venerdì 2 dicembre 2016

Repubblica 2.12.16
Silvia Prodi nipote di Romano e consigliera regionale del Pd
“Zio Romano mi ha un po’ sorpreso comunque io resto per il No”
intervista di Ilaria Venturi

BOLOGNA. Ieri sera ha chiuso la campagna referendaria per il No sul palco a Reggio Emilia con Maurizio Landini. «Fino in fondo, il mio impegno è contro questa riforma», garantisce Silvia Prodi, nipote dell’ex premier, 50 anni, laureata in ingegneria nucleare, consigliera regionale del Pd in terra emiliana.
Come commenta l’outing elettorale di suo zio?
«Sono rimasta lievemente sorpresa, nulla di più. Voglio evitare la personalizzazione che è il male della politica, sto al merito. Io mi esprimo solo sui contenuti della riforma, come dovremmo fare tutti».
Romano Prodi ha reso pubblico il suo Sì per storia personale e per le possibili conseguenze. Un dissidio in famiglia c’è, non ne avete mai parlato?
«Nelle discussioni in famiglia mio zio non ha mai preso posizione, lo ha fatto al rush finale del referendum pubblicamente. Non discuto questa scelta. Io poi non lo sento da molto e ho la mia indipendenza. Questa non è una lite in famiglia, sono posizioni politiche differenti, tutte legittime».
Nel merito quindi lei è sul fronte opposto
«La mia è una causa legata ai contenuti che ho sposato da tempo: questa riforma per me è inapplicabile in un contesto come il nostro Paese va a peggiorare la situazione. Il punto vero, che mi fa stare dalla parte del No, è l’accentramento del potere. In nome dell’efficienza, che poi c’è anche oggi se si vuole, si va a indebolire il sistema democratico. Si toglie potere alle regioni, si mette il governo nelle condizioni di poter intervenire in qualsiasi materia anche non esclusiva, anche contro i governi locali. Infine, ne esce un Senato indebolito, troppo sbilanciato rispetto alla Camera».
Dopo le parole di suo zio le sono venuti dubbi o resta ferma sul No?
«Certamente vado avanti con i miei compagni di viaggio e di sempre: l’Anpi, la Cgil l’Arci, parte del Pd. Ci siamo battuti per mesi contro una propaganda che ha voluto semplificare ciò che non lo è. Chi vincerà? Vedremo, ora sono troppo coinvolta per pensare all’esito delle urne».