martedì 13 dicembre 2016

Internazionale 8.12.2016   
Non fiction Il fallimento del carcere 
Farhad Khosrokhavar Prisons de France Robert Lafont, 676 pagine, 23,50 euro 
di Giuliano Milani 

La prigione è sempre più presente nelle nostre società. Negli ultimi decenni in Francia, negli Stati Uniti e altrove, il numero di detenuti è nettamente aumentato e con esso la durata delle detenzioni. E i crimini violenti come gli omicidi volontari e gli stupri non sono diminuiti. . il segno che il ruolo sempre più importante che viene dato al carcere per risolvere questioni sociali come la droga o l'immigrazione è un problema politico. Secondo alcuni, addirittura, la crisi dello stato sociale ha prodotto uno stato penale che cerca di eliminare la miseria criminalizzandola. Certamente c'è bisogno di capire cosa sta succedendo nelle prigioni. Quest' inchiesta condotta in quattro carceri francesi ci permette di farlo. Basata su un grande numero di interviste, Prisons de France cerca di fare il punto sulle relazioni tra carcerati e carcerieri, sul modo in cui la prigione ridefinisce al suo interno i gruppi sociali (in primo luogo rovesciando i rapporti di forza tra maggioranze e minoranze rispetto al mondo di fuori), sugli effetti della prigionia sulla mente degli individui. Si tratta di effetti devastanti, la cui gravità è proporzionale alla durata della pena, che raramente erano stati descritti in modo cos. chiaro e che oggi, non c'è da sorprendersi, catalizzano anche i processi di radicalizzazione politica o religiosa.  (gloria) Internazionale 8.12.2016 Biologia Ricordi latenti La memoria potrebbe avere basi più complesse di quelle immaginate finora. Un nuovo studio ha rivelato aspetti sconosciuti della memoria di lavoro, quella che permette di conservare le informazioni per periodi brevi, di pochi secondi. è un tipo di memoria molto diversa da quella a lungo termine, che agisce nell'arco di settimane, mesi o anche anni. I ricercatori hanno scoperto che, a differenza di quanto finora ipotizzato, per la memoria di lavoro non è necessario che i neuroni coinvolti nel mantenimento dell'informazione siano costantemente attivi. In realtà l'attività dei neuroni potrebbe essere necessaria solo quando la persona cerca di richiamare l'informazione concentrando la sua attenzione su di essa. La memoria di lavoro potrebbe quindi funzionare sia tenendo attivi i neuroni sia mantenendoli in uno stato silente. Nello studio, mentre i volontari osservavano degli stimoli visivi, come immagini di volti o parole, i ricercatori misuravano l'attività dei neuroni associata a ogni stimolo. Ai volontari erano anche mostrate coppie di stimoli, con l'istruzione di concentrarsi solo su un elemento. Così si è visto che l'attività neurale per lo stimolo trascurato non era misurabile, ma dopo alcuni secondi i volontari lo ricordavano lo stesso. u Science, Stati Uniti