domenica 4 dicembre 2016

il manifesto 4.12.16
Un Paese accogliente o xenofobo? L’Austria vota il suo presidente
I sondaggi non azzardano previsioni. La sfida tra Van der Bellen e Hofer non sarà una ripetizione del ballottaggio annullato
di Angela Mayr

VIENNA I sondaggi stavolta non hanno voluto azzardare alcuna previsione sull’esito del ballottaggio oggi in Austria, troppo stretto il margine previsto tra i due contraenti. In maggio il candidato dei Verdi Alexander Van der Bellen, «Sascha» per sostenitori e amici, aveva vinto con soli 30mila voti di vantaggio. La ripetizione del voto annullato di maggio, dopo attentati, Brexit e Trump, non sarà solo una ripetizione.
Gli elettori dell’uno o dell’altro campo dell’ultima tornata vengono dati per acquisiti, ma c’è chi nel frattempo è morto e chi ha raggiunto la maggiore età, 45mila giovani in più. Soprattutto c’è un calo del 20% di richiesta delle insidiose schede postali all’interno dell’Austria, stavolta sono intorno alle 600mila, mentre tra gli austriaci all’estero è cresciuta la domanda, certo numericamente meno rilevante: si è raggiunta quota 54mila persone. Ai residenti all’estero sono arrivate in massa email a favore del candidato della destra xenofoba, Norbert Hofer, inviate dalla Fpoe, il Partito della libertà. In tanti, arrabbiatissimi, hanno denunciato alla procura della Repubblica quest’azione che la legge vieta.
Si presume che molti elettori, dopo le irregolarità nelle presidenziali di maggio emerse durante lo spoglio delle schede postali cui ha fatto seguito la farsa delle buste dall’estero con la colla difettosa, abbiano preferito andare fisicamente alle urne. Stavolta per poter vincere l’ex capogruppo dei Verdi dovrebbe guadagnare un numero più alto di voti già nelle urne. Le prime proiezioni ci saranno già alle 5 del pomeriggio a chiusura dei seggi, un risultato provvisorio in serata, quello finale invece è atteso tra lunedì e martedì terminato lo scrutinio delle schede per lettera.
Che paese vincerà? Un Austria dei muri che forma un blocco stretto con Viktor Orbán e gli altri paesi Visegrad dell’est Europa, così come la vuole Norbert Hofer che già tesse intensi rapporti in quella direzione? A suo tempo la Fpoe era stata contraria all’allargamento dell’Unione europea verso est per poi scoprire «che sono i Paesi che fanno una politica giusta contro l’immigrazione e l’islamizzazione». Oppure vincerà un Austria aperta e tollerante, pro Europa, che crede nei valori di eguaglianza e solidarietà, ancorata ai diritti umani com’è quella rappresentata da Alexander Van der Bellen? Tra queste due opzioni contrapposte gli austriaci sceglieranno il loro presidente della repubblica, figura principalmente rappresentativa. In base a un emendamento del 1929 della Costituzione si può interpretare anche diversamente, con un ruolo più forte. Sarà probabilmente il caso di Hofer. Che alla domanda su poteri e competenze del presidente ha annunciato: «Vi meraviglierete delle cose che saranno possibili» suscitando entusiasmi su un fronte, allarme nell’altro. Dal canto suo Van der Bellen ha insistito sul proprio continuismo con il suo predecessore in carica Heinz Fischer, dal ruolo tradizionalmente più debole. Certo il continuismo in questi tempi non va per la maggiore. Sascha, ex professore di economia, 74 anni, con la barba bianca di tre giorni, ha comunque promesso una cosa importante: da presidente non assegnerà alla Fpoe – che nei sondaggi vola – l’incarico di formare il governo. Dai modi da sempre un po’ lenti, le sue pause di riflessione, che una volta lo rendevano popolare, in questa infinita campagna elettorale sono risultate uno svantaggio nei confronti di un Hofer giovane, allenato, con tutti i trucchi della retorica .
I due candidati del ballottaggio di oggi sono entrambi espressione di partiti di opposizione. Con Van der Bellen si è schierato un fronte ampio di personalità, la Spoe dal cancelliere in giù, molti meno esponenti dei popolari (Oevp), sindacati e l’intero mondo della cultura in ogni accezione, personaggi famosi. Hofer della sua mancanza di sostenitori importanti si è fatto un merito di candidato di popolo.
«I brauch di, du brauchst mi», io ho bisogno di te, tu hai bisogno di me, tra gli slogan migliori di Sascha, che nel suo ultimo appello venerdì ha messo in guardia contro il pericolo di «Repubblica azzurra» presidente e futuro cancelliere entrambi della Fpoe.