Il Sole 8.6.17
L’Isis colpisce a Teheran, 12 morti
Due commando con kamikaze attaccano Parlamento e Mausoleo di Khomeini
di A.N.
La
battuta di uno dei terroristi dentro al Parlamento di Teheran è breve
ma forse significativa: «Grazie ad Allah per averci aiutato - dice in
arabo -. Forse pensavate che ce ne saremmo andati? No! Siamo qui con
l’aiuto di Dio». Queste parole, che si possono ascoltare nel video di
rivendicazione dell’agenzia Amaq dell’Isis, potrebbero significare che
il duplice attentato al Parlamento di Teheran e al Mausoleo dell’imam
Khomeini sia stato compiuto da un cellula di esponenti della minoranza
araba dell’Iran affiliati al Califfato.
Penetrare in Iran per
degli stranieri è assai difficile. In passato gli unici attacchi di
questo genere, sono stati portati dal “Mek”, cioè dai Mujaheddin del
Popolo, formazione iraniana dissidente e oggi basata a Parigi.
Due
commando con kamikaze, armati di bombe e fucili, hanno ucciso almeno 12
persone al Parlamento e al santuario di Khomeini, il primo edificio è
nel cuore di Teheran, il secondo a una ventina di chilometri dal centro,
sulla strada verso l’aereoporto internazionale. Gli assalitori, vestiti
da donna con pesanti chador, hanno colto di sorpresa le guardie del
Parlamento ingaggiando una battaglia di cinque ore in cui sarebbero
stati uccisi quattro terroristi, 12 tra i presenti in aula e ferite 43
persone. Quasi contemporaneamente un kamikaze si è fatto esplodere al
santuario Khomeini dove un secondo terrorista è stato ucciso dalle forze
di sicurezza.
«Gli attacchi a Teheran - ha dichiarato il
presidente Hassan Rohani - renderanno l’Iran più unito e determinato
nella lotta contro il terrorismo».
Già in passato nella regione
del Khuzestan, con il Movimento per la liberazione di Awhaz, cellule
arabe sunnite avevano compiuto attentati contro la repubblica islamica.
Allo stesso tempo non è da escludere la partecipazione di gruppi sunniti
radicali del Sistan e del Balucistan come i Jundullah, i soldati Allah,
o gli Ansar al Furqan: da questa regione ribollente ai confini con il
Pakistan possono partire operazioni di destabilizzazione della
repubblica islamica.
Una cosa è certa l’attentato multiplo ha
preso in contropiede la sicurezza colpendo i simboli della repubblica
islamica. Questi sono i primi attentati dichiaratamente con il marchio
dell’Isis nel cuore dell’Iran e della sua capitale. È come se la guerra
siriana - dove l’Iran sostiene il regime di Assad e combatte da anni
jihadisti sunniti - che finora era stata vissuta come un evento
importante ma lontano dai confini del Paese, fosse entrata nelle case
dei teheranesi.
Gli attacchi coincidono con la tensione crescente
tra Iran e Arabia Saudita mentre i Paesi del Golfo hanno isolato il
Qatar accusato, tra l’altro, di avere buoni rapporti con Teheran. Non è
un caso che i Pasdaran abbiano accusato l’Arabia Saudita di avere
ispirato l’operazione.
Ma lo scenario forse più inquietante viene
dagli Usa, pure chiamati in causa dai Pasdaran. Il viaggio del
presidente americano Trump in Arabia Saudita e in Israele avrebbe aperto
un nuovo capitolo per attuare un cambio di regime in Iran. Indicativa
la nomina di Michael D’Andrea, ex capo delle operazioni anti-terrorismo,
alla sezione Iran della Cia. Secondo quanto riportato dal Wall Street
Journal, la Cia ha creato un nuovo centro di monitoraggio dell’Iran
destinato a individuare bersagli eccellenti tra i Pasdaran, in
particolare il generale Haji Qassim Soleimani, ritenuto lo stratega
della guerra in Siria.
L’obiettivo dichiarato comunque dagli Stati
Uniti, insieme a inglesi e giordani, è quello di tagliare la via di
rifornimento iraniana a Damasco e agli Hezbollah libanesi: questo il
motivo per cui due giorni fa gli americani hanno fatto fuori 60 soldati
di Assad. La variabile in questo scenario è la Russia: Putin permetterà
una sconfitta dell’Iran con cui ha vinto la battaglia di Aleppo e
insediato basi militari sulla costa del Mediterraneo? Gli attentati di
Teheran apparentemente ci portano lontano, in realtà segnalano che le
guerre mediorientali, anche attraverso il terrorismo, colpiscono ovunque
e, come abbiamo visto con tragica frequenza, anche in Europa.