Il Fatto quotidiano, 31.5.2017
Il premier canadese a Papa Francesco: Chiesa violenta, il Papa condanni
le angherie sui minori indigeni - Trudeau chiede il conto
Di Roberta Zunini
Roma
Prima di indossare la maglia di Totti, fare visita alle comunità terremotate e partecipare al G7 di Taormina, il premier canadese Justin Trudeau era stato ricevuto da Papa Francesco. Ora che il tour italiano del giovane ed empatico Trudeau si è concluso, l'emittente pubblica britannica, Bbc, ha rivelato che il primo ministro ha chiesto a Francesco di condannare pubblicamente gli abusi psicologici e morali commessi per oltre un secolo dalla Chiesa cattolica ai danni dei bambini indigeni separati dalle loro famiglie e affidati alle cure di preti e suore presso i collegi cattolici. Questi furono aperti a partire dal 1880 assieme ad altri guidati da anglicani, presbiteriani e altre confessioni cristiane. Lo scopo dichiarato dalle autorità canadesi era quello di separare i piccoli indigeni dai genitori affinché venissero assimilati il più possibile alle logiche della società canadese "bianca" che aveva, come nei confinanti Stati Uniti, usurpato, ucciso e costretto nelle riserve le tribù native, conosciute come indiani d'America. L'ultimo collegio cattolico è stato chiuso nel 1996. "Gli ho spiegato quanto sia ritenuto fondamentale dai canadesi arrivare a una vera riconciliazione con le popolazioni indigene e ho sottolineato l'importanza della pubblicazione di scuse pubbliche con richiesta di perdono da parte del Vaticano", ha confermato lo stesso Trudeau, aggiungendo di aver invitato il pontefice a farlo quando visiterà il Canada. IL NUMERO dei bambini indigeni strappati ai propri cari è di 150 mila. Molti di loro hanno raccontato le angherie a cui erano sottoposti dai religiosi che sarebbero dovuti essere i loro mentori e sostituti dei genitori. Molti hanno subito abusi sessuali e ai più piccini, che terrorizzati dall'ambiente si facevano la pipì addosso, le suore usavano "redimerli" imbrattando loro il viso con le lenzuola ancora intrise di urina per poi farli stare in ginocchio per ore sul cemento. A chi invece osava parlare nella lingua madre (eschimese, inuit, ecc) veniva riempita la bocca di sapone per mondarla. Peccato che molti di loro non sapessero né il francese né l'inglese, le lingue dei conquistatori europei. Trudeau sta tentando di corroborare con questa richiesta direttamente rivolta a Francesco i lavori della Commissione per la verità e la riconciliazione con l'intento di aiutare le vittime ancora in vita e i loro discendenti a superare il trauma di quello che la maggior parte degli studiosi ritiene essere stato "un genocidio culturale" a opera delle varie chiese. Quelle cristiane coinvolte hanno già emesso scuse formali e pubbliche mentre il Vaticano non ha ancora confermato se farà lo stesso per quanto riguarda quella Cattolica. © RIPRODUZIONE RISERVATA