giovedì 8 dicembre 2016

Repubblica 8.12.16
Gianni Cuperlo
“Giusto ricostruire tutto, a cominciare dal Pd”
“Bisogna prendere di petto la sofferenza sociale, basta maggioranze improprie”
“Renzi ha avuto meriti ma ha diviso il suo campo: si vada subito al congresso, serve una alternativa radicale”
intervista di Alessandra Longo

ROMA. Cuperlo, l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia sostiene che c’è un popolo di sinistra che non aspetta altro che la nascita di «un campo aperto progressista», un soggetto politico alla sinistra del Pd. Interessato?
«Sono interessato a ricostruire un centrosinistra di governo che sia unito e competitivo. Penso, come Pisapia, che debba essere un campo largo, civico e alternativo alla destra in tutte le sue espressioni. Per riuscirci non basta solo il Pd ma senza il Pd la sinistra non vince».
Perdoni la cautela. Ma di “cantieri” annunciati è pieno il cimitero. Ci sono altri, a sinistra, che stanno lavorando. A febbraio c’è il congresso di Sinistra Italiana. Sono compagni da coinvolgere oppure il progetto di Pisapia è alternativo?
«Campo aperto vuol dire chiudere la stagione delle maggioranze improprie e prendere di petto sofferenza sociale e bisogni oggi senza voce. Soffro per una sinistra divisa perché so che è anche una sinistra più fragile e lontana dalle persone».
Civati ironizza: Pisapia vuol fare un ponte con Renzi ma Renzi il ponte - quello di Messina - ha già deciso di farlo con Alfano.
«Temo non sia tempo di battute o calembour ma della chiarezza tra noi. Con la destra si deve cercare la condivisione sulle regole ma se vogliamo condurre l’Italia fuori dalla crisi peggiore della nostra vita servono riforme e valori di un nuovo centrosinistra ».
Nel merito come si rapporterebbe questo centrosinistra con le riforme di Renzi, dal Jobs Act alla Buona Scuola? Non vi siete intesi prima perché dovrebbe essere possibile farlo ora?
«Potrei dirle che quelle due riforme io come alcuni altri non le ho votate ma il punto è capire che in quelle scelte c’erano anche elementi vissuti come ingiustizie da chi avremmo dovuto rappresentare. Per questo serve una svolta radicale, di contenuto e di classi dirigenti».
Credete di avere tempo per costruire questo ponte?
«Il tempo non è infinito perché c’è una destra nuova, reazionaria, che incalza e fonda il suo consenso sulla crisi delle democrazie. Ma anche questo dovrebbe spingere tanti a vedere il pericolo e a lavorare per una sinistra diversa».
Renzi è il segretario giusto per “cambiare verso“?
«Lui ha guidato questa stagione. Ha avuto intuizione e coraggio su alcuni temi ma ha anche lacerato il paese e diviso il suo campo. Al congresso servirà una alternativa radicale di impianto e concezione del partito. Sarà una sfida sul vero cambiamento possibile e necessario. Io lavorerò per quello».
Subito congresso Pd o subito elezioni?
«Congresso al più presto. Elezioni appena il Parlamento avrà licenziato le nuove leggi elettorali per Camera e Senato. Nessuno può immaginare di arrivare al 2018 ma mettiamo in sicurezza le istituzioni e le regole della rappresentanza».
Renzi, alla direzione del partito, dice che il confronto interno sarà molto duro. Non è un approccio da sconfitto.
«Serve un confronto vero che colga il buono di questi anni ma senza tacere i limiti e gli errori, compresi quelli che hanno portato alla sconfitta di domenica. Quando una parte così larga del Paese dice che è contro questo Pd la risposta non può essere arroccarsi ma capire dove, quando e perché si è spezzato un legame anche sentimentale, una fiducia che dobbiamo ricostruire. Non sarà facile ma altra via non c’è».