Repubblica 27.5.17
La Segretaria Cgil alla camera
Camusso: “Un pasticcio testo peggio del passato”
di Valentina Conte
ROMA.
Scuote la testa, Susanna Camusso. Giacca blu, maglia salmone, è appena
uscita dalla sala antistante a quella del Mappamondo alla Camera dove,
arrivata a sorpresa attorno alle 15, non si è persa una battuta del
dibattito sui voucher in commissione Bilancio, seduta davanti allo
schermo tv del circuito interno. «È un gran pasticcio, si continua a
svalutare il lavoro», dice perplessa la leader Cgil. «Sembra che nessuno
voglia la norma, prendono tutti le distanze, a destra, a sinistra, al
centro, dentro e fuori il Pd. Eppure il testo esiste ed è persino
peggiore del passato. Stesso strumento, platea più ampia, zero diritti».
Una «telenovela », l’aveva bollata ad inizio giornata in sala Santi,
casa madre Cgil di Corso d’Italia. Quando ancora circolava un testo
corsaro. Rosato diceva di essere pronto a ritirarlo. Ma la Finocchiaro
invece ribadiva piena sintonia tra Parlamento e Palazzo Chigi. «Mi
sembra un’operazione chiarissima», sibila tra uno sbuffo di sigaretta e
l’altro.
«C’è uno strano film in onda. Non si capisce chi ha la
palla del gioco. Poi spunta la norma di notte, senza padri. E la mattina
il consigliere del Palazzo la rivendica sui giornali». Non lo nomina
mai, ma nel mirino c’è Marco Leonardi, bocconiano 45enne e consigliere a
Palazzo Chigi, subentrato a Tommaso Nannicini. «Oramai le scelte
politiche le fanno i consiglieri», sgrana gli occhi. «La verità è una
sola: il governo ha abolito i voucher per impedire il voto dei
cittadini. E ora li rimette violando l’articolo 75 della Costituzione.
Ricorreremo alla Consulta, proseguiremo le mobilitazioni davanti alle
Prefetture, chiederemo l’intervento di Mattarella, chiameremo gli
italiani a una grande manifestazione ». I Cinquestelle la attaccano: «Si
presenta in commissione per aizzare la milionesima lite tra Pd e
fuoriusciti». Il presidente Boccia la difende: «Lo trovo un gesto di
attenzione verso i lavori del Parlamento». Alle 18,30, a dibattito
finito, qualcuno le chiede: «Farà notte?». «No, me ne vado. Ma sto
affilando le armi».