Corriere 1.6.17
La sfida low cost dei norvegesi: «Da Roma agli Usa con 180 euro»
Il via a novembre con i voli verso New York e Los Angeles. I piani per Milano
Leonard Berberi
ROMA
A parte il volo, tutto il resto si paga extra. La scelta del posto. Il
pasto a bordo. Il bagaglio in stiva. Le bibite. Ma è, del resto, la
filosofia del viaggio low cost . Pochi servizi, prezzi ridotti. Soltanto
che in questo caso la destinazione non è dietro l’angolo. Si atterra
lungo la costa orientale americana. O ci si affaccia sul Pacifico. A
cifre più basse anche del 20-30% rispetto alla media. Tra cinque mesi
decollano da Roma i collegamenti a basso costo di lungo raggio di
Norwegian, la terza low cost europea per numero di passeggeri (circa
trenta milioni nel 2016 di cui un milione nostri connazionali).
Dal
9 novembre si parte verso New York-Newark (da 179 euro a tratta) e Los
Angeles (da 199 euro). Poi verso San Francisco dal 6 febbraio 2018
(sempre da 199 euro): 115 mila biglietti sono già in vendita da ieri.
Con la prospettiva, «magari tra un annetto», di ripetere l’operazione a
Milano. Perché Bjørn Kjos, amministratore delegato di Norwegian, non
nasconde i suoi piani.
Il calendario prevede quattro collegamenti
alla settimana verso New York (dove volano American Airlines, United,
Delta Air Lines e Alitalia) e altri due verso Los Angeles (dove opera
l’ex compagnia di bandiera) da novembre a febbraio. Quando a Fiumicino
arriverà il secondo Boeing 787 (con 291 posti di cui trentadue in classe
Premium e 259 in Economy) i viaggi per la «Grande mela» diventeranno
sei alla settimana e quelli per Los Angeles tre. Su San Francisco la
frequenza sarà, all’inizio, di un paio ogni sette giorni.
«Non ci
fermiamo qui», dice Kjos al Corriere . «L’Italia e il Sudamerica hanno
forti legami e stiamo pensando di collegarle con voli diretti, possiamo
farlo perché abbiamo aerei in grado di arrivare lontano». Quanto
lontano, l’amministratore delegato della compagnia che entro il 2020
avrà 42 jet per il lungo raggio, lo dice da sempre. Da mesi, per
esempio, vorrebbe atterrare in Asia: «Ma soltanto se i russi ci
autorizzano a sorvolare il corridoio siberiano». E da un po’ vorrebbe
usare l’Italia come hub verso l’Africa: «Perché per andare laggiù devo
fermarmi a Istanbul o a Dubai, quando posso far sostare i passeggeri a
Roma?».
Sempre più passeggeri non escludono di volare low cost per
raggiungere l’America. E non è un caso se oggi da Barcellona — dove
Norwegian inizierà il 5 giugno — decolla la low cost intercontinentale
Level, del gruppo Iag (holding di British Airways, Aer Lingus, Iberia,
Vueling).
Così come non è un caso se altri vettori tradizionali —
come Lufthansa con Eurowings e Air France-Klm con Boost — hanno deciso
di offrire alternative a poco prezzo per attirare ancora più passeggeri.
In attesa che Norwegian concluda gli accordi con i colossi Ryanair (117
milioni di passeggeri nel 2016) ed easyJet (74,5 milioni) che — secondo
Kjos — «alimenteranno» i suoi aerei portando i viaggiatori europei
verso i grandi hub di Norwegian e poi verso Est o Ovest, e gli americani
(e gli asiatici) in ogni angolo del Vecchio Continente.