Il Fatto quotidiano, 23.5.2017
Si ricomincia dal Nazareno-bis
Il nuovo Nazareno porta dritti al voto già il 24 settembre
Renzi pronto al patto con Berlusconi: se Forza Italia dà l'assenso al voto in autunno, dirà sì al sistema tedesco
Di Wanda Marra
Roma
Silvio Berlusconi ci guadagna la quasi certezza di stare in un governo di larghe intese con Forza Italia nella prossima legislatura e Matteo Renzi la possibilità di andare a votare in autunno, possibilmente il 24 settembre, in contemporanea alla Germania. La ragione del Patto del Nazareno bis, quasi 3 anni e mezzo dopo, è tutta qui. E non è poco: per il leader di Forza Italia, che ha ormai chiaro che la Corte di Strasburgo non lo riabiliterà e non gli restituirà l'eleggibilità, significa poter ancora dettare legge nella vita politica italiana, provare a fare l'ago della bilancia, e soprattutto tutelare le sue aziende direttamente dal governo. Per il segretario del Pd vuol dire incassare rapidamente un sistema elettorale che lo proietta nuovamente verso Palazzo Chigi, senza dover sostenere una manovra in piena campagna elettorale, e lo riporta saldamente al potere, prima che qualche nuova figura (politica o tecnica) si metta sulla sua strada. I VANTAGGI per gli eventuali contraenti, insomma, sono chiari. Ma la strada non è così semplice. Anche perché nessuno dei due leader ha la stessa forza del patto prima edizione. E nessuno dei due si fida dell'altro. Il terreno di incontro è la legge elettorale. Silvio Berlusconi si è detto disponibile a trattare per arrivare a un sistema "alla tedesca (ovvero un proporzionale non corretto in senso maggioritario). E pur di incassarlo si è detto favorevole ad andare al voto in autunno. Che Berlusconi voglia il proporzionale non è un segreto per nessuno. Come che la proposta Pd, detta Rosatellum, dal nome di Ettore Rosato (sistema misto, composto da 50 per cento di maggioritario per collegi e 50 per cento di proporzionale) non gli piace affatto: perché favorirebbe molto la Lega, che al Nord potrebbe imporre tutti i suoi candidati nei collegi uninominali. UNA VOLTA messa sul tavolo l'offerta, la palla sta in mano a Renzi e ai suoi uomini. La trattativa, i pour parler sono continui e costanti. Lorenzo Guerini, Andrea Marcucci, Luigi Zanda e lo stesso Rosato per il Pd parlano quotidianamente con i capigruppo FI di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani. Il primo è per il proporzionale, il secondo è sempre stato più possibilista anche rispetto alla proposta del Pd. Renzi è pronto a raccogliere l'offerta, ma per farlo vuole sostanzialmente due garanzie: intanto che la soglia di ingresso per i piccoli sia al 5%, in modo da poter comunque dare un vantaggio ai partiti maggiori. E soprattutto la certezza dell'approvazione della legge (fine luglio) e della data del voto (24 settembre). Perché il segretario del Pd teme che una volta tolta dal tavolo la proposta Rosato (che per le esigenze elettorali del Pd funziona), Berlusconi sarebbe pronto a sfilarsi e a cominciare a temporeggiare. Senza contare che nessuno sa quale sia il controllo dei gruppi parlamentari da parte dell'ex Caimano. Quindi, si procede per gradi e con prudenza. Oggi come testo base verrà approvata comunque la proposta targata Rosato. Ma per andare avanti, la strada la indica lo stesso Renzi in un post Facebook che arriva in serata, alla fine di una giornata in cui le trattative vanno avanti convulse dietro le quinte. "Per tutta la settimana il Pd sarà pronto a incontrare gli altri partiti, nelle forme e nelle delegazioni che siamo pronti a concordare con i singoli schieramenti. E martedì 30, al termine di questo percorso, discuteremo in modo trasparente in Direzione Nazionale della linea da prendere". Insomma, il segretario del Pd incontrerà in questa settimana sia Silvio Berlusconi che Luigi Di Maio: l'obiettivo è quello di inchiodare tutti alle loro responsabilità e alle loro promesse. Come si evince dal ragionamento del post, che parla della "tela di Penelope" della legge elettorale. IL TERMINE degli emendamenti scade venerdì: e nel Pd sono tutti convinti che è per via emendativa che si riesce ad arrivare a qualcosa di simile al sistema tedesco, che può andare bene a tutti. Anche perché le fibrillazioni nel governo ormai sono continue e costanti: tra 10 giorni l'esecutivo rischia di cadere sui voucher in Senato. Sul tedesco l'ok preventivo è arrivato non solo da Forza Italia, ma anche da Mdp e Lega. Da vedere quale posizione assumeranno i Cinque Stelle. Ieri Di Maio è stato dialogante: "Noi abbiamo una posizione di massima apertura partendo dalla legge uscita dalla Consulta". Che prevede un premio di maggioranza alla lista che raggiunga il 40% dei consensi, ma resta un sistema proporzionale se nessuno raggiunge questa soglia. La trattativa, insomma, è tutta su quale tipo di proporzionale sarà. Oggi, per cominciare, c'è il gruppo del Pd. Un passaggio non scontato, perché nel Pd molti, a partire da Andrea Orlando, sono contrari a un proporzionale puro. Ma alla fine la conta si farà in direzione: dove i numeri dell'ex premier sono più che blindati. © RIPRODUZIONE RISERVATA