martedì 23 maggio 2017

Corriere della Sera, 23.5.2017
La critica di Nicola Lagioia:
«Triste l’assenza di Einaudi»
Il direttore punge Mondadori e annuncia
le date del 2018: dal 10 al 14 maggio

Di Alessia Rastelli

Torino, 22.5.2017
Il Salone di Torino chiude con un indiscusso successo l'edizione del trentennale e del riscatto, appena un mese dopo la fiera di Milano, nata dallo strappo dell'Associazione italiana editori. L'appuntamento per l'anno prossimo sarà quindi ancora a maggio, dal 10 al 14, così come annunciato in una gremita conferenza stampa, nella Sala Gialla (la più grande del Lingotto), dal direttore Nicola Lagioia. «Qui c'è una comunità straordinaria, un laboratorio di cultura condivisa», dice. E per il 2018 fa appello ai grandi editori assenti («Vi aspettiamo a braccia aperte, c'è bisogno della vostra competenza»), ma non risparmia le critiche. A partire dal caso del suo editore, Einaudi, con cui ha vinto lo Strega: «È mortificante che un marchio così importante per la città — spiega — abbia dovuto chiedere a Mondadori, senza ottenerlo, il permesso per uno stand (al Lingotto c'era solo un punto vendita, ndr). Amici di Mondadori, aiutateci a fare di questo evento qualcosa di ancora più bello e lasciate che Einaudi sia restituita al Salone». Incalzato, Lagioia ammette che Bollati Boringhieri (a Torino con lo stand) ha avuto dentro Gems vita più facile. E sulle fiere, chiude: «Non ci sono più ragioni perché ce ne siano due ravvicinate». Quanto ai numeri, alle 16 di ieri erano 165.746 i visitatori (25 mila al Salone Off, 140.746 biglietti staccati al Lingotto). Nel 2016 i biglietti erano stati 127.596. Milano ha raccolto 60.796 presenze in fiera, 12.133 in città. La sindaca Chiara Appendino ringrazia «l'équipe che ha lavorato al Salone, gli editori, i torinesi». Il governatore Sergio Chiamparino torna sui grandi gruppi: «Spero che nel 2018 ci siano per un evento nazionale». «Un sogno è realtà. Il Salone senza Torino è impensabile ma Torino senza Salone è più povera», nota Massimo Bray. «Qui è andata benissimo, ma non si esageri. Tempo di Libri è da riparare ma non da buttare», avverte Carlo Gallucci, stand a Rho e Lingotto, favorevole per Milano alla data di novembre, in staffetta con BookCity. © RIPRODUZIONE RISERVATA