Il Fatto 8.12.16
Il prossimo Parlamento metta la Carta in sicurezza
di Libertà e Giustizia
In
queste ore – mentre la nazione inizia a pagare i l prezzo del l ’
intreccio tra referendum costituzionale e plebiscito personale
irresponsabilmente operato dal governo Renzi–è convulsa la corsa dei
partiti a intestarsi l’eredità politica della meravigliosa vittoria del
No. Ma Libertà e Giustizia (che per prima, nel 2014, indicò al Paese
la grave diminuzione di democrazia che sarebbe scaturita da questa
pessima riforma) pensa che l’eredità del 4 dicembre sia una sola: un
fortissimo, rinnovato mandato popolare ad attuare la Costituzione. È in
questo spirito che chiediamo a tutte le forze rappresentate in
Parlamento di approvare una legge elettorale coerente con la Carta, che
assicuri la rappresentanza di tutti e l’eguaglianza di ogni voto e che
tenga conto di tutto ciò che la Consulta ha scritto nella sentenza che
ha dichiarato illegittimo il Porcellum. Dovrebbe essere l’ultimo atto
dell’attuale Parlamento e potrebbe essere relativamente veloce: da
compiersi mentre un governo terzo e responsabile garantisca la
correttezza del gioco politico e della futura campagna elettorale. Ai
partiti e ai movimenti che parteciperanno a quella campagna, chiediamo
di impegnarsi a mettere in sicurezza la Costituzione. Il prossimo
Parlamento potrebbe farlo approvando la proposta di revisione
costituzionale che fu ispirata nel 1995 da Leopoldo Elia, e che venne
firmata – tra gli altri – da Giorgio Napolitano, Sergio Mattarella,
Sandra Bonsanti: L’obiettivo era, ed è, quello di aggiornare l’art. 138
rendendo obbligatorio il consenso dei due terzi del Parlamento per
modificare la Carta: un provvedimento che la metterebbe fuori dalla
portata delle maggioranze politiche del momento e impedirebbe che il
Paese si divida come nel 2006 e nel 2016. Diciannove milioni di italiani
hanno votato questo programma politico: difendere e attuare la
Costituzione. È il momento di iniziare a farlo.