mercoledì 24 maggio 2017

Internazionale 19.5.17
Ulrike Herrmann, Die Tageszeitung, Germania

Brutte notizie per i fan del libero scambio illimitato: la corte di giustizia dell'Unione europea ha stabilito che gli accordi di libero scambio dell'Unione devono essere ratificati anche dai parlamenti nazionali, soprattutto se prevedono le contestate clausole di protezione degli investimenti. Una sentenza attesa, ma che può avere conseguenze importanti. Gli accordi di libero scambio, così come erano stati pensati, perdono senso. In realtà il loro obiettivo non è mai stato incentivare la libera circolazione delle merci, ma rafforzare il potere delle aziende. Le clausole di protezione degli investimenti permetterebbero infatti alle multinazionali di fare ricorso contro gli stati ogni volta che considerano compromesse le loro "legittime aspettative" di guadagno. Alle imprese basterebbe minacciare una causa miliardaria per evitare leggi sgradite sulla tutela dell'ambiente e dei consumatori. Per questo in molti paesi dell'Unione europea c'è una forte opposizione agli accordi, e alcuni parlamenti potrebbero respingerli. Ma non bisogna illudersi che la lotta contro la tutela degli investimenti sia stata vinta una volta per tutte. La Commissione europea, infatti, ha già escogitato una scappatoia: l'istituzione di una corte di giustizia multinazionale per la risoluzione delle controversie con gli investitori. Una vera corte di giustizia sarebbe meglio dei tribunali arbitrali bilaterali che finora hanno giudicato le controversie tra stati e investitori. Ma neanche in questo modo si eliminerebbe il principale problema: per le aziende multinazionali si istituirebbe di nuovo un organo di giustizia speciale, su cui potrebbero facilmente fare pressione. La questione è molto semplice: i paesi europei sono stati di diritto, come gli Stati Uniti e il Canada. I tribunali speciali per le aziende multinazionali sono quindi superflui.