giovedì 11 maggio 2017

Germania: Martin Schulz non convince come
alternativa alla Merkel, è già in trincea.
Il Fatto quotidiano, 10.5.2017
di Mattia Ecchelli


Berlino: il personaggio. La "guerra" elettorale vera non è ancora cominciata, ma il nuovo segretario dei socialdemocratici tedeschi (Spd) ed ex presidente dell'Europarlamento, ha già incassato due sonore sconfitte. Una nelle Amministrative del Saarland e l'altra, domenica, nello Schleswig Holstein: una nella Germania centro-occidentale, l'altra in quella settentrionale. Schulz è il segretario del consenso virtuale, almeno finora. Quello che ha resuscitato il partito nei sondaggi, ma che, a quanto pare, non riesce a convincere gli elettori. E fra pochi giorni la sua credibilità sarà di nuovo in discussione, perché si vota nel suo Land, che è anche il più popoloso del Paese (18 milioni di abitanti), il Nord Reno Westfalia. I l segretario della riscossa si è insediato alla guida di un partito al quale il suo avvento aveva ridato una speranza. L'euforia iniziale, il quasi sorpasso (sempre secondo i sondaggi) nei confronti dell'Unione cristiano-sociale di Angela Merkel rischia di travolgere Schulz, alle prese con le grandi aspirazioni del suo movimento ma anche con la dura realtà decretata dalle urne in questa prima doppia tornata elettorale che anticipa il voto federale. Il partito ha fatto il pieno di tessere, ma non di consensi. Ci sono ragioni locali con le quali si possono spiegare le due sconfitte, ma esiste una tendenza di carattere opposto a quella delineata dalle analisi. Nello Schleswig Holstein, secondo la segretaria socialdemocratica Katarina Barley, ad esempio, il partito avrebbe perso consensi tra le donne per via degli atteggiamenti del governatore uscente. La strategia appare chiara: mettere Schulz al riparo delle critiche, anche se attribuire la bocciatura di Torsten Albig a una intervista sulle ragioni della separazione e a qualche certamente infelice passaggio sulla ex compagna è una linea difensiva fragile. Del resto è anche altrettanto difficile attribuirne le responsabilità a Schulz. Che, almeno in questo momento, non può fare altro che aspettare. E sperare che Hannelore Kraft, la donna forte del Nord Reno Westfalia, porti a casa un risultato accettabile domenica per non trasformarsi nel giro di pochi mesi da uomo della speranza a uomo della delusione. Una speranza che egli stesso ha contribuito ad alimentare e una delusione eventualmente ancora più cocente perché preceduta dalla ritrovata consapevolezza di poter raggiungere un risultato insperato. È il paradosso della sinistra, che anche quando trova le parole giuste non ha più un popolo disposto ad ascoltarle. Ma se l'effetto Schulz non è servito alla Spd, almeno per il momento è servito alla Germania, che sembra aver deciso di prendere le distanze dagli xenofobi della Afd. Il segretario sembra in qualche modo perfino prigioniero di un possibile successo: l'ipotesi di una coalizione rosso-rosso-verde evocata dai "conservatori" è uno dei timori tedeschi. Tanto che la sintesi dell'ambasciata strategica di Schulz agli industriali recita più o meno "non dovete aver paura di me". Ma li deve anche convincere. © RIPRODUZIONE RISERVATA