venerdì 5 maggio 2017

 INTERNAZIONALE

Sognare a comando per vivere meglio

Michelle Carr, New Scientist, Regno Unito.
Stati di coscienza che oscillano tra il sonno e la veglia,
i sogni lucidi potrebbero aiutare molte persone a
superare l’ansia, le fobie o un grande dolore-


Stavo scappando da una figura oscura e mostruosa quando ho cominciato ad avere la sensazione di essere già stata in quel luogo, fuggendo dallo stesso uomo. Ho capito che era un brutto sogno e che, negli ultimi tempi, lo avevo fatto spesso. Solo che questa volta mi sono fermata di scatto per affrontare il mio aggressore: "Chi sei?", ho gridato. "Cosa vuoi?". ero in un sogno lucido, uno stato di coscienza tra la veglia e il sonno in cui le persone sognano ma sono consapevoli e controllano le loro azioni. Di solito uso i sogni per divertirmi – per esempio per volare o per esplorare – ma a volte divento lucida durante un brutto sogno o un incubo. All'inizio, ogni volta che succedeva, mi costringevo a svegliarmi. Poi ho capito che potevo cambiare i sogni dall'interno. Gli psicologi si sono sempre interessati all'uso dei sogni per riscrivere gli incubi o per aiutare i pazienti a superare le loro paure. Ma la possibilità di usare i sogni lucidi era abbastanza limitata perché è difficile attivarli e, come succede con tutti i sogni, il loro ricordo svanisce velocemente al risveglio. Oggi, però, grazie alla scoperta di sistemi efficaci per indurre questo genere di sogni, la situazione potrebbe cambiare. Sta pefrino diventando possibile comunicare con chi sogna e registrare cosa succede nei sogni. Simili progressi aprono la strada alla prospettiva entusiasmante di poter entrare in questo stato mentale e creare delle terapie per chi ha gli incubi, soffre di ansia o ha altri disturbi. Presto potremo curare la gente mentre sogna. Ho imparato a rendere lucidi i sogni vari anni fa, per caso. Quando andavo a letto o mi svegliavo rimanevo spesso sospesa in un terribile stato di dormiveglia: ero vigile ma incapace di muovermi e di parlare, un disturbo chiamato paralisi nel sonno. Per uscirne preferivo riaddormentarmi invece di forzarmi a rimanere sveglia. E dal momento che, mentre mi assopivo, mantenevo qualche forma di consapevolezza, spesso il risultato era un sogno lucido. In realtà il mio sistema non era molto diverso dalle tecniche impiegate per indurre deliberatamente i sogni lucidi. Sensazione di potere Gli esseri umani fanno sogni lucidi e ne scrivono da migliaia di anni. Oggi, con la risonanza magnetica, abbiamo capito molto meglio cosa succede durante questi sogni. Confrontando le scansioni cerebrali delle persone sveglie, addormentate o mentre fanno un sogno lucido abbiamo accertato un fatto che si sospettava da tempo: i sogni lucidi sono uno stato a metà strada tra il sonno Rem, in cui avviene la maggior parte dei sogni, e la veglia. A differenza dei sogni normali, quelli lucidi implicano un'attività cerebrale in aree associate alla memoria di lavoro e in regioni con un ruolo nelle funzioni cognitive superiori, come la pianificazione e il controllo del comportamento. I sogni sono sempre stati al centro delle terapie psicologiche, per molte ragioni. Gli incubi ricorrenti possono essere il sintomo di ansie, di un disturbo post traumatico da stress o di altre patologie. Parlare dei sogni durante la terapia analitica può offrire ai pazienti un modo protetto per approfondire argomenti traumatici, e cercare di riscriverli potrebbe aiutare a superare le fobie o il dolore. I pazienti sono incoraggiati a usare una strategia nota come imagery rehearsal therapy, o terapia della ripetizione immaginativa, in cui ripetono e poi cercano d'interpretare scenari alternativi all'interno di un sogno o di cambiare lo svolgimento degli incubi. I primi indizi che l'onironautica (l'esperienza del sogno lucido) può rafforzare e perfino espandere l'uso terapeutico dei sogni sono arrivati nel decennio scorso, quando gli psicologi hanno scoperto che le persone capaci di fare sogni lucidi hanno più probabilità di resistere ai traumi e di evitare gli incubi. Poi, nel 2015, Brigitte Holzinger e i colleghi dell'istituto per la ricerca della coscienza e del sogno di Vienna hanno dimostrato che i sogni lucidi rendono più efficace la terapia per gli incubi. Holzinger ha chiesto ai pazienti sottoposti a una variante della terapia della ripetizione immaginativa di provare ad avere sogni lucidi. Chi ci riusciva, smetteva di avere paura di dormire e cominciava ad apprezzare la propria vita onirica. Un paziente ha scoperto che, durante un incubo, poteva tornare al momento precedente l'inizio della minaccia e proseguire il sogno in una direzione diversa. Secondo i pazienti, i sogni lucidi davano una sensazione di potere e di controllo che si rifletteva anche sulla vita da svegli, un cambiamento apprezzato rispetto alla sensazione d'impotenza avvertita negli incubi. È il risultato ottimale per questo tipo di terapia: consentire ai pazienti di affrontare la causa del loro trauma o della loro ansia guidando o cambiando il corso dei sogni. Per attuare strategie come questa i pazienti devono prima imparare a fare sogni lucidi, e anche con i migliori metodi esistenti i risultati non sono garantiti. Ora, però, i ricercatori hanno trovato un modo per indurre i sogni lucidi. Nel 2014 Ursula Voss e i colleghi dell'università Goethe di Francoforte hanno scoperto che si poteva usare una tecnica nota come stimolazione transcranica a corrente alternata: si applica una debole corrente elettrica alla corteccia frontale del cervello durante la fase Rem del sonno. Il più delle volte la tecnica funziona. "Stimolare l'area frontale è come mettere nel sonno l'attività 'da svegli'", afferma Cloé Blanchette­Carrière del laboratorio dei sogni e degli incubi di Montréal, in Canada. Invece di sperare che i pazienti imparino a fare sogni lucidi, Blanchette­Carrière studia i trattamenti che possono indurli: "Vogliamo usare questo metodo con chi soffre di incubi o di un disturbo post traumatico da stress, per consentirgli di modificare o controllare i suoi sogni", dice. Il passaggio successivo è comunicare con qualcuno quando è addormentato, per fornire un aiuto esterno quando affronta la causa di un trauma. A molti sarà capitato d'inglobare in un sogno un suono del mondo esterno, il rumore di un clacson che arriva dalla strada o la musica di una radio poco lontana. Ma è possibile mandare di proposito messaggi nei sogni di qualcuno? Messaggi dall'esterno Per scoprirlo Kristofer Appel, studioso del sonno e dell'attività onirica all'università di Osnabrück, in Germania, ha reclutato alcune persone capaci di procurarsi sogni lucidi, e ne ha monitorato le onde cerebrali e i movimenti oculari mentre dormivano. Durante i sogni lucidi è possibile muovere deliberatamente gli occhi, perciò Appel ha chiesto ai volontari di fargli capire quando erano lucidi guardando due volte da sinistra verso destra. Una volta ricevuta questa conferma, Appel inviava messaggi nei loro sogni usando un segnale acustico o una luce lampeggiante. Su dieci volontari, sette hanno riferito di aver inserito i segnali acustici o luminosi nei loro sogni. Il suono diventava il rumore di una nave, di un'automobile o di un cellulare. Alcuni hanno registrato le luci trasformando il sogno in un'alternanza di colori vividi o scuri, per altri erano i fulmini di un temporale o una lampada che si accendeva e spegneva. Chi si era accorto dei segnali acustici e visivi aveva capito che erano messaggi dal mondo esterno. Appel voleva mandare messaggi più complessi e voleva anche che i sognatori reagissero. Quindi ha chiesto agli stessi volontari d'imparare il codice Morse per i numeri. L'idea era usare dei segnali acustici per inviare ai sognatori delle semplici operazioni aritmetiche, come 3 + 5 oppure 7 – 2. I volontari, che non sapevano i numeri in anticipo, dovevano rispondere con i segnali oculari usando l'alfabeto Morse. Il numero 3, per esempio, corrisponde a tre punti e due linee, perciò il volontario doveva guardare tre volte a sinistra e due volte a destra. Tutti avevano la sensazione che la posta in gioco fosse alta. Molte persone capaci di avere sogni lucidi hanno passato mesi o anni a capire come indurli. Anche se pensavano di poter comunicare rimanendo dentro il sogno, i volontari temevano di fare una brutta figura svegliandosi troppo presto o non captando i segnali. Ma per almeno tre di loro l'esperimento è riuscito: non solo hanno riconosciuto i segnali, ma hanno anche dato le risposte corrette. Un partecipante ha raccontato di essersi guardato intorno, nel sogno, alla ricerca di qualcosa che potesse trasmettere segnali dall'esterno. Era in una stazione di autobus e ha visto una macchina per comprare i biglietti. La macchina ha cominciato a emettere dei segnali: "Ero così contento, ho decodificato il primo messaggio, ho confermato i numeri, ho risolto il problema e ho risposto al mondo esterno: 4+4 = 8. Poi ho continuato a camminare per la strada dicendo a tutti quelli che incontravo che stavo risolvendo dei problemi all'interno di un sogno lucido", ha detto. Tuttavia affidarsi ai soli movimenti oculari limita la quantità d'informazioni che si possono trasmettere. Perciò Remington Mallett, un ricercatore che lavorava all'università del Missouri di St. Louis, ha usato un'interfaccia neurale, un'apparecchiatura che consente al cervello di comunicare direttamente con un dispositivo esterno, come un computer. Mallett era convinto che le persone che facevano sogni lucidi fossero in grado di usarlo, perché l'attività cerebrale durante i sogni lucidi tende a sovrapporsi a quella della veglia. Se durante un sogno lucido s'immagina di stringere il pugno, per esempio, è possibile registrare un'attività nella corteccia motoria del cervello e perino delle contrazioni muscolari nel polso di quella mano. Mallett voleva capire se si poteva controllare un'interfaccia neurale dall'interno di un sogno. Così ha reclutato due persone che avevano imparato a fare sogni lucidi da soli per sperimentare una semplice cuffia, l'Emotiv Epoc. Questo dispositivo mappa l'attività cerebrale e poi usa i suoi segnali per raggiungere determinati obiettivi al computer. Se immaginate di muovere il cursore su uno schermo, si muove davvero: "Praticamente riuscite a spostare degli oggetti virtuali con la mente", dice Mallett, come una specie di "trucco mentale da Jedi". Per prima cosa Mallett ha insegnato ai volontari – svegli e sdraiati con gli occhi chiusi – a spostare un oggetto sullo schermo del computer usando solo la mente. Quando hanno raggiunto una precisione del 75 per cento, erano pronti a svolgere lo stesso compito nel sonno. Hanno comunicato a Mallett di essere diventati lucidi con dei movimenti oculari da sinistra verso destra e poi si sono messi al lavoro. Mallett ha visto il segnale di entrambi i volontari e, subito dopo, l'oggetto si è mosso chiaramente in avanti sullo schermo. Un volontario ha raccontato che da sveglio, mentre si esercitava, aveva immaginato un guerriero di un videogioco che spostava l'oggetto in avanti. Durante il sogno aveva fatto lo stesso. Perciò nella sua mente, mentre dormiva, c'era lui come sognatore, e nella sua mente che sognava c'era l'immagine mentale di una piccola tartaruga ninja che spostava il blocco. "È una faccenda molto meta", dice Mallett. "Immagini d'immaginare qualcosa. Noi prendiamo questo compito cognitivo mentale e lo osserviamo oggettivamente". È un primo passo verso la capacità di trasmettere il contenuto dei sogni al mondo esterno in tempo reale. Un finale diverso Questo metodo potrebbe anche aiutare a controllare le protesi degli arti. Come quando si spostano degli oggetti sullo schermo, un'interfaccia neurale può captare l'attività nella corteccia motoria se immaginiamo di muovere un braccio, mandando i segnali alla protesi. Questi dispositivi sono stati usati per ripristinare il controllo cerebrale della deambulazione in chi ha una lesione al midollo spinale. Le persone con la paralisi degli arti inferiori, che devono imparare a controllare un esoscheletro (una protesi robotica per la deambulazione), affrontano un ulteriore ostacolo perché il cervello può dimenticare come si mandano i segnali motori alle gambe. Ad agosto del 2016 Walk again (cammina di nuovo), un progetto internazionale guidato da Miguel Nicolelis della Duke university di Durham, nel North Carolina, ha aiutato alcune persone con paralisi parziale a riacquistare in parte il controllo dei muscoli negli arti inferiori. I pazienti hanno prima imparato a usare l'attività cerebrale per controllare un avatar nella realtà virtuale, facendolo camminare in un campo. Questo ha consentito al cervello di imparare di nuovo a inviare segnali motori. Così, quando hanno usato un vero esoscheletro, i pazienti hanno imparato più rapidamente a controllarlo. Con i sogni lucidi le persone potrebbero esercitare i muscoli mentali ogni notte e questo li aiuterebbe a passare al controllo di un vero esoscheletro. Oltre ad avere molte applicazioni terapeutiche, controllare i sogni lucidi potrebbe consentirci di sfruttare meglio il nostro potenziale creativo. Molte persone, infatti, trovano ispirazione nel sonno. Paul McCartney, il musicista dei Beatles, ebbe lo spunto per la melodia di Yesterday mentre dormiva e il chimico russo Dmitrij Mendeleev vide in sogno la struttura della tavola periodica degli elementi. Ma, come sappiamo bene, quando l'ispirazione ci sorprende mentre dormiamo dobbiamo precipitarci a scrivere tutto al risveglio. I nuovi dispositivi, come la cuffia nello studio di Mallett, potrebbero essere usati per registrare le idee dei sogni lucidi. Appel sta sviluppando una maschera del sonno che potrebbe registrare l'alfabeto Morse dei movimenti oculari per consentire a chi dorme di trasmettere dei messaggi. Sta anche sperimentando i messaggi di testo, che ci sono più familiari: "I sognatori si limitano a indicare i tasti con gli occhi e noi seguiamo i loro movimenti", afferma. Con il miglioramento delle tecniche per indurre i sogni lucidi e comunicare con gli onironauti, le possibilità potranno solo aumentare. Il potenziale è straordinario. Immaginate, dopo un lungo periodo di lutto, di poter finalmente pronunciare quell'addio che non eravate riusciti a tirare fuori. O di superare una paura persistente mentre ricevete messaggi di sostegno dal mondo "sveglio", oppure di mettere fine a un incubo ricorrente scegliendo un finale diverso. Come dice Blanchette-Carrière: "Se riusciremo a controllare i sogni, avremo più controllo anche sul nostro comportamento nella vita reale".
L’autrice Michelle Carr è una ricercatrice che si occupa del sonno e dei sogni allo Sleep laboratory della Swansea university, nel Regno Unito.