Il Sole 9.12.16
La festività dell’Immacolata
Il Papa: «Prego per le famiglie che faticano»
Incontro con Raggi. La sindaca: «Tanti progetti da sviluppare insieme»
di Carlo Marroni
Prega
per le persone sofferenti, i bambini sfruttati, le famiglie che fanno
più fatica, le persone senza lavoro. E si stringe ai molti disabili e
malati presenti come ogni anno in prima fila. È la festività
dell’Immacolata e il Pontefice come da tradizione – iniziata
cinquantanove anni fa da Giovanni XXIII – si reca in Piazza di Spagna
per pregare sotto la colonna dedicata al dogma sancito da Pio IX nel
1854. «Non vengo solo, porto con me tutti coloro che il tuo Figlio mi ha
affidato, in questa Città di Roma e nel mondo intero, perché tu li
benedica e li salvi dai pericoli», dice Bergoglio, che sottolinea così
il suo essere vescovo di Roma: «Fa’ che non cediamo allo scoraggiamento,
ma, confidando nel tuo costante aiuto, ci impegniamo a fondo per
rinnovare noi stessi, questa Città e il mondo intero. Prega per noi,
Santa Madre di Dio!».
All’arrivo in Piazza di Spagna, affollata da
ore, è salutato da alti prelati – primo fra tutti il cardinale Vicario,
Agostino Vallini – e poi dalla sindaca Virginia Raggi: all’inizio una
calorosa stretta di mano e alla fine un breve scambio di parole, dalle
quali emerge da parte del Papa un gesto di incoraggiamento alla prima
cittadina della capitale, che dopo non essere stata invitata all’udienza
di fine Giubileo della scorsa settimana, lunedì è stata ricevuta dal
cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin. «Con il Papa è andata
bene, abbiamo scambiato due chiacchiere e siamo tutti molto attenti a
quello che succede in città. Ognuno lavora per il bene comune e ci sono
tanti progetti da sviluppare insieme», ha detto la Raggi alla fine della
cerimonia. Oggi è previsto che sia presente con altri 80 sindaci
europei (per gli italiani anche Giuseppe Sala di Milano e Giusi Nicolini
di Lampedusa) in Vaticano per una conferenza sui rifugiati alla Casina
Pio IV.
La cerimonia dell’8 dicembre in piazza di Spagna specie
negli anni passati ha rappresentato anche una passerella di notabili in
fila per salutare il papa sotto i riflettori e le telecamere, ma con
Francesco questa tradizione si è drasticamente interrotta: ora solo
pochi saluti strettamente istituzionali, a partire dal presidente della
Regione, Nicola Zingaretti, e poi tutto il tempo a disposizione per i
fedeli e le persone sofferenti. Richiamate nella sua preghiera: «Ti
porto, Madre, i bambini, specialmente quelli soli, abbandonati, e che
per questo vengono ingannati e sfruttati. Ti porto, Madre le famiglie,
che mandano avanti la vita e la società con il loro impegno quotidiano e
nascosto; in modo particolare le famiglie che fanno più fatica per
tanti problemi interni ed esterni. Ti porto, Madre, tutti i lavoratori,
uomini e donne, e ti affido soprattutto chi, per necessità, si sforza di
svolgere un lavoro indegno e chi il lavoro l’ha perso o non riesce a
trovarlo». E Francesco chiede di guardare gli altri con rispetto,
gettare via le maschere e cercare il bene dell’altro: «Abbiamo bisogno
del tuo sguardo immacolato per ritrovare la capacità di guardare le
persone e le cose con rispetto e riconoscenza, senza interessi egoistici
o ipocrisie. Abbiamo bisogno del tuo cuore immacolato, per amare in
maniera gratuita, senza secondi fini ma cercando il bene dell’altro, con
semplicità e sincerità, rinunciando a maschere e trucchi. Abbiamo
bisogno delle tue mani immacolate, per accarezzare con tenerezza, per
toccare la carne di Gesù nei fratelli poveri, malati, disprezzati, per
rialzare chi è caduto e sostenere chi vacilla. Abbiamo bisogno dei tuoi
piedi immacolati, per andare incontro a chi non sa fare il primo passo,
per camminare sui sentieri di chi è smarrito, per andare a trovare le
persone sole».
Alla fine è risalito nella sua utilitaria Focus ma,
prima di rientrare in Vaticano, si è recato – come fa sempre in questa
occasione, ma anche prima e dopo ogni viaggio all’estero - alla Basilica
di Santa Maria Maggiore per pregare davanti all’immagine della Salus
Populi Romani.