Il Fatto 17.6.16
Roma, manifestanti Atac sotto la sede dei Radicali. Il segretario Magi propone il referendum: “Renzi? dimostri di crederci”
Una
quindicina di manifestanti dell'Atac, durante lo sciopero del trasporto
pubblico locale, ha intonato cori contro il capogruppo in consiglio
Riccardo Magi, reo di portare avanti una battaglia perché nel 2019 ci
sia una gara pubblica aperta a tutti per l'affidamento del servizio. A
breve inizierà la raccolta firme: "L'azienda è usata da sempre come
bacino di voti. Se il Pd ci crede, ci dia una mano ai banchetti"
di Valerio Valentini
Più informazioni su: Atac, M5S, Matteo Renzi, Roma, Sciopero
“Ah
Magi, vie’ giù, facce ‘sta magia”. È questo lo slogan che hanno
intonato alcuni scioperanti dell’Atac davanti al portone della sede dei
Radicali italiani, a Roma. Erano una quindicina, i manifestanti che in
tarda mattinata si sono staccati dal raduno in corso a Piazza Venezia
per raggiungere la vicina Via di Torre Argentina. Alcuni di loro hanno
innalzato delle lettere giganti che, messe in fila, componevano la
scritta “#Rd 148 non si tocca”.
“Ecco, già il fatto che si
consideri immodificabile un regio decreto del 1931 dice molto della
situazione”. Riccardo Magi, segretario dei Radicali, ci scherza su:
“Quel provvedimento, che di fatto regola tuttora il contratto dei
ferrotranvieri, è una chiara espressione di una concezione
corporativistica del lavoro, tipica dell’epoca in cui fu varato”. Coi
manifestanti, Magi non si è potuto confrontare (“Mi sarebbe piaciuto, ma
a causa del loro sciopero sono arrivato in ritardo”), eppure non gli
sfuggono i motivi le ragioni del loro risentimento.
Al centro
delle proteste c’è infatti il referendum proposto proprio dai Radicali,
che è già stato ritenuto ammissibile in via preliminare dagli uffici del
Campidoglio. “Ora – spiega Magi – si parte con la raccolta vera e
propria delle firme”. Ne servono oltre 29mila, pari cioè all’1% dei
residenti romani. L’obiettivo è indire la consultazione nella primavera
del 2018. “Missione che oggi appare più fattibile, visto che anche
Matteo Renzi stamattina è sembrato favorevole alla nostra iniziativa”.
L’ex
premier, nella sua abituale diretta Facebook dalla sede del Nazareno,
ha citato la proposta dei Radicali, è vero, ma ha anche prospettato
soluzioni alternative per risolvere il caos dei trasporti pubblici
romani, visto che coi referendum il suo partito non ha raccolto grande
fortuna ultimamente. “Certo, ma noi ora lo chiamiamo alla prova dei
fatti. Lui e tutto il Pd”, precisa Magi. Che aggiunge: “Non ci interessa
mettere il cappello dei Radicali su questa proposta: noi vogliamo
semplicemente che l’iniziativa vada a buon fine”.
L’obiettivo,
sostanzialmente, è quello di mettere a gara il servizio dei trasporti
romano a partire dal dicembre del 2019, quando scadrà l’attuale
affidamento. “Sia chiaro: non è una privatizzazione. E soprattutto non è
una privatizzazione all’italiana, di quelle che finiscono per favorire
gli amici degli amici. Noi – prosegue Magi – pensiamo che il bene comune
non sia l’Atac, ma il trasporto pubblico”. E dunque l’idea è quella di
una gara aperta sia ad aziende pubbliche sia private, che si basi su una
misurazione oggettiva dei servizi offerti dai vari partecipanti, e che
sia trasparente e competitiva.
E gli eventuali esuberi? “Il testo
del quesito da noi proposto dice in modo esplicito che bisogna
prevedere delle clausole sociali per la salvaguardia e la ricollocazione
dei lavoratoti nella fase di ristrutturazione del servizio”, replica
Magi. Il quale è convinto che la messa a gara dei servizi sia, tra
l’altro, “l’ultima chiamata per il salvataggio di Atac”. Addirittura?
“Sì, perché sarebbe il solo modo per evitare il fallimento definitivo
dell’azienda, che ormai è decotta, e la sua conseguente svendita”.
Se
si è arrivati a questa situazione, secondo il segretario dei Radicali,
lo si deve al conflitto d’interessi che nella Capitale esiste tra il
controllore, cioè il Comune, e il controllato, ovvero l’Atac, la cui
proprietà appartiene interamente a Roma Capitale. “Tutti i partiti
dicono di voler sciogliere questo nodo, ma poi in realtà l’Atac fa
troppo comodo. E qualsiasi amministrazione, sia di destra sia di
sinistra, la usa come bacino clientelare di voti. Anche il Movimento 5
Stelle, di tutti i suoi propositi rivoluzionari di qualche anno fa,
sembra essersi dimenticato”. Magi, par di capire, dalla giunta di
Virginia Raggi non si aspetta alcun aiuto: “Ricordo che i grillini
all’epoca del sindaco Marino erano i primi sostenitori della messa a
gara del servizio a partire dal 2019. Poi, improvvisamente, durante la
campagna elettorale dell’anno scorso l’Atac diventò il fiore
all’occhiello della città, secondo loro”.
I Cinque Stelle uguali
agli altri, insomma? “Guardate, non voglio farne una questione di lotta
tra partiti”. Quello di Magi è piuttosto un appello: “Chiunque voglia, a
cominciare dal Pd, ora ha l’occasione di dimostrare coi fatti che crede
nella nostra iniziativa. Salgano pure sul nostro carro, facciano
propria la nostra proposta e ci aiutino a raccogliere le firme. Chissà
che poi la magia non ci riesca davvero”.