il manifesto 25.5.17
Beni Culturali, la protesta: “Il lavoro va pagato, no allo sfruttamento dei volontari”
Da
Milano a Catania, da Cagliari a Trieste, la mobilitazione della
campagna "Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali". La
protesta contro i bandi del Mibact per il servizio civile e il lavoro
sottopagato dei volontari che suppliscono al blocco del turn over
di Ro. Ci.
Dalla
Soprintendenza di Firenze ai beni terremotati delle marche,
dall’Università del Salento ai ponti romani in abbandono di Padova fino
ai Musei Civici di Rimini, ieri i precari dei beni culturali sfruttati
hanno dato vita a una protesta nazionale contro il lavoro gratuito e il
volontariato usati nella P.A. per supplire al blocco del turn over e
all’allungamento dell’età pensionabile della legge Fornero. La
partecipazione è stata fisica, ai presidi di Lecce, Ravenna, Treviso,
Padova, Milano, e stamattina Roma, e virtuale con centinaia di foto con
cartelli, striscioni e slogan contro lo sfruttamento nei beni culturali
pubblicate sulla pagina facebook «Mi riconosci? Sono un professionista
dei beni culturali». Alla protesta si sono uniti esperti e funzionari
del settore come Rita Paris, direttrice del Parco dell’Appia Antica,
Andrea Camilli, presidente di Assotecnici, Tomaso Monanari, Paolo
Liverani, e gli archeologi del pubblico impiego, il personale delle
soprintendenze e dei musei, i partiti Sinistra Italiana, Possibile e
Rifondazione comunista.
Le richieste sono: investimenti al pari
degli altri paesi europei; eliminare il blocco del turnover; assumere 3
mila funzionari; istituire regole per le professioni dei beni culturali
contro l’uso del volontariato e del lavoro sotto-pagato che
l’amministrazione fa ai danni dei professionisti e degli stessi
volontari. «Mentre Franceschini si vanta di numeri dovuti a un trend
internazionale – sostiene Andrea Incorvaia, attivista della campagna Mi
Riconosci? – il patrimonio marchigiano versa in stato d’abbandono totale
dopo il terremoto, le Soprintendenze tengono aperto solo grazie al
tempo regalato dai funzionari, che lavorano ben oltre l’orario».
«Vogliono forzare a lavorare gratis, con leggi infami come quella che
permette ai musei e alle biblioteche di “assumere” volontari per ruoli
vitali e professionalizzanti» denuncia Daniela Pietrangelo (Mi
Riconosci?).