martedì 11 luglio 2017

Corriere
L’anima diventa stella: i misteri dell’islam alauita
di Viviana Mazza

Gli alauiti sono la setta cui appartiene il presidente siriano Bashar Al Assad: una minoranza di poco più di un milione di persone (il 10% della popolazione del Paese), originariamente asserragliata sulle montagne del nordovest, ma che più di 40 anni fa ha preso il potere a Damasco. E pochi saprebbero dire quali siano le credenze dei suoi fedeli. Questo perché gli stessi alauiti raramente ne parlano, affermando semplicemente di appartenere a un ramo dell’islam sciita. E lo stesso clan degli Al Assad non accenna mai alla propria religione.
In Il musulmano errante (edito da Rosenberg & Sellier), Alberto Negri, inviato del «Sole 24 Ore», ricostruisce le vicissitudini di questa setta, che ha fatto della taqiyya (la dissimulazione) una strategia di sopravvivenza. La storia si apre sulla strada per Aleppo, dove un autista alauita gli spiega che le anime non muoiono mai e, dopo molte trasmigrazioni, quelle dei veri credenti si trasformano in stelle. Poi l’uomo fa un nome: Al Khasibi.
Se l’iniziatore degli alauiti fu Ibn Nusayr, Al Khasibi, nato nell’873, fu colui che ne codificò la dottrina, mentre un altro membro, Soleyman Effendi — convertitosi all’islam sunnita, poi all’ebraismo, al cristianesimo ortodosso e a quello anglicano — rivelò al mondo il loro credo. Benché come gli sciiti venerino Ali, gli alauiti non lo considerano solo un discendente di Maometto, bensì l’incarnazione stessa di Dio; non andavano in moschea, non praticavano il Ramadan e osservavano rituali diversi.
Durante il Mandato francese, dal 1922 al 1937, fu garantito loro uno Stato ma questo separatismo non poteva resistere all’ascesa del nazionalismo arabo. Così nel 1936 si proclamarono musulmani con la convalida del gran mufti di Gerusalemme Haj Amin al-Husseini, un sunnita (nessun’autorità siriana voleva metterci la firma). Più tardi quando il padre di Bashar, Hafez Al Assad, divenne il primo presidente non sunnita, cercò una legittimazione: ma solo alcuni religiosi sciiti furono disposti a dichiarare che gli alauiti erano musulmani, suggellando un’alleanza tra i due regimi che dura fino a oggi.