Repubblica 25.5.17
Il saluto romano del “cappellano dei camerati”
Il gesto-shock di don Amendola durante la commemorazione al cimitero di un rapinatore squadrista
di Paolo Berizzi
MILANO
 E il prete fece il saluto romano per commemorare il rapinatore 
squadrista. «Per il camerata Umberto Vivirito… presente! Per il camerata
 Umberto Vivirito… presente!». Scandito due volte. Con il sacerdote che 
allunga il braccio destro accanto alle tombe e alla bandiera di 
Avanguardia Nazionale. Cimitero Maggiore di Milano, sabato 20 maggio. Lo
 stesso luogo dove il 29 aprile scorso mille camerati hanno sfidato (e 
beffato) il divieto della Prefettura mettendo in piedi una parata in 
stile paramilitare in ricordo dei caduti della Rsi. Questa volta la 
cerimonia è ristretta: si celebra il quarantennale della morte di 
Salvatore Umberto Vivirito, ex militante neofascista di Avanguardia 
Nazionale, morto il 21 maggio 1977, a soli 22 anni, a seguito di una 
ferita da arma da fuoco rimediata nel corso di una rapina, due giorni 
prima, a una gioielleria di piazza Udine, a Milano. Vivirito assassinò, 
crivellandolo con sei colpi di pistola, il titolare del negozio, Ernesto
 Bernini (anche la moglie di quest’ultimo rimase gravemente ferita). 
L’assalto doveva servire — stando agli avanguardisti — per finanziare un
 non precisato gruppo eversivo di estrema destra di cui lo squadrista, 
assieme ad altri “sanbabilini”, faceva parte dopo lo scioglimento di 
Avanguardia.
Torniamo a sabato scorso: la cerimonia per Vivirito —
 vi partecipano parenti e amici — è celebrata da don Orlando Amendola, 
cappellano del Campo X del cimitero Maggiore (dove sono sepolti appunto i
 caduti della Rsi). Nella sua orazione il sacerdote ricorda il camerata 
rapinatore sottolineandone le qualità di “eroe della solidarietà”, il 
“coraggio di combattente”, l’ostinazione nel “battersi quando vedeva 
l’ideale umano oltraggiato”. Passaggi paradossali ai quali seguono le 
testimonianze di altri due camerati: uno tiene in mano la bandiera con 
il simbolo di Avanguardia Nazionale (la formazione neofascista nata nel 
1960, dichiarata fuorilegge dal Ministero dell’Interno nel 1976 e rinata
 l’anno scorso con a capo ancora il leader Stefano Delle Chiaie). La 
commemorazione di Vivirito si chiude con il rito fascista del 
“presente”. Eseguito da tutti, prete compreso. Il video è stato postato 
su Youtube e sul sito di “Fascinazione” (lo ha notato l’Osservatorio 
sulle nuove destre).
La cosa che colpisce di più è il saluto 
romano di don Amendola (il gesto è vietato dalla legge italiana). Ma chi
 lo conosce sa che il sacerdote non è nuovo a esibizioni “politiche” a 
sostegno dell’estrema destra. Un anno fa si fece fotografare a un gazebo
 elettorale con il candidato Stefano Pavesi (della formazione neonazista
 Lealtà Azione) eletto con la Lega Nord. Il “cappellano dei camerati”: 
lo chiamano così, don Amendola. Ogni anno è presente alla cerimonia in 
ricordo dei caduti della Rsi nel “suo” Campo X. Una cerimonia che i 
camerati facevano cadere provocatoriamente il 25 aprile, giorno della 
Liberazione dal nazifascismo. Quest’anno la Prefettura l’ha vietata. I 
militanti “neri” hanno “rimediato” quattro giorni dopo, il 29 aprile. 
Con la benedizione del loro amato prete.
 
