega Bersani, «ha critiche chiare e forti da fare alla destra»Vuole parlare al paese dei problemi che lo travagliano e dei rischi che corre «l’assetto costituzionale» ma, soprattutto vuole ascoltarePerché «i problemi reali dei cittadini non trovano voce».
Le anticipazioni del libro di Bruno Vespa danno, intanto, alimentano la discussione del PdIl segretario aveva risposto, nel libro, alla domanda se si possa creare un gruppo unico fra Pd, Idv e Sel, senza chiudere«Verificheremo», indicando la via «non di un patto occasionale ma di un percorso strutturale»Idea che non piace a Marco Follini«Una follia che snaturerebbe il Pd», dice Follini mentre per Beppe Fioroni «è ora di finirla con l’angoscia di perdere voti a sinistra»Da Parma il segretario risponde: «È una questione seria, non voglio fare l’Unione ma, una volta che c’è un patto di governo, non voglio un liberi tutti».
Bersani rivendica, nella lettera all’elettorato democratico, «l’impegno per un progetto economico e sociale nuovo, una alternativa che rinsaldi la democrazia costituzionale»E chiama quello stesso popolo che si è messo in fila per votare alle primarie ad essere presente nei fine settimana di novembre per ritirare e far circolare il materiale con le proposte del PdNon c’è una data per le elezioni, spiega il responsabile dell’organizzazione Pd Nico Stumpo, è, dunque, il tempo giusto, «per ragionare con i cittadini, metabolizzare e organizzare ciò loro stessi ci dirannoVogliamo raccogliere la volontà di cambiamento che c’è nel paese»Non c’è tempo da perdere nel costruire le risposte ai disagi, alla precarietà, alle piccole imprese che soffrono, allo smantellamento delle politiche sociali, ai problemi delle scuole e delle università.

l’Unità 30.10.10
Confronto e unità
I fuochi fatui tra i democratici
di Vittorio Emiliani


Dalla base del Pd monta una sorta di impotente disperazione per l’incapacità del partito di trovare, ai suoi vertici, nazionali, regionali (per non parlare di Roma), un minimo decente di collante unitario nel momento in cui il Pdl appare più che incrinato, specie in alcune regioni dove sta smottandoSarebbe il momento di provare ad essere uniti, ad approfondire i problemi reali del Paese, a fissare su quelli critiche e consensiFaccio un esempio: il forum organizzato sulla Rai martedì 26 dal Pd e per esso dal coordinatore Carlo Rognoni ha detto, per la prima volta dopo anni, cose nuove, interessanti, calate nella realtà del servizio pubblico in Europa (relazione di Claudio Cappon), insomma non ripetitive né velleitarie o facilmente provocatorie (come la privatizzazione integrale – per disperazione? per irritare Berlusconi? – proposta dai finiani)È stata ridata, dopo anni, la parola alla radio, a RadioRai, con una stimolantissima e ben fondata relazione di Marino SinibaldiLe conclusioni di Rognoni nascevano da gruppi di lavoro di esperti veri, lo si capiva, pur nella sintesi, dalla specificità di alcune proposteDopo anni e anni di chiacchiere a vuoto – lasciatelo dire a chi in Rai ha lavorato a lungo – una serie organica di indicazioni utili per una piattaforma su cui costruireNel momento più drammaticamente basso di Viale Mazzini: un passivo ormai strutturale, un’evasione al canone spaventosa incoraggiata da Berlusconi stesso, un direttore generale vocato al peggio«Un servizio pubblico da rilegittimare», come ha giustamente notato Pier Luigi Bersani.
Così credo che dovrebbe lavorare, su tutti i temi strategici, un partito nato da poco, se vuole accrescere la propria credibilità generaleUn partito che oggi ha una base “calda”, disperata per le continue lacerazioni interne di tipo generazionale (ma non era una pseudo-categoria per Gramsci?), con richieste di rottamazione in nome di un giovanilismo che poi pone questioni «formidabili» quale il cambio del simbolo, un’idea che qualunque esperto di marketing boccerebbe come errore di grammaticaCon personaggi stradatati che insorgono al primo sondaggio con uno zero virgola qualcosa in meno per reclamare il taglio del vertice del Pd, subito, oggi, al massimo domattina prestoE c’è chi insegue il “popolo viola”, chi Di Pietro, chi Vendola e chi i grillini, e subito si alzano gli altri a dire “Ah, con quelli mai, piuttosto ce ne andiamo”Scusate, questa non è politica, non è neppure cattiva politica, è un nulla fatuo crudele e ridicolo al tempo stesso un vuoto riversato nel vuoto tipico di chi non studia, non approfondisce, non discute dei problemi di struttura, ma nuota da tempo in una sorta di emulsione tutta sua, remota dai problemi autentici.

il Fatto 30.10.10
Radicali, rischio rottura col Pd
critiche a Di Pietro e Vedola
di Giampiero Calapà


I Radicali aprono il congresso subito con il botto: “C’è un rischio di rottura con il Pd, perché da parte dei democratici vengono poste in essere pratiche anti-radicali”'Così ha esordito il segretario uscente Mario Staderini (pronto alla ricandidatura), che in realtà sulla questione ha un atteggiamento di prudenza, così come Emma Bonino e Marco Pannella, mentre Marco Cappato vorrebbe arrivare il più velocemente possibile all'uscita dei parlamentari radicali dai gruppi del Pd Per Cappato, infatti, non ci sono più le condizioni: "Non solo abbiamo accettato unilateralmente di subire la violazione degli accordi pre-elettorali: all'Italia dei valori veniva concesso il simbolo perché Di Pietro avrebbe addirittura dovuto sciogliere il suo partito per confluire nel Pd Inoltre è venuto completamente meno quell'impegno alla vocazione maggioritaria che rendeva sensata la cosa" Quella di Cappato non è una contrapposizione che si concretizzerà in una candidatura contro Staderini per realizzare una linea più "radicale" L'unità "del gruppo dirigente è totale" E lo stesso Staderini, durante la relazione, ha elencato "tutte le difficoltà documentate che ledono la nostra dignità di interlocutori politici", rispetto al Partito democratico, accusando: "Il nostro ruolo non viene riconosciuto ed è intollerabile che i partiti di centrosinistra abbiano impedito l'adozione di un provvedimento per alleggerire la condizione di tortura che c'è nelle carceri''.
Un atteggiamento, quello del Pd, che "può essere motivo di rottura con i gruppi parlamentari'', ma "non compete al congresso prendere eventuali decisioni politiche".
EPPURE all'ultima riunione del comitato politico, proprio Cappato aveva parlato di congresso come occasione da non perdere per salutare i gruppi parlamentari del Pd, anche se adesso cerca di stemperare i toni del confronto con il segretario: "I nostri parlamentari sono senza vincolo di mandato, decidono in autonomia Però questa è una sede politica e sono contento che Mario abbia chiesto un dibattito anche su questo problema, riconoscendolo quindi come un problema".
Il centrosinistra stesso, per i Radicali, è un luogo politico superato: "Non esiste più" E dal gruppo dirigente come dai congressisti piovono critiche, aspre e feroci, su Vendola come su Di Pietro" In Vendola c'è una grande capacità – spiega Cappato – di descrivere una visione del mondo, di narrazione come la chiama lui Noi siamo più portati a ragionare per obiettivi concreti Detto questo, stupisce che quando parla di temi come le carceri, la non-violenza, la legalità, non menzioni neppure le battaglie dei Radicali Eppure elenca gli interlocutori, guarda al centro, parla all'Udc Noi siamo disponibili a parlare con tutti, ma lui lo è con noi?".
Poi, c'è il capitolo Di Pietro, e da questo congresso l'ex pm non riceverà grandi attestati di stima, tanto che Cappato lo definisce “interlocutore di comodo del regime radio-televisivo: perché? Non sposta un voto da una coalizione all'altra”I voti dei Radicali, "come spiegano i flussi elettorali – conclude Cappato – rivelano la nostra capacità di intercettare anche l'elettorato di centrodestra, l'Idv invece sceglie la strada dello sputtanamento dell'indulto, senza parlare delle 130 mila prescrizioni che ci sono ogni anno, scegliendo di parlare soltanto di quelle di Berlusconi: il premier è un grande protagonista del marcio della politica italiana, ma le responsabilità sono molto più ampie".

l’Unità 30.10.10
“Pio XII santo? La Chiesa pensi alla pedofilia
«Ci sono cose più urgenti della santificazione di papa Pacelli», dice l’attore americano protagonista di «Sotto il cielo di Roma», domani su Rai1. «Per esempio gli abusi sessuali, su cui la Chiesa è stata deplorevole»
di Francesca Gentile


Posso parlare liberamente? Perchè in questo caso, secondo me, il papa, nei confronti del nazismo, ha agito come ha agito per una ragione ben precisa: il Vaticano aveva interesse a recuperare le terre e le chiese perse sul territorio tedesco».
James Cromwell non le manda a dire quando si tratta di fare un' analisi storica del pontificato di Pio XII, il papa che si accinge ad interpretare sul piccolo schermo nella fiction Sotto il cielo di Roma, in onda su Rai Uno, domenica 31 ottobre e il primo novembre«Nei paesi dove il protestantesimo si radicò, il Vaticano perse moltissimi beni e la Chiesa si allineò con il partito nazional socialista per cercare di recuperare, attraverso un concordato, quanto perso».
Cromwell sarà Papa Pio XII nel progetto della cattolica Lux Vide di Ettore Bernabei, teso a sponsorizzare la causa di beatificazione di papa Pacelli«Sono comunque innegabili i tanti sforzi fatti da parte della Chiesa cattolica per salvare gli ebrei– prosegue l'attore americano che è stato George Bush sr in Wdi Oliver Stone e il Principe Filippo in The Queen La Regina, valso il premio Oscar a Helen Mirren – Ci sono sempre due parti da ascoltare quando si tratta di fare un'analisi storica, e bisogna tenere in considerazione quali sono gli obiettivi delle istituzioni nazionali e quanto invece riguarda la sfera della coscienza morale degli individuiProbabilmente papa Pacelli ha sottomesso la propria coscienza agli obiettivi superiori delle istituzioni».
Un comportamento da politico più che da santoChe ne pensa della causa di beatificazione? «Questa è una questione che riguarda la Chiesa cattolica ed i fedeliPosso comprendere che per i cattolici la beatificazione sia un qualcosa di molto importante, ma per me, non cattolico, individuo che ha un credo spirituale proprio e personale, il concetto di beatificazione è un po’ un mistero, qualcosa che non comprendo benissimo».
Insomma, secondo lei, la chiesa sulla terra è composta da uomini, non da santi..«E in quanto uomini, capaci di fallire e sbagliareCi sono problemi molto più importanti della santificazione di papa Pacelli che la Chiesa dovrebbe affrontare».
Mi faccia un esempio.
«Dovrebbe prima di tutto riconoscere le proprie responsabilità in merito agli abusi compiuti sui bambini, per esempioQuella questione è stata gestita in maniera assolutamente deplorevole».
Sarebbe diverso, secondo lei, protestante, se i preti cattolici potessero sposarsi? «Ritengo che la base sulla quale si esclude la presenza delle donne dalla vita ecclesiastica e dalla vita dei preti sia assolutamente assurda, dannosa e controproducenteLe donne sono coloro che trasmettono e danno vita alle comunità, portano in grembo le nuove viteCome diavolo è possibile che vengano escluse dalla vita ecclesiastica? È qualcosa che assolutamente non comprendo, è inaccettabile e mi fa arrabbiare, tanto quanto il mancato sostegno al clero indigeno in Africa e Sudamerica, a quella gente che lavora con le popolazioni, con i poveri, spesso in contrasto con i governi locali ai quali la Chiesa si è allineata per mantenere la propria presenza e il proprio potere nel Paese».
La Chiesa non ha speso molte parole neppure nei confronti delle guerre intraprese dagli Stati Uniti, in Afghanistan e Iraq.
«Queste guerre sono immorali e fondamentalmente sbagliateSì, anche in questo caso avrei voluto che la Chiesa avesse preso posizione in merito e invece è rimasta passiva, esattamente come in passato aveva fatto con Hitler».
Corsi e ricorsi storici, dunque.
«Esatto, perché gli uomini non hanno imparato la lezione e forse perché non è mai stata detta la verità sulla storia, se fosse la verità non si chiamerebbe “history “,.. “his story”...ovvero la storia di uno, del vincitore».
Chi sono i responsabili di questa storia a senso unico? «Sicuramente le persone al potere che lo vogliono mantenere a tutti i costi e che quindi controllano la verità e manipolano la storia perché sia utile ai propri scopi e poi ovviamente le persone che la dovrebbero divulgare: gli insegnanti, gli intellettuali, i liberali e i progressistiNoi abbiamo la responsabilità di trasmettere la verità e lo dico con umiltà, anch’io ho fatto o detto cose di cui non vado fiero, facciamo quello che possiamo, considerata la condizione del mondo in cui viviamo e la debolezza umana».
Se lei potesse essere papa davvero, di cosa vorrebbe occuparsi? «Del divario fra ricchezza e povertàPrendiamo gli Stati Uniti: questo divario continua a crescere, a fronte di pochi, estremamente ricchi, c'è una stragrande maggioranza di popolazione al limite della povertà, popolazione che cresce ogni giorno, e cresce al costo di ogni istituzione che consideriamo necessaria per il mantenimento di una vita dignitosa: la sanità, l’educazione, l’organizzazione familiare, l’edilizia, l’ambienteUn brillante economista cileno, Manfred Max-Neef, una volta disse: non c’è una sola persona a Washington che non sappia cosa non bisogna fareSappiamo benissimo quali sono le cose non funzionano, perché abbiamo continuato a farle per 200 anniLa prima cosa da fare sarebbe smettere di fare le cose sbagliate e provare a fare, una volta, la cosa giusta»C'è una figura religiosa che ammira?
«Giovanni Paolo IHo sempre creduto che, se il suo pontificato non fosse stato stroncato sul nascere, avrebbe messo fine al celibato dei preti e avrebbe permesso l'utilizzo dei mezzi di contraccezione, ad esempioCredo che avrebbe analizzato tutte le questioni odierne in modo onesto, empatico, vero, per essere utile al maggior numero di persone possibileLa mia personale opinione è che sia stato ucciso e che i responsabili facciano capo alla banca Vaticana e agli interessi legati al riciclaggio di centinaia di milioni di dollari destinati alla banca VaticanaÈ la mia opinione, ma credo che non sia possibile un'esistenza “etica” di una grande organizzazioneGli interessi prevalgono sempre sulla moralità».
Anche Papa Pacelli si piegò a questo dettato.

il Fatto 30.10.10
Lo sterco del diavolo abita in Vaticano
di Riccardo Chiaberge


Nell’Europa del Medioevo non esistevano leggi anti-riciclaggio, ma l’Inferno funzionava molto meglio di adesso e il girone degli usurai era affollato di buoni finanzieri cristiani come Ettore Gotti TedeschiFenus pecuniae, funus est animae, “il profitto del denaro è la morte dell’anima”, aveva ammonito a suo tempo papa Leone MagnoChi presta soldi in cambio di interessi, si legge in un manoscritto anonimo del Duecento, commette un peccato gravissimo contro la natura, “pretendendo di generare denaro dal denaro, come un cavallo da un cavallo o un mulo da un mulo”E nel suo manuale per confessori il vescovo inglese Tommaso di Cobham rincara la dose: “L’usuraio punta a guadagnare senza lavorare, addirittura dormendo; ciò va contro il precetto del Signore che ha detto: ‘Con il sudore del tuo volto mangerai il pane’”.
SE LA CHIESA medievale divide la società in tre classi, uomini di preghiera, guerrieri e lavoratori, il predicatore francese Giacomo di Vitry ne aggiunge una quarta: i professionisti dell’usura“Essi non partecipano al lavoro degli altri uomini e perciò non subiranno il castigo degli uomini, ma quello dei diavoliLa quantità di denaro che hanno guadagnato con l’usura corrisponde alla quantità di legna inviata agli Inferi per bruciarli”.
Chissà quanta legna sarebbe necessaria per un Madoff o un TanziCerto, le fiamme eterne per gli strozzini erano di ben scarsa consolazione per le loro vittime, che non potendo contare sulla giustizia degli uomini dovevano affidarsi a quella del PadreternoTalvolta, però, la punizione arrivava in anticipo: si racconta di ricchi prestasoldi privati dell’uso della parola in punto di morte, in modo da non potersi confessare (ma forse si avvalevano della facoltà di non rispondere al sacerdote), o colpiti da infarto senza avere il tempo di pentirsiE un domenicano di Lione narra un episodio spettacolare: “Nell’anno del signore 1240, a Digione, un usuraio volle celebrare le sue nozze con grande sfarzo..Mentre i due promessi sposi felici stavano per entrare in chiesa accadde che una statua di pietra raffigurante un usuraio trascinato all’Inferno dal Diavolo si staccò e cadde con tanto di borsa sulla testa dell’usuraio in carne e ossa, uccidendolo”Tornando al succitato Gotti Tedeschi, attuale capo dello Ior, paragonarlo agli usurai del XIII secolo sarebbe ridicolo prima che ingiustoMa la storia millenaria della Chiesa e del suo rapporto tormentato e ambivalente col mondo dell’economia ci aiuta a capire tante cose anche sulla realtà dei nostri tempiLo stesso giorno in cui il Tribunale del riesame di Roma confermava il sequestro di 23 milioni di euro a carico della banca vaticana per certe movimentazioni sospette, il presidente interveniva a un convegno su etica e finanza promosso dall’Osservatore Romano e puntualmente ripreso dal laico Sole 24 OreE parafrasando il famoso passo del Vangelo di Marco sul cammello e la cruna dell’ago, si lanciava in un’ardita ipotesi teologica: “Il ricco, per entrare nel regno dei cieli deve diventare ancora più ricco, perché se la ricchezza non viene creata il rischio è poi di distribuire la povertà”Anche se la ricchezza è frutto di speculazione, o peggio di frodi ai danni dei risparmiatori? Anche quando la gobba del cammello è gonfia di titoli tossici o di conti correnti intestati a prestanome?
COME RICORDA il grande medievista Jacques Le Goff nel suo Lo sterco del diavoloIl denaro nel Medioevo (Laterza, pagg220, euro 18,00), l’unico modo di evitare l’Inferno, per un usuraio, era la restituzione del maltoltoCosa che non avveniva di frequente, malgrado i fulmini del clero: come diceva re Luigi IX il santo, “è una pessima cosa appropriarsi dei beni altrui perché restituirli è così arduo che la sola pronuncia della parola rende strozza la gola a causa delle r che contiene, le quali rappresentano i rastrelli del demonio che sempre trascinano indietro coloro che hanno deciso di restituire i beni altr ui”Poi con lo sviluppo dei commerci, l’aumento della circolazione monetaria e la crescita dell’indebitamento anche il mondo ultraterreno ebbe bisogno di ampliamenti, sicché fu istituito il Purgatorio, dove pure speculatori e strozzini avevano una chance di redenzioneUn regime di carcere meno duro, con possibilità di riduzione della pena per buona condottaI più abili e meritevoli riescono a strappare un Lodo ad personam e vanno dritti in Paradiso senza fare anticameraBasta qualche opera di bene o un oratorio dedicato alla VergineTipico il caso degli Scrovegni, ricchi mercanti padovani del XIII secoloDante schiaffa il padre, Rainaldo, nel girone degli usurai, ma il figlio Enrico, che consolida il business di famiglia, espia la propria opulenza con un gesto esemplare di caritas: investe un mucchio di quattrini in una cappella affrescata da Giotto, raccomandando che il ciclo dei vizi e delle virtù non appaia punitivo verso la sua categoriaCome biasimarlo? Dopotutto, gli Scrovegni del Duemila non lasciano all’umanità chiese affrescate, ma ville ad Antigua e si comprano la benevolenza del clero vietando le unioni gay.
Peraltro è difficile mandare all’inferno i mercanti se ci si mostra più avidi di loroOltre a dover venire a patti con le leggi dell’economia, fin dal Medioevo la Chiesa diventa essa stessa una potenza
economica che ha sempre più fame di “pecunia” È ancora Le Goff a ricordarci che fu il trasferimento ad Avignone, agli inizi del Trecento, a far impennare le spese della Santa SedeSale il numero dei dignitari della corte (tra 400 e 500, un centinaio in più rispetto all’ultimo papa romano, Bonifacio VIII) e Clemente V arriva a spendere ben 120 mila fiorini all’anno, di cui 30 mila solo “per la gestione domestica del suo palazzo tra stipendi, cibo, cera, legna, bucato, fieno, mantenimento dei cavalli ed elemosine”E le entrate? A parte le somme che vescovi e abati devono pagare al momento della nomina, il grosso proviene dai “censi” corrisposti dal re di Napoli e da altri signori italiani e dall’obolo di San Pietro versato dai regni scandinavi“ Tutte queste imposte – osserva lo storico – vengono saldate di malavoglia dai debitori nonostante il frequente ricorso alla scomunica”Per forza: sai che gusto foraggiare dei papi che pensano solo a costruire palazzi sontuosi e ad armare eserciti per difendere le loro terreIl fisco pontificio è una sanguisuga che ricorre a ogni mezzo per rimpinguarsi, inclusa la Peste nera che si abbatte sull’Europa dal 1348: “I benefici di molti titolari morti durante l’epidemia – ricorda Le Goff – vanno ad alimentare direttamente le finanze della Chiesa”E quando non sanno a cosa appigliarsi, tirano in ballo la lotta alle eresie, spauracchio sempre buono per giustificare confische, procure e gabelleE poi ci lamentiamo dell’otto per mille e dell’esenzione dall’Ici...
OGGI BENEDETTO XVI
tuona giustamente contro il potere distruttore dei “capitali anonimi che pongono l’uomo in schiavitù” e predica l’avvento di un “mercato buono”, una specie di non profit universale che ricongiunga le sfere della giustizia e della carità Ma il suo messaggio perde credibilità se la finanza vaticana, lo Ior o la Propaganda Fide si comportano con la stessa cupidigia e scarsa trasparenza dei capitalisti senza DioCome scrive Monsignor Giuseppe Casale, arcivescovo emerito di Foggia-Bovino, in un suo coraggioso libello (Per riformare la Chiesa, edizioni lLa Meridiana, pagg76, euro 12,00), “la povertà è per la Chiesa un discorso teologico prima che sociologico”Dopo la fine dell’alleanza trono-altare la Chiesa cattolica non ha ritrovato la strada del Vangelo e oggi, “nella opulenta società dell’Occidente aiuta i poveri, ma resta quasi impermeabile alla scelta della povertà per se stessaIl culto a Dio giustifica il barocchismo di vesti liturgiche e di insegne episcopaliLa necessità di sostenere opere pastorali spinge a servirsi dei meccanismi della finanza moderna”A rischio di incappare nelle maglie della giustizia come i tanti peccatori in doppiopetto che maneggiano troppo disinvoltamente lo “sterco del diavolo”.

il Fatto 30.10.10
Ricatti e trappole sexy ai tempi della Ddr
Quando la Stasi spiava le abitudini sessuali dei nemici per rovinarli
di Paolo Soldini


La mattina dell’11 ottobre 1987 nella vasca da bagno della stanza 317 dell’albergo Beaurivage di Ginevra un redattore del settimanale tedesco Stern trova il cadavere di un uomoÈ Uwe Barschel, ex presidente del Land dello Schleswig-Holstein, protagonista, poche settimane prima, di uno degli scandali politici più clamorosi del dopoguerra tedescoIl suo addetto stampa aveva rivelato di aver avuto da lui l’incarico di organizzare una campagna di calunnie contro il socialdemocratico Björn Engholm, suo rivale alle elezioniDopo l’esplosione dello scandalo Barschel si era
dovuto dimettere.
LA SUA MORTE ufficialmente fu attribuita a un suicidio, ma poi un’altra verità cominciò a venire a galla: l’uomo forse era stato ucciso da agenti di un servizio segreto perché sapeva troppo di un traffico d’armi tra l’Iran e Israele (la cosa non stupisca: allora c’era la guerra Iran-Iraq e sia il Mossad israeliano che la Cia americana brigavano per armare sotto banco l’una o l’altra parte)Ma nella stanza 317 era stato trovato un barbiturico che all’epoca era in vendita solo nella DdrQuesto fatto rinfocolò le voci secondo cui si trattava di un omicidio e che in qualche modo c’entrava la Stasi, la famigerata polizia politica della Germania estNel 2007, in effetti, dagli archivi della Stasi uscirono particolari illuminantiBarschel si era recato per ben 19 volte a Warnemünde, all’est, dove nell’hotel Neptun aveva avuto con “personale femminile” frequenti e intimi contatti che venivano accuratamente resocontati e anche filmatiNon esiste alcuna prova che i tedeschi dell’est c’entrino in qualche modo con la sua morte, ma certo Barschel era ricattatoE certo non era l’unicoI ricatti con fondamento sessuale erano pratica corrente per la StasiNella stessa Ddr, ma anche nella Repubblica federale e in altri paesi occidentaliMilitari, funzionari, politici, uomini di governo, parlamentari, giornalistiL’elenco delle vittime è lungo: diverse centinaia di casi accertati e qualche migliaio di casi presuntiE più lungo ancora sarebbe se, nella concitazione seguita alla caduta del muro, i funzionari del ministero della Sicurezza di Berlino est non fossero riusciti a fare a pezzi e a nascondere in 15 mila sacchi milioni di atti che una apposita commissione da più di vent’anni cerca di ricomporre.
Le rivelazioni hanno acceso l’allarme nella Germania post-unificazioneCi si chiede quanti comportamenti di persone, anche molto influenti, siano stati e forse siano ancora condizionati da ricatti di natura sessualeE non a caso il tema è stato sollevato dai media tedeschi in molti commenti alla vicenda di Berlusconi, già al tempo del caso D’Addario.
LE TECNICHE del ricatto erano semplici: o si utilizzavano notizie raccolte con lo spionaggio dei personaggi da “incastrare” oppure si provocavano situazioni in cui le vittime si mettevano nei guai da soleUn esempio classico è quello dell’ultraconservatore Heinrich Lummer, ministro dell’Interno ed ex borgomastro di Berlino, che fu “cucinato” ben bene da una affascinante Susanne, spia della StasiUn importante deputato della Spd, molto addentro alle cose della Nato, ebbe la carriera compromessa per una incauta relazione con una studentessa orientaleProficuo fu poi il lavoro di parecchi “romei” inviati a Bonn con il preciso compito di sedurre impiegate e segretarie dei ministeri federaliAnni fa si mormorava di una vera e propria orgia con deputati e alti funzionari (e ovviamente spioni) che sarebbe stata interrotta dalla polizia nella sede di un ministeroUn bunga bunga alla tedescaParticolarmente odiose le rivelazioni di Wanja Götz, a suo tempo ufficiale di collegamento tra la Stasi e il Kgb, che spiegò come la polizia segreta orientale avesse utilizzato a fini di ricatto i casi di due ragazzi uccisi nell’ambito di pratiche pedofile in cui avrebbero avuto un ruolo “personaggi importanti” della vita politica federalePer fortuna, nella filière sessuale della fu Ddr c’è anche una nota romanticaÈ la storia di una “giulietta” che fu inviata a sedurre un carabiniere in servizio presso l’ambasciata italiana a Berlino estLei si innamorò per davvero e chiese al gran capo in persona, il mitico Mischa Wolf, di lasciare il servizio per sposare il carabiniere che intanto era stato scoperto e scontava una pena in ItaliaWolf, raccontava lui stesso, in un impeto di romanticismo concesse il permesso.

Da Radio Radicale 29.10.10
il file integrale della trasmissione è disponibile qui

dal sito http://www.radioradicale.it/palinsesto/2010/10/28
voce: "martini e seguito della riunione..." a 13.18, dal 10° min. Emma Bonino, dal 38° min. in poi Sergio:

"...sarà che tutti sono molto affascinati da questo suo linguaggio... io, da povera sabauda... invece mi irrita solo questa stupidaggine della poesia, la narrativa, la ..., cose veramente... cioè sono cose inenarrabili... dice delle cose che siccome sono dette in modo poetico, si fa per dire, si fa per dire sto dicendo, passano come... sulla globalizzazione, o sulla crisi europea o sulla crisi... ha detto delle cose che sono.. da internarlo, da internarlo !...in cui l'Albania autarchica è già un progresso rispetto a quello che dice lui...(...) delle cose senza senso che però vengono ritenute affascinanti... dice basta con l'anticlericalismo... perchè, che vuole dire ? forza con il clericalismo ?! non capisco molto bene..."

Parla ancora 'Sergio' (non si capisce il cognome): "lui non è uomo di governo...(...) lui sceglie di andar via dalla Puglia, lui ... lancia la sua candidatura perchè ha fallito la prova del governo, ma non perchè ha fallito, ma perchè lui non riesce a governare (...) la critica che si può fare... non perchè lui non abbia questa forza evocativa, del linguaggio... che ce l'ha, potentissima, è sicuramente la cosa che lo ha fatto vincere contro D'Alema... insomma lo ha fatto diventare molto popolare... il problema quindi non sta tanto... nella poesia, il suo slogan è la 'poesia nei fatti', il problema è che non ci sono i fatti, lui la prova dei fatti non l'ha...io direi che non se ne è neanche curato... oggi non è più ostaggio dei partiti, è ostaggio di potentati economici, finanziari, probabilmente anche, diciamo, non raccomandabili, che stanno facendo i fatti...in Puglia la situazione... io vi invito ad ascoltare del convegno di Melpignano l'intervento di Gianni Lannes e di Carlo Vulpio (...) lì la situazione... da una parte Don Verzè, dall'altra la Marcegaglia (...)
...una cosa che diceva per esempio Vulpio... beh questo è andato da Santoro, no?, e come contraddittorio aveva Alba Parietti (...) perchè il problema di Vendola è anche questo, cioè lui... ci sono degli aneddoti veramente divertenti... prima di fare un'intervista... ad un giornalista, intanto si informa e si chiede se è un giornalista amico o se... ma lo dice esplicitamente "tu sei la stampa amica o la stampa nemica ?"... non regge... lui si riempie di valium, di psicofarmaci prima di sostenere un dibattito... non dorme la notte..."