il manifesto 1.6.17
Camp Darby si riarma, no-war in piazza
Le
guerre di Trump. Un progetto tenuto segreto per un anno ("opera
strategica militare e per la sicurezza e la salute nazionale") per far
arrivare i treni carichi di armamenti all'interno della base, con una
nuova linea ferrata e il passaggio sul Canale dei Navicelli.
Antimilitaristi mobilitati, organizzati presidio e corteo per la Festa
della Repubblica.
di Riccardo Chiari
PISA “E’
una cosa talmente grossa che perfino le amministrazioni locali sono
state spiazzate dalle decisioni prese a Washington e a Roma – racconta
Ciccio Auletta – e intanto nel più completo silenzio il governo
statunitense e quello italiano stanno già lavorando per potenziare le
strutture della base di Camp Darby, destinata a diventare la polveriera
del Mediterraneo per il trasporto di armi verso le guerre americane nel
mondo”.
Il consigliere comunale di “Una città in Comune” non
esagera: sul progetto è stato apposto il timbro di riservatezza, perché
“Opera strategica militare e per la sicurezza e la salute nazionale”. Di
qui il silenzio, durato quasi un anno, sulla realizzazione di una nuova
linea ferroviaria lunga 2,5 chilometri per collegare la base alla
stazione di Tombolo, e di due nuovi terminal all’interno
dell’installazione militare. Il primo di ben 18 metri di altezza,
destinato ad accogliere le merci, e un altro che dovrebbe assumere le
funzioni di controllo e sicurezza.
Nel progetto rientra anche la
costruzione di un ponte mobile sul Canale dei Navicelli, per permettere
l’attraversamento dei treni, carichi di armamenti, oltre che la
navigazione delle barche. E il bello – o meglio il brutto – è che tutto
questo poserà una pietra tombale sull’altro progetto, civile, che
avrebbe permesso la navigabilità dal mare livornese fino a Pisa, proprio
grazie al Canale dei Navicelli. Già, perché le opere messe in cantiere
dovrebbero assicurare l’arrivo di due treni al giorno, rispetto al
singolo passaggio che oggi avviene in media ogni due, tre mesi.
Di
qui l’imbarazzo dell’amministrazione comunale pisana, che per anni ha
sbandierato la riconquistata navigabilità del Canale dei Navicelli come
grande opera al servizio della collettività: “Il Comune di Pisa – ha
spiegato l’assessora all’urbanistica Ylenia Zambito al quotidiano ‘Il
Tirreno’ – è stato coinvolto solo inizialmente in un vertice durante il
quale è stato presentato il progetto militare. In seguito non è stato
più invitato ai summit, anche perché non ha competenze e responsabilità
urbanistiche se non per il Canale dei Navicelli, per il quale il sindaco
Filippeschi ha chiesto alla Regione Toscana di convocare un tavolo, che
però in questi mesi non è mai stato organizzato”.
Nel dettaglio,
il progetto ha l’obiettivo di evitare il trasferimento su gomma degli
armamenti, lasciando alla linea ferroviaria il compito di far arrivare a
Camp Darby tutto il materiale, militare e logistico, necessario alla
vita quotidiana della base Usa. Secondo molti analisti bellici, il piano
del Pentagono di potenziare le capacità della gigantesca struttura tra
Pisa e Livorno, con un investimento di circa 50 milioni di dollari,
potrebbe anche indicare la volontà dell’amministrazione statunitense di
far recuperare centralità alla base, nata nel 1951, che ha trasformato
mille ettari di territorio – in massima parte inseriti nelle aree
protette del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli – in una
struttura bellica.
Grazie ai consiglieri pisani Ciccio Auletta e
Marco Ricci, eletti in una coalizione di sinistra comprendente “Una
città in Comune” e Rifondazione comunista, il question time presentato
all’ultimo consiglio comunale sotto la Torre Pendente ha permesso di far
conoscere all’opinione pubblica l’intero progetto militare. Compresa la
decisione di abbattere tutti gli ostacoli sulla strada della nuova
linea ferroviaria. Così saranno abbattuti circa mille alberi, sette
ettari di parco sui 36 interessati dal piano militare.
Con una
interrogazione urgente alla giunta di Enrico Rossi, i consiglieri
regionali Tommaso Fattori e Paolo Sarti hanno tirato le somme: “Sono in
corso grandi manovre in vista di possibili scenari di guerra, e la
nostra regione ne è involontaria protagonista, oltre che obiettivo
privilegiato di ritorsioni da parte di chi è esposto ad attacchi con
armi provenienti dalla Toscana”.
Intanto l’appello promosso dagli
antimilitaristi (vedi l’indirizzo sul web
comitatoterritorialenoguerra@inventati.org) si è concretizzato con un
appuntamento per la mattina di venerdì 2 Giugno, festa della Repubblica,
davanti a Camp Darby. Sarà un presidio di tutti coloro che vogliono
mobilitarsi per resistere alla guerra. Hanno già aderito, fra le forze
politiche, Rifondazione e Sinistra italiana di Pisa e Livorno, insieme a
tante variegate realtà di movimento dell’intera Toscana, in testa il
Coordinamento fiorentino contro la guerra.