sabato 3 dicembre 2016

La Stampa 3.12.16
Bersani e i suoi temono di fare la fine di Bertinotti
“Il governo non cadrà”
di Carlo Bertini


Stanno valutando se passare insieme la serata dello spoglio, i vari Speranza, Stumpo, Zoggia, Gotor ospiti di Guglielmo Epifani, il che la dice lunga sulla solennità del momento: che alla minoranza Pd forse può evocare le notti in cui si aspettava il sorpasso del Pci sulla Dc. Anche l’ultimo atto compiuto da Speranza prima del voto ha un sapore d’altri tempi: all’alba, lo sfidante di Renzi al congresso Pd si presenta ai cancelli della Fca di Melfi al cambio turno a fare volantinaggio per il No. «Abbiamo scelto di stare tra gli operai perché il centrosinistra deve stare in questi luoghi e spesso non c’è», è la rasoiata a Renzi. Agli amici racconta di aver trovato molti operai schierati «dalla nostra parte». Un’altra traccia, che si somma al «seguito che ha il No nelle classi più povere e disagiate con cui siamo entrati più in contatto in questa campagna», racconta Gotor. Fiducioso come molti bersaniani della vittoria finale. Anche se la paura è che alla fine possa spuntarla il Sì «perché negli ultimi giorni la presenza di Renzi in tv è stata impressionante». Ma la paura più sottile e inconfessata è un’altra: esser additati come i nuovi Bertinotti. La sconfitta indebolirebbe Renzi e questo sarebbe positivo, ma non dovrebbe produrre conseguenze catastrofiche per il paese, questa è la linea di Bersani e compagni. Consapevoli che se il No vincesse di poco per un soffio, proprio a loro, ai dissidenti che hanno tradito la linea del partito spaccando la sinistra, i renziani addebiterebbero la caduta del governo e tutto il resto. L’ex segretario dunque prova a frenare il premier. «Se vince il No per me Renzi può anche restare a Palazzo Chigi, magari sarà un po’ acciaccatino». D’Alema fa il magnanimo, dice che gli toccherà difendere Renzi. «Spesso quando le persone così arroganti cadono, quelli che gli stanno intorno per servilismo sono i primi che lo azzannano. Io sono rispettoso di quelli che cadono».