Il Fatto 27.3.17
Dopo Atene e Napoli, una stazione museo anche nella Capitale
In piazza Syntagma una stratigrafia dei terreni accoglie i viaggiatori. Nel capoluogo campano un tempio
Dopo Atene e Napoli, una stazione museo anche nella Capitale
di Emanuele Greco
“Alle
volte mi basta uno scorcio… un affiorare di luci nella nebbia… per
pensare che partendo di lì metterò insieme pezzo a pezzo la città
perfetta, fatta di frammenti mescolati col resto, di istanti separati da
intervalli… Se ti dico che la città cui tende il mio viaggio è
discontinua nello spazio e nel tempo… tu non devi credere che si possa
smettere di cercarla”.
Niente meglio di queste righe tratte da Le
Città invisibili di Italo Calvino può rendere il senso del nostro
rapporto con la storia e le sue tracce materiali, i monumenti del
sottosuolo, sui quali, quasi sempre inconsapevolmente, posiamo ogni
giorno i nostri piedi. Il rapporto del cittadino con le testimonianze
del suo passato ha mosso la curiosità e stimolato la riflessione in
tutte le epoche storiche. Occupandoci qui di Roma, piace ricordare
Cicerone che loda il più grande erudito del suo tempo, M.Terenzio
Varrone, quando afferma che con le sue ricerche egli ha ricondotto i
Romani in patria, perché essi vivevano nella loro città come stranieri. E
non possiamo fare a meno di citare la celebre lettera di Francesco
Petrarca al Cardinale Giovanni Colonna nella quale il poeta attraversa
tutta la Roma antica, da quella del mito delle cui vicende può solo
immaginare l’ubicazione, fino a quella dei monumenti reali, visibili,
come la Colonna di Traiano o il Mausoleo di Adriano, concludendo con una
frecciata contro i Romani suoi contemporanei: al giorno d’oggi chi è
più ignorante delle cose di Roma dei Romani? (Qui enim hodie magis
ignari rerum romanarum sunt quam romani cives?).
L’operazione da
poco conclusa e consegnata alla fruizione pubblica con l’inaugurazione
della stazione della Metro C a San Giovanni è occasione propizia per
esprimere soddisfazione per i risultati ottenuti dall’équipe coordinata
dalla brava Rossella Rea, responsabile scientifica del progetto. Roma
arriva per ultima a realizzare un museo in una stazione della
metropolitana, dopo le esperienze di Milano o quella grandiosa di Piazza
Sýntagma (ma anche di alcune stazioni minori vicine) ad Atene con la
spettacolare stratigrafia e i reperti nelle vetrine antistanti. E non
dimentichiamo quella che si sta realizzando a Napoli nella stazione di
Piazza Nicola Amore, dove è stato rinvenuto il tempio di età augustea,
santuario nel quale si svolgevano i giochi isolimpici neapolitani. In
attesa di ammirare i risultati di queste nuove esperienze che sono in
corso d’opera, possiamo concordare con il Soprintendente Prosperetti nel
definire quella di San Giovanni una delle più belle stazioni al mondo
di metropolitane nelle quali venga narrata la storia del sito. La
disposizione su tre piani permette di scendere, partendo dall’età
moderna fino alla preistoria. Come avverte la Rea, si è voluto narrare
la storia di quel sito, in sequenza stratigrafica, dall’alto verso il
basso, mettendola in rapporto immediato con la grande storia di Roma,
con quello che sappiamo essere avvenuto nella città nello stesso tempo.
VedreVedremo presto un’analoga sistemazione anche a Piazza Venezia,
dove, sempre con gli scavi del Metro C, è stato portato alla luce un
ennesimo straordinario insieme monumentale dell’Urbe?
di Emanuele Greco