Il Manifesto, 27.5.2017
Il ponte europeo per la nuova sinistra italiana
Berlino . Nicola
Fratoianni (Si) in sintonia con Katja Kipping, leader della Linke, alla
convenction di Diem25 coordinata da Yanis Varoufakis e Srecko Horvat
Di Sebastiano Canetta, Ernesto Milanesi
BERLINO
Uno spazio politico europeo. L'alternativa al sistema di banche, èlite e multinazionali. È il ponte di Berlino della "nuova" sinistra italiana. Nicola Fratoianni, segretario di Si, giovedì pomeriggio con Peppe De Cristofaro e Beppe Caccia ne ha ragionato per un'ora e mezzo con Katja Kipping, leader della Linke, nella storica sede in Rosa Luxemburg Platz. A confronto l'intricata condizione politica del dopo Renzi con «il più grande partito comunista d'Europa» che ha appena raddoppiato i voti nelle elezioni in Nordreno-Vestfalia. Kipping e Fratoianni subito dopo hanno attraversato la piazza e sono saliti sul palco del Volksbühne, il «teatro del popolo» tutto esaurito (ingresso 12 euro) per la convention di Diem25 coordinata da Yanis Varoufakis e Srecko Horvat. «Abbiamo bisogno di coraggio, immaginazione e determinazione. Il progetto europeo è a rischio, la discussione è polarizzata da fascismi regressivi e pericolosi da un lato, e dal populismo di Maastricht dall'altro con le èlite che tentano di rigenerarsi per mantenere i loro insostenibili privilegi», esordisce Fratoianni, «nessuna delle due risposte affronta la disuguaglianza che cresce sempre più in termini di reddito, ricchezza, potere, democrazia e opportunità». Di nuovo in sintonia con Kipping, serve un'alleanza transnazionale capace di raccogliere i fermenti di opposizione sociale sbocciati in Polonia, Croazia e nella stessa Francia. È l'altra Europa visualizzata sullo schermo del teatro berlinese dai contributi video di Ken Loach, Noam Chomsky e del deputato Labour Clive Lewis. Così il segretario di Si conferma la netta scelta di campo: «Per dare prospettiva alla sinistra in Italia bisogna ricostruire una piattaforma che affronti, come giustamente ricorda Yanis, il vero nodo dirimente. Prima di discutere di alleanze contano le proposte politiche e il programma: è proprio ciò che vogliamo fare anche noi in Italia». In platea soprattutto trentenni, gli stessi connessi con Johannes Fehr che coordina il collettivo spontaneo di Berlino o con le altre «sezioni on line» di Diem. Vogliono il New Deal dell'Europa futuribile, la lotta alla povertà pagata dalle tasse alle grandi imprese, l'abolizione delle frontiere non solo all'interno dell'Ue. L'orizzonte dichiarato è il voto nel 2019, rivoluzionando anche la rappresentanza parlamentare. Già fissato il calendario: 27 e 28 maggio a Dublino; il summit alternativo al G20 di Amburgo dal 5 all'8 giugno; il 9 settembre a Bruxelles con «The Real state of the Union». La Linke sposa fino in fondo la linea Diem. «L'unica soluzione alla crisi europea è demolire la politica di Angela Merkel e Wolfgang Schäuble, quella che ha già devastato la Grecia e che non può funzionare nemmeno con Macron» spiega Kipping. Dal palco di Berlino il segretario Si lancia l'iniziativa, proprio in «stile Diem», del 1 giugno a Torino. «Saremo di fronte al megastore Apple, perché non è possibile che incassi miliardi di dollari e paghi in Italia appena lo 0,005% di tasse»