mercoledì 14 giugno 2017

Corriere 14.6.17
Perché non facciamo figli
Istat, nascite ancora in calo costante dal 2008
Una mamma su quattro si ferma al primogenito: solo per il 21% si tratta di una scelta economica
Alessandra Arachi


ROMA È un’emorragia che non accenna a finire. Siamo sempre meno in Italia, con l’indice di fertilità più basso d’Europa. E anche quest’anno l’Istat segnala una diminuzione della popolazione: 76 mila persone in meno in dodici mesi e il numero si contiene solo grazie alla presenza dei cittadini stranieri che ormai superano l’8% del totale della popolazione, ovvero 60 milioni 589 mila 445 di cittadini (al 31 dicembre 2016).
Le culle del nostro Paese sono vuote, e continuano a svuotarsi. È dal 2008 che le nascite in Italia calano e nel 2016 il trend si è confermato con decisione: sono venuti al mondo 12 mila bimbi in meno rispetto all’anno precedente, per un totale di meno di mezzo milioni di bimbi (473.438 per la precisione), con 69 mila bimbi stranieri. Ma non è solo colpa della crisi economica. In una ricerca mirata, Giorgio Alleva, presidente dell’Istat, ha messo a fuoco come una donna su quattro che ha già un figlio dichiara di non volerne un altro. Solo il 21% di queste mamme dice che è per problemi di soldi. E quindi? Perché in Italia si finisce per non fare figli?
Il ragionamento è articolato. Il presidente Alleva lo riassume così: «Tutti i tempi si sono spostati in avanti e i tassi di fertilità ne risentono». In effetti a guardare la ricerca si vede come dal ‘76 l’età del primo figlio si è alzata dai 24,7 anni ai 30,8. Ma c’è altro. Alleva parla della «cultura del free child » che qui non abbiamo ancora studiato con basi scientifiche, ma che ci circonda e si diffonde nel nostro quotidiano: «È un fenomeno che si sta studiando a livello internazionale e che da noi si sta sviluppando. Donne che non hanno intenzione di mettere al mondo figli, semplicemente perché preferiscono fare altro, non avere legami».
Guardiamo i numeri della ricerca Istat: nel 1926 la media di figlio per donna in Italia era 3,51, diventata 2,34 nel 1952 e ancora sopra il due (2,11) nel 1976. È da allora che si comincia ad andare sotto la soglia della riproduzione paritaria (due figli che nascono da due genitori). E nel 2015 abbiamo questo triste record: 1,35 figli per donna. Il free child non è stato ancora studiato come fenomeno statistico o scientifico, ma ci vuole poco a capire quanto sia diffuso nella società . E molto di questo dipende dal desiderio di occuparsi a tempo pieno del proprio lavoro e anche della carriera. Secondo l’Istat quasi una mamma su tre (32,2%) non lavorava prima di avere figli e non lavora nemmeno dopo, il 14% abbandona invece il lavoro durante la gravidanza — volontariamente, oppure perché lo perde — e soltanto il 4% inverte la tendenza e trova un lavoro dopo aver avuto un figlio.