sabato 30 dicembre 2006

Repubblica Saute 21.12.06
Recenti ricerche confermano l’origine genetica della sindrome di Asperger, una forma di autismo
Piccoli geni monotemaici
di Tina Simoniello


In “Rain Man” ne soffriva Dustin Hoffman, il fratello goffo e geniale di Tom Cruise. In “Codice Mercury” è Simon, il bambino dalla straordinaria abilità per le serie di lettere e numeri che identifica un codice militare segreto. Ne “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”, il romanzo di Mark Haddon ne era vittima Christopher, un ragazzino un pò strano alla ricerca della sua mamma. La sindrome di Asperger la conosciamo più come soggetto cinematografico o narrativo che non per quello che in effetti è: un disturbo neuropsichiatrico classificato nello spettro dei disturbi autistici. Il 24 e il 25 novembre si è svolto a Roma il primo congresso nazionale sulla patologia.
Cosa è
«La sindrome di Asperger, dal nome del pediatra che per primo la descrisse nel 1944, è una forma lieve di autismo. Ha una natura prevalentemente genetica: sono una decina i geni interessati, tutti coinvolti nello sviluppo del sistema limbico cioè del cervello emotivo e sociale», spiega Paolo Curatolo, associato di Neuropsichiatria infantile, presso Roma-Tor Vergata e presidente della International child neurology association, «ne soffre una persona su 250, i maschi sono 4-5 volte più numerosi delle femmine». Ma quali sono i segni? Cosa fanno insomma i bambini, poi adulti, che ne sono affetti? «Gli Asperger hanno intelligenza e capacità linguistiche nella norma, però presentano evidenti difficoltà di relazione: sono poco interessati agli altri, indifferenti, scarsamente empatici. In loro la comprensione e l’espressione delle emozioni segue uno sviluppo anomalo. E poi, tipicamente, hanno interessi monotematici: se sono bambini possono parlare solo di dinosauri e giocare solo con i dinosauri». E così per le mappe, o per la matematica, le formule. Da adulti sono quelli che conoscono a memoria tutti gli orari dei treni, degli aeroporti, sono dei maghi nei quiz.
«Con un linguaggio poco scientifico ma efficace potremmo definirli persone strambe, fissate», riprende Curatolo. «A scuola possono andare bene, ma in modo settoriale: solo in matematica, solo in geografia. Tuttavia è frequente una carriera formativa problematica negli Asperger, ma dovuta alla mancata integrazione e a quello che ne consegue». Gli adolescenti infatti possono avere comportamenti dirompenti, impulsivi, presentare disturbi dell’attenzione. «Inoltre», die in neuropsichiatra, «questi ragazzi rischiano di più di ammalarsi di depressione, vista la difficoltà di trovare degli amici e più tardi un lavoro».
I trattamenti
Dal disturbo di Asperger non si guarisce. Ma esistono percorsi terapeutici «che devono essere definiti sul singolo bambino e in un centro di neuropsichiatria infantile», conclude Curatolo. «L’intervento è sintomatico e riabilitativo ed include interventi psicosociali, psicoterapici, l’educazione di genitori e fratelli. Anche gli insegnanti possono essere coinvolti nel percorso come alleati della famiglia nel sostenere il piccolo paziente valorizzando per esempio i suoi aspetti di genialità. Per giovani e adulti si può pensare anche a cure farmacologiche temporanee: regolatori del tono dell’umore, neurolettici e antidepressivi, a seconda del caso. Il supporto psicologico è importante per questi pazienti perché gli aiuta a prendere coscienza della loro malattia: hanno bisogno di rendersi conto del perché non riescono a integrarsi.
Sanno tutto solo di una cosa
Si parla di Asperger quando si osserva nel bambino, anche a soli tre anni, una forte e ripetuta tendenza ad estraniarsi dal gioco e dalla conversazione. Distrazione, incapacità ad interagire verbalmente: tono monocorde, scelta degli argomenti che non tiene conto degli altri, interessi monotematici. Carente gestualità, postura rigida, goffaggine motoria, assenza di contatto oculare. Incomprensione e disinteresse per le emozioni altrui. E poi scarsa autonomia personale, attaccamento alla routine, eccessiva attenzione per il particolare, comportamenti ripetitivi, rituali. «Dobbiamo far conoscere il disturbo agli insegnanti e anche alle Asl. L’ignoranza diffusa di questa forma di autismo condanna le famiglie a dolorosi sensi di colpa riguardo possibili errori di educazione. Invece alla base dello strano comportamento del bambino c’ è un disturbo oggettivo», spiega Laura Imbimbo, presidente del Gruppo Asperger onlus (www.asperger.it). «Solo con un intervento educativo tempestivo possiamo evitare a queste persone un avvenire di emarginazione umana e lavorativa». La diagnosi di Asperger va fatta dal Neuropsichiatra in una Neuropsichiatria infantile (in tutte le università) meglio se dotate di un centro per l’autismo.
Troppo testosterone nel sistema nervoso
Il disturbo di Asperger è il risultato dell’estremo funzionamento del cervello maschile. E’ l’ipotesi di un gruppo di ricercatori inglesi pubblicata (Cohen & al. Science, 2006 e Hormones and Behavior, 2006). E’ noto che il cervello è anche un carattere sessuale secondario che fino a un certo punto dello sviluppo intrauterino e poi, sotto l’effetto del testosterone fetale, e quindi solamente nei feti maschi, vira verso la mascolizzazione. «Noi già sapevamo che la capacità di empatia è più sviluppata nel cervello femminile, mentre in quello maschile lo è la sistematizzazione. il testosterone prodotto in maggiore quantità in risposta a caratteristiche genetiche del bambino Asperger potrebbe orientare lo sviluppo cerebrale in senso troppo maschile», spiega Curatolo.