martedì 11 luglio 2017

internazionale 8.7.17 
Asia e Pacifico
La prima volta di Xi Jinping a Hong Kong Il presidente cinese ha celebrato i vent’anni del ritorno dell’ex colonia britannica alla Cina. E ha ricordato che l’autonomia speciale concessa alla città non è illimitata
The Economist, Regno Unito

“Nella tradizione cinese un uomo diventa adulto a vent’anni”, ha detto il presidente cinese Xi Jinping il 1 luglio a Hong Kong. Xi ha parlato durante la cerimonia per commemorare la restituzione di Hong Kong alla Cina da parte del Regno Unito nel 1997. In vent’anni, ha proseguito, la città è cresciuta “esuberante come un bambù o un pino”. Tuttavia, per quanto possa essere maturata in questi anni, è evidente che il governo cinese non la ritiene ancora in grado di comportarsi come si deve. Quando la Cina assunse il controllo di Hong Kong, promise al territorio “un elevato livello di autonomia” in base al principio “un paese, due sistemi”. Nel suo discorso però, Xi ha chiarito che il sostegno di Pechino alle libertà di Hong Kong ha dei limiti. “Ogni tentativo di mettere in pericolo la sovranità e la sicurezza della Cina, di sfidare il potere del governo centrale o di usare Hong Kong per condurre operazioni d’infiltrazione e sabotaggio contro la madrepatria è inammissibile”, ha ammonito. Ad ascoltare Xi c’era anche Carrie Lam, scelta da poco per governare Hong Kong. È evidente che il presidente cinese pretende da Lam una dura presa di posizione contro il nascente movimento a favore dell’autodeterminazione o dell’indipendenza. Questi “localisti”, come si definiscono, e altri che vorrebbero solo più democrazia, hanno manifestato alla vigilia dell’arrivo di Xi il 29 giugno per la sua prima visita a Hong Kong da quando è presidente della Cina. Nel suo discorso Xi ha sottolineato che il governo di Hong Kong dovrebbe “migliorare il suo sistema” per difendere la sicurezza nazionale. È un’evidente allusione al desiderio che Lam introduca nuove leggi per punire i dissidenti. In base alla costituzione di Hong Kong, sarebbe compito del governo locale. Nel 2003, però, un tentativo d’introdurre una misura simile provocò una protesta a cui parteciparono centinaia di migliaia di persone, e alla fine il provvedimento fu ritirato. Riproporlo potrebbe rivelarsi di nuovo una mossa impopolare. C’è un’altra richiesta di Xi che potrebbe provocare risentimento, quella di “migliorare l’educazione patriottica dei giovani” di Hong Kong. Studenti e genitori nel 2012 hanno protestato quando il governo ha cercato di rendere obbligatorio l’insegnamento di una versione della storia cinese approvata dal Partito comunista per le scuole superiori. Il governo ha fatto un passo indietro e ha reso il testo facoltativo. In prima linea nella protesta c’era il gruppo localista dello “scolarismo”, i cui leader avrebbero poi guidato il Movimento degli ombrelli, che nel 2014 ha bloccato alcune strade della città per quasi tre mesi. Un nuovo stile Nel discorso di insediamento, Lam ha detto che il governo agirà “contro qualsiasi atto finalizzato a indebolire la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo del paese”. Tuttavia, tra le tante difficoltà per realizzare questi propositi, c’è anche il fatto che la governatrice non è stata eletta dai cittadini. È stata scelta invece da una commissione formata in gran parte da sostenitori di Pechino. Stando ai sondaggi Lam, ex dirigente della pubblica amministrazione locale e prima donna alla guida del territorio, non gode di un ampio consenso. Molti abitanti di Hong Kong, tuttavia, la preferiscono a Leung Chun-ying, che non aveva mostrato nessun entusiasmo nel difendere le libertà di Hong Kong. Perino quando nel 2015 un libraio che vendeva libri di pettegolezzi sui dirigenti di Pechino è stato arrestato da poliziotti arrivati dalla Cina, Leung ha fatto poco o nulla per garantirne la liberazione. Lam potrebbe tentare di eludere le critiche prestando più attenzione al malcontento dei cittadini per i prezzi delle case sempre più alti e le inadeguate misure di welfare. Dovrà però affrontare l’ostilità della grande industria, il cui sostegno è sempre stato fondamentale per l’amministrazione. Durante la cerimonia del suo insediamento, Lam si è impegnata a “introdurre un nuovo stile di governo per ripristinare l’armonia sociale e ricostruire la fiducia dell’opinione pubblica nell’esecutivo”. Sarà difficile, se il nuovo stile si rivelerà più duro nei confronti di chi si oppone al Partito comunista cinese.
ugim