giovedì 11 maggio 2017

La Repubblica, 10.5.2017
dalla corrispondente da Parigi 
Anais Ginori


«Il partito socialista è morto». Nella lunga storia di annunci mortuari presto smentiti, quello fatto ieri mattina da Manuel Valls sembra più grave di altri. Bastava guardare le facce da funerale dei dirigenti socialisti all'ingresso di rue Solférino, sede del partito vecchio di più di un secolo. Dopo aver avuto il candidato alle presidenziali eliminato al primo turno con un umiliante 6,35%, il partito si riuniva per cercare di evitare una nuova débâcle alle elezioni politiche previste tra un mese. Il partito socialista potrebbe passare dagli attuali 270 a una trentina di parlamentari all'Assemblée Nationale, minimo storico. In una giornata già tormentata, Valls ha lanciato la sua bomba, annunciando in diretta alla radio di volersi candidare con il movimento En marche, prendendo così la guida dei socialisti pronti ad abbandonare il partito in agonia ed entrare nella "République en Marche", ovvero la lista di coalizione che Emmanuel Macron sta preparando con transfughi di sinsitra e destra per ottenere una maggioranza in Parlamento. Oltre a spiazzare il Ps, Valls ha colto di sorpresa anche il movimento di Macron che non gli ha riservato una calorosa accoglienza. «Dovrà presentare regolare candidatura alla commissione elettorale, come fanno tutti gli altri», ha fatto sapere il portavoce di En Marche, Grégoire Devaux. Un altro responsabile ha detto che il collegio elettorale a cui punta l'ex premier è già promesso a qualcun altro. Entro domani saranno presentati i nomi dei 577 candidati di "République en Marche" e si capirà se Macron vuole davvero infliggere un'umiliazione all'ex capo del governo. Coincidenza o meno, lunedì sera è andato in onda un documentario sulla campagna elettorale nel quale si sente il candidato centrista sparare a zero contro il "traditore" Valls, accusato di aver scavato la fossa a François Hollande. «Se qualcuno vuole candidarsi altrove, dovrà lasciare il partito », ha tuonato Jean-Christophe Cambadélis. Il segretario del Ps assomiglia ormai sempre più al capitano del Titanic alla deriva. Come se niente fosse, ha presentato ieri i manifesti per le elezioni politiche e ha fatto approvare una "piattaforma" politica su cui radunare le varie anime della sinistra. Anche se i sondaggi prevedono che Macron potrebbe ottenere una maggioranza autonoma, Cambadélis è convinto che ci saranno margini di manovra, soprattutto su possibili accordi di desistenza tra primo e secondo turno delle elezioni quando ci saranno ballotaggi, triangolari o addirittura quadrangolari. Alla fine, è il ragionamento dei cacicchi del Ps, il nuovo presidente avrà comunque bisogno dell'appoggio dei socialisti in Parlamento. Un sostegno «leale» come ha promesso l'attuale premier Bernard Cazeneuve oppure «critico ma costruttivo» come dice la ministra Najat Vallaud-Belkacem. È la linea che predilige anche Stéphane Le Foll, portavoce del governo e hollandiano di ferro che domenica sera era all'Eliseo. Quando alle 20 è stata annunciata la vittoria di Macron si sono sentiti gli applausi. «Dobbiamo dare un contributo mantenendo la nostra identità e la nostra storia», spiega. Non è un mistero il fatto che il capo di Stato ha perdonato il suo pupillo, se davvero hanno mai litigato, e spinge per un appoggio convinto al nuovo leader. Hollande non è probabilmente dispiaciuto del marasma in corso al Ps, è una sorta di rivincita dopo che molti del suo partito hanno sabotato le sue riforme. I "frondisti" di Benoît Hamon che hanno fatto la guerriglia a Hollande, sconfitti alle presidenziali, minacciano ora di organizzare liste dissidenti. Il programma per le elezioni politiche presentato ieri da Cambadélis non è infatti stato sottoscritto dagli esponenti vicini a Hamon. L'ex candidato sconfitto ha lanciato pochi minuti dopo la vittoria di Macron un appello per una coalizione tra socialisti, ecologisti, comunisti e persino con il movimento di Mélenchon. «Se la sinistra si presenta unita può essere maggioritaria in Parlamento, ne sono certo », ha spiegato Hamon. Non è ancora chiaro se il suo progetto di Union de la gauche potrà diventare anche un nuovo movimento politico, come alcuni sostengono. Di sicuro, anche lui è fra quelli che hanno fretta di seppellire il vecchio Ps. ©RIPRODUZIONE RISERVATA