Il Fatto 12.6.17
Il vaccino è un presidio medico e la medicina non è un’opinione
La salute passa dalla conoscenza: ci si deve solo attenere alla pratica clinica sancita dalle ricerche scientifiche
di Leda Galiuto
Cara
professoressa, faccio l’ingegnere per “pagare le bollette”, ma amo
studiare i libri di medicina e documentarmi anche su riviste
scientifiche. Visto che la sua rubrica ha un taglio molto “concreto”, le
chiedo la sua opinione sull’utilizzo dei vaccini ai quali io
personalmente non credo.
Il medico è un professionista della
salute che ha studiato numerosi anni il corretto funzionamento del corpo
umano, le malattie che possono comprometterlo, i farmaci che lo curano,
le modalità per mantenerlo in salute. Un medico ha anche imparato il
metodo scientifico di valutazione e applicazione della medicina. Ha
sostenuto esami e valutazioni, ha spesso anche superato concorsi
pubblici ed esercita la medicina quotidianamente confrontandosi con la
salute e la malattia, con la vita e con la morte. È abituato ad
assumersi delle responsabilità legate ai propri pensieri e alle proprie
azioni con l’obiettivo unico di curare le persone. Certo la medicina non
è una scienza esatta e nessun medico è infallibile, ma di certo un
bravo professionista difronte a un quesito clinico esamina tutte le
possibilità diagnostiche (le chiamiamo diagnosi differenziali) e le
opzioni terapeutiche rispettando le linee guida internazionali frutto
dell’esperienza clinica e scientifica di esperti mondiali. E quando ci
si trova in “zone grigie” in cui la scelta terapeutica non è certa, si
fa un attento bilancio tra rischi e benefici, optando – anche come
valutazione di team – per l’approccio che dà massimi risultati con
minimi rischi. Il caso specifico dei vaccini non fa eccezione:
sottoposti a valutazione scientifica accurata che ha dimostrato la loro
efficacia e la loro sicurezza, i vaccini trovano la loro applicazione
nella prevenzione di alcune malattie secondo una precisa valutazione di
rapporto rischio-beneficio. Lo sa, io mi spendo molto in termini di
corretta informazione medica e divulgazione: la salute passa dalla
conoscenza. Proprio per questo mi sento autorizzata a dirle che
l’informazione va sempre filtrata dal buon senso e dall’esperienza
affinché si ottenga il risultato sperato in termini di salute. Comprende
bene che né io né nessuno dei miei colleghi possiamo avere una
“opinione” sull’utilizzo dei vaccini, ma dobbiamo attenerci alla buona
pratica clinica sancita da ricerche scientifiche, dati certi e linee
guida internazionali. La sua “credenza”, per quanto forte della sua
apprezzabile passione per la medicina e della sua cultura in materia,
lascia il tempo che trova, visto che la medicina non è “credenza”, ma
scienza. Immagini di progettare un palazzo e io le dica: “Sa, ingegnere,
non credo che quel pilastro sia indispensabile per la stabilità della
struttura, facciamone a meno”. Lei cosa mi risponderebbe?
di Leda Galiuto