sabato 20 maggio 2017

La Repubblica 19.5.17 
Di Sara Strippoli

“Che emozione quei reading da lassù...”
Nemmeno lo stop and go della mongolfiera frena gli appuntamenti “off” sparsi in città



Il vento forte limita i viaggi del pallone aerostatico “Turin eye”, con a bordo scrittori che leggono i classici. Ma i fan irriducibili non si fanno scoraggiare E Amitav Ghosh all’università elogia le location alternative: “Qui è più bello”
TORINO Sale, non sale? Gaia e Maria Sole hanno sedici anni. Sono davanti all'Arsenale della Pace che a Torino accoglie i migranti. La mongolfiera Turin Eye, pezzo forte del Salone che si apre alla sua città, va su e giù, ma solo per le prove del vento. La delusione lascia spazio alla speranza quando le condizioni del tempo migliorano. Sono venute, raccontano, perché fan di Guido Catalano, che si fa immortalare davanti al pallone aerostatico con il libro di Dino Buzzati Un amore. Ha scelto questo romanzo, dice lo scrittore perché «L'ho letto soltanto un anno fa e sono stato flashato da questa storia d'amore impossibile». La follia ideata da Giuseppe Culicchia, che per il Salone Off ha scelto luoghi stravaganti di una Torino anche un po' inedita per provare a vedere che effetto fanno le parole nell'altrove delle sale, ha spinto fuori dal Lingotto i più avidi di emozioni. Dopo tentativi e tentennamenti, la mongolfiera sale fino a dieci metri d'altezza. Più in su oggi non si può andare. Lo spettacolo scenografico è rimandato a domani e domenica, quando il meteo darà il via libera. Abbastanza però per vedere la Mole, per scorgere il grattacielo progettato da Renzo Piano, uno dei simboli della Torino che si è scrollata di dosso il peso della città industriale. Catalano legge la descrizione appassionata del cinquantenne ossessionato dalla giovane prostituta Adelaide e riflette che poche ore dopo, proprio dal grattacielo di Intesa lì davanti, sarà Daniel Pennac a leggere le vicende del suo Malaussène. Storie diversissime, sguardi speculari dall'alto. Stefano è uno studente di medicina e aspetta Levante. La cantante di origine siciliana partita da un locale torinese per scalare le classifiche ha in mano L'arte della gioia dell'attrice, scrittrice Goliarda Sapienza: «E il mio libro preferito – dice –. Leggere volando mi pare un'idea bellissima. Non so quale potrebbe essere l'atmosfera lassù, forse potrebbe cambiare la mia voce, forse potrei fare fatica a concentrarmi». Stefano è un irriducibile del Salone del Libro, per lui sempre e solo abbonamenti per essere presente cinque giorni su cinque al Lingotto: «Non mi perdo un'edizione da anni ma quest'anno ho deciso che questa volta avrei tentato un approccio diverso con le parole ». Dieci minuti lungo la Dora e il Salone firmato da Nicola Lagioia invade un altro simbolo della città che ha lottato per rinnovarsi. Al Campus Einaudi dell'università di Torino, gli studenti accolgono Amitav Ghosh, qui per parlare di ambiente e giustizia sociale. Anche lui nota che i luoghi fanno la differenza: «Ero già stato qui a Torino all'università in passato. Ma era nel vecchio edificio e devo dire che questo è molto meglio». Se il gioco è flirtare con i simboli, oggi entra in scena il sommergibile Andrea Provana, classe 1915, Regia Marina. Se ne sta placido lungo il Po, al Valentino, e sono molti i torinesi che nulla sanno della sua esistenza. Questo pomeriggio gli eccentrici della Libropoli torinese potranno immaginare un viaggio avventuroso nel tempo e nello spazio ascoltando Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne letto da Bruno Gambarotta. Upperside e underground. Ci vorrebbe una guida esperta per condurre i lettori in questo viaggio immaginato nella Torino illuminista e per questo attratta irrimediabilmente dall'irrazionale. Stasera i più audaci si cimentano con la seduta spiritica al Cimitero monumentale. Con Paolo Nori e Valeria Parrella, grazie al Festival napoletano Un'altra galassia, si supera il confine fra le tombe con La dama di picche di Puskin. ©RIPRODUZIONE RISERVATA