La Stampa 12.6.17
Ora a Renzi torna la tentazione del voto anticipato: a novembre
Si potrebbe puntare all’abbinamento con le Regionali siciliane per provare a evitare una possibile ripresa dei Cinque Stelle
di Fabio Martini
Ora
la tentazione del «contropiede», di chiudere il prima possibile la
legislatura è destinata a tornare. In cuor suo Matteo Renzi non l’ha mai
archiviata.
E nelle ultime ore la scomparsa dei Cinque Stelle dai
ballottaggi in tutte le principali città fa tornare l’appetito al
leader del Pd in vista di una accelerazione verso le elezioni
anticipate. Ieri sera Matteo Renzi è rimasto silenzioso: è arrivato in
tarda serata al Nazereno e, pur non escludendo esternazioni in Rete
durante la notte, il primo commento ufficiale arriverà oggi.
Certo,
nelle prossime ore il leader del Pd potrà cantar vittoria perché quasi
ovunque i candidati di centrosinistra vanno al ballottaggio, anche se
sarà complicato legare la buona performance delle coalizioni e dei
candidati ad un effetto-Renzi per la semplice ragione che l’ex
presidente del Consiglio non soltanto non si è fatto vedere nelle
principali città chiamate al voto, ma non ha mai evocato un valore
politico per queste amministrative. E quanto al risultato delle liste
del Pd, i primissimi dati (da verificare al termine dello spoglio)
indicano risultati inferiori a quelli sin qui raggiunti dai Democratici
nelle precedenti amministrative.
Dopo la trasmissione degli exit
poll alle 23, Renzi ha preferito non commentare a caldo le prime
proiezioni, ma chi ha parlato con lui in queste ore consiglia di non
sottovalutare la sincerità delle sue assicurazioni sulla durata della
legislatura - e dunque del governo Gentiloni - ma al tempo stesso
suggerisce di considerare ancora attivo il «piano B», a parole
archiviato.
Con un’idea in più rispetto a quella circolata nelle
settimane scorse: se non si farà a tempo a votare il 24 settembre, la
subordinata può diventare il 5 novembre, data nella quale sono state già
fissate le elezioni regionali siciliane. Un abbinamento,
Politiche-Regionali, che consentirebbe al Pd di assorbire ed evitare un
passaggio ritenuto altamente probabile: la vittoria dei Cinque Stelle in
Sicilia. Un risultato temuto da Renzi ogni ragionevole misura, perché
una vittoria dei «grillini» nell’ultimo test elettorale importante prima
delle Politiche potrebbe determinare un effetto-trascinamento sulle
elezioni nazionali, a quel punto imminenti.
Certo, l’analisi sia
pure sommaria dei primi risultati elettorali non è molto gratificante
per il Pd. Nella città più importante nella quale si è votato, Genova,
al ballottaggio va Gianni Crivello un personaggio più vicino alla ditta»
(gli ex Pci-Ds) piuttosto che a Renzi e oltretutto dai primissimi
risultati delle liste, quella del Pd sembra destinata ad attestarsi su
percentuali che potrebbero relegare il partito al peggior risultato
della sua storia. A Parma, in quella che un tempo era l’Emilia «rossa»,
il candidato del Pd è al secondo posto, con un distacco che pare
incolmabile dal sindaco Pizzarotti. A Palermo il sindaco uscente,
Leoluca Orlando risulta eletto al primo turno ma il Pd è entrato nella
coalizione vincente soltanto a condizione di rinunciare al proprio
simbolo. Più promettenti le situazioni a Verona e Catanzaro dove il
centrosinistra dovrebbe andare al ballottaggio ma in entrambi i casi il
risultato delle liste del Pd (per quel che valgono in elezioni comunali)
risulta su percentuali non rilevanti. E comunque tra i candidati
sindaco che accarezzano speranze di vittoria al secondo turno nessuno
può essere definito un renziano “doc”. Ieri sera il primo commento a
caldo da parte del Pd è venuto da Matteo Ricci, responsabile Enti
locali: «Il M5S, se i dati sono confermati, non arriva al ballottaggio
in molte città ed è questo il dato politico».
Test difficilmente
decrittabile per le formazioni alla sinistra del Pd, La formazione nata
dalla scissione del Pd, l’Mdp, nel 64% dei capoluoghi di provincia era
alleato col Pd, in alcune città (Lodi. Cuneo, Asti, La Spezia) non era
presente e non aveva candidati sindaci in realtà importanti, mentre a
Genova e l’Aquila Articolo Uno aveva appoggiato liste civiche. Per il
neo-partito di Bersani il test dunque sarà soltanto sul voto di lista,
disponibile solo a partire da oggi.