Repubblica 6.12.16
La rete di salvataggio della Costituzione
di Tomaso Montanari
Nonostante
la cortina fumogena politicista, gli italiani hanno capito che si
votava sulla Costituzione: cioè sulle regole, sulle garanzie di tutti. E
il sentimento prevalente, e alla fine risolutivo, è stato il rigetto
verso chi le voleva svuotare chiedendo una delega in bianco.
Paradossalmente il merito è in buona parte del presidente del Consiglio,
che è stato (suo malgrado) un ottimo didatta. Quando ha chiesto agli
italiani: «volete dare più potere e meno controllo a questo governo?»,
egli ha reso comprensibile a tutti una questione teorica attraverso un
esempio terribilmente concreto. E l’impopolarità di chi ormai appare
legato a poteri assai remoti dagli interessi generali ha fatto il resto.
Di
fatto, gli italiani hanno votato a favore di una rappresentanza
parlamentare piena e diretta, del potere delle regioni e dei diritti
delle minoranze politiche: tutte cose assai remote da una cultura
politica di destra.
Solo il cortissimo respiro del gioco politico
italiano spiega perché Forza Italia abbia votato No ad una riforma che
aveva contribuito decisivamente a scrivere: ed è per questo che, su un
piano valoriale, non può rivendicare praticamente niente di questa
vittoria.
A maggior ragione non può farlo la Lega, che il mito
dell’uomo forte lo ospita nel proprio più intimo dna. Questo fortissimo
No, infatti, ferma ogni possibile deriva costituzionale in senso
presidenzialista, rafforza l’equilibrio dei poteri e il ruolo del
Parlamento, riattiva gli anticorpi del sistema contro il cesarismo
populista carissimo alla Destra.
Anche il Movimento 5 Stelle si
trova ora di fronte ad una prova del fuoco: perché se esso cedesse alla
tentazione, già forte ed esplicita, di trarre beneficio dai trucchi
dell’Italicum, tradirebbe radicalmente lo spirito del 4 dicembre. Ed è
evidente che gli italiani non sono disposti ad approvare scorciatoie,
furbizie e giochi di palazzo. Da parte di nessuno.
Mentre esiste
la concreta possibilità di costruire qualcosa di radicalmente nuovo a
sinistra del Partito Democratico, è proprio quest’ultimo a costituire la
vera incognita. Rimarrà il Partito di Renzi (Diamanti), e dunque un
fortino assediato e in declino, o saprà ritrovarsi, proiettandosi in un
futuro tutto da costruire?
Si moltiplicano gli interrogativi, ma
dopo che è caduto il velo che copriva l’estrema fragilità di un leader
cui sembrava non ci fossero alternative, dovremmo essere tutti assai
felici di avere una Costituzione senza amputazioni, trappole e
confusioni. È la nostra rete di salvataggio, e ora davvero nessuno può
permettersi di sabotarla.