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Bimbi,
imparate da Stalin e Mao
Dibattiti
| Esce in America Communism for kids. Bollato da decine di recensori come una
vergogna. Peccato che, al di là del titolo, si tratta di una critica
Si sa,
l’educazione dei nostri bambini sta a cuore a tutti. E si moltiplicano allora
utilissimi manuali di consigli per allevarli nel migliore dei modi. Fra i molti
qualcuno spicca per sensibilità e aureo estro. Per esempio: è importante dar
loro modelli a cui far riferimento. Ecco: volete che i vostri piccoli cuccioli
crescano imitando le gesta dei dittatori comunisti, artefici di non pochi
genocidi? Volete amorevolmente insegnare loro come gestire un gulag? Volete che
crescano con i giusti valori, come la distruzione dell’Occidente? Finalmente
c’è il libro per voi, e pure per una cifra modesta: appena 12,95 dollari. Si
tratta di Communism for Kids, pubblicato in America nientemeno che dalle
blasonate edizioni del Mit di Boston – traduzione del volumetto tedesco di Bini
Adamczak, apparso con il titolo K o m m u n ismus: kleine Geschichte, wie
endlich alles anders wird (Comunismo: piccola storia di come tutto sarebbe
potuto andare diversamente). Qui troverete i grandi eroi della storia, da
Barack Obama a Stalin, da Mao a Bernie Sanders passando per Fidel Castro:
campioni di libertà, valorosi e prodi combattenti per un mondo più giusto e…
comunista! Il tutto raccontato come si deve: ci sono le principesse (gelose), i
contadini (arrabbiati), i lavoratori sfruttati (che rompono le catene del giogo
del padrone)... Ora, in America il libretto non è proprio passato inosservato.
Il New York Times s’è preso la briga di fare l’elenco di testate, autorevoli
esponenti politici, intellettuali e non solo che si sono scandalizzati e hanno
gridato con voce forte Vergogna!Si va da Breitbart alla National Review, dal
Daily Best alla Fox News, e poi ancora Milo Yiannopoulos e Steven Crowder e
così via. Reazioni sacrosante, si dirà. Certo, se non fosse per un piccolo,
piccolissimo problema: è tutto falso. Chiunque si sia preso la briga di leggere
il libro non fermandosi al solo titolo, capirà che è una critica della storia
del comunismo. L’autrice, che ha scritto diverse opere sulle tragedie
dell’Unione Sovietica, cerca di raccontarle con un linguaggio semplice, non da
specialisti. E la sua è una narrazione di sofferenze, sconfitte e fallimenti.
Parlarne non è semplice. Lei lo fa con ironia, certo, ma anche prendendo sul
serio le motivazioni, i desideri e gli ideali di coloro che hanno sostenuto il
comunismo con i suoi fallimenti. Ah, se i recensori leggessero i libri anche in
America! Insomma, bisogna rivolgere un appello agli editori italiani: correte ad
accaparrarvi i diritti di questo libello. Ci pensate alle reazioni scomposte,
immotivate, e a quanto ci si potrebbe divertire qui da noi?