domenica 30 aprile 2017

Il Manifesto 30.04.2017
Editoria:La crisi infinita dell'Unità
Oggi non sarà in edicola Ai gazebo senza "Unità".
La Fnsi: gli editori hanno superato ogni limite di Redazione Politica


Sergio Staino, ex direttore dell'Unità. La proprietà ha licenziato il suo successore.
Oggi l'Unità non sarà in edicola, «non sarà ai gazebo dove il popolo del Partito democratico sceglierà il nuovo segretario e non seguirà lo spoglio dei risultati delle primarie», ha annunciato venerdì l'assemblea dei redattori del quotidiano, denunciando l'«ennesima gravissima provocazione» da parte dell'azienda. L'editore Massimo Pessina ha infatti comunicato che il nuovo direttore Marco Bucciantini – ex capo redattore che ha sostituito Sergio Staino, dimessosi in polemica con la redazione – è stato rimosso e che intende proseguire con il piano di 20 licenziamenti (sugli attuali 28 giornalisti). Compito che dovrà eseguire il nuovo direttore, che sarà nominato a breve. Sarebbe il primo caso di licenziamenti collettivi in un quotidiano nazionale. E, riferiva sempre venerdì l'assemblea, l'ad Guido Stefanelli ha comunicato «l'intenzione di corrispondere alle lavoratrici e ai lavoratori una quota dello stipendio di aprile pari al 5% della retribuzione in seguito a un pignoramento». Ieri è intervenuta la Federazione nazionale della stampa: «Gli editori dell'Unità hanno superato ogni limite. L'atteggiamento assunto nei confronti della redazione, alla quale va ribadito il sostegno della Fnsi, è inaccettabile e la decisione dei giornalisti di scioperare rappresenta l'unica reazione possibile all'arroganza della proprietà», ha scritto in una nota il segretario generale Raffaele Lorusso. Aggiungendo: «Ormai non passa giorno senza che vengano annunciate misure pesanti contro la redazione, senza però assumersi la responsabilità di presentare alle rappresentanze sindacali i piani secondo le procedure previste dalla legge e dal contratto nazionale. L'azienda torni sui propri passi se ha a cuore il giornale fondato da Antonio Gramsci e se vuole evitare derive che non farebbero onore alla storia e alla tradizione dell'Unità, di cui dovrà assumersi tutte le responsabilità».