venerdì 9 dicembre 2016

Corriere 9.2.16
Trump, un lobbista del petrolio all’Ambiente
Scelto Pruitt che nega i cambiamenti climatici. E al Lavoro un manager dei fast food che taglia i salari
di Giuseppe Sarcina

NEW YORK Il negazionista del climate change? All’agenzia di protezione dell’Ambiente. Il taglia-salari? Al ministero del Lavoro. Donald Trump sceglie altri due estremisti per il governo: Scott Pruitt, 48 anni, Procuratore generale dell’Oklahoma, alla guida dell’Epa («Environmental protection agency»); Andrew Puzder, 66 anni, amministratore delegato della catena di fast food CKe Restaurants, sarà Secretary of Labor.
Pruitt è un politico prestato alla magistratura. Dal suo ufficio di procuratore ha guidato prima una campagna contro l’aborto, poi contro i matrimoni tra omosessuali, fino a trovare, a partire dal 2010, la sua vocazione che ha riassunto con queste parole, pubblicate nel marzo scorso dalla National Review : «Gli scienziati non concordano sul grado e sull’estensione del riscaldamento globale e sul suo collegamento con le azioni dell’uomo». In realtà nella comunità scientifica mondiale praticamente nessuno mette in discussione il nesso tra «le azioni dell’uomo» e i dissesti ambientali. Pruitt, invece, conclude così: «Questo dibattito dovrebbe essere incoraggiato nelle scuole, nelle riunioni pubbliche e nelle aule del Congresso. Dissentire non è un crimine».
Negli ultimi anni Pruitt è stato il portavoce togato della lobby energetica: petrolio e soprattutto gas. Viene dall’Oklahoma, lo Stato dove si è più sviluppato il fracking, una tecnica controversa utilizzata per estrarre idrocarburi, spaccando le rocce nel sottosuolo.
Pruitt è convinto che le norme di protezione ambientale penalizzino in modo ingiustificato le imprese. Ha condotto, quindi una sistematica campagna giuridica, portando le decisioni dell’Epa davanti alla Corte Suprema. Finora ha perso tutte le cause, ma ora Trump rovescia semplicemente lo schema: sarà Pruitt a dettare l’agenda. O meglio l’uomo che fino a ieri si faceva scrivere i ricorsi dai lobbisti del fracking, come la Devon Energy, e che si consulta regolarmente con Harold Hamm, l’amministratore delegato della Continental Energy, società leader nei campi di petrolio dell’Oklahoma.
È interessante notare il gioco degli specchi nella Trump Tower. Solo lunedì 5 dicembre, Al Gore, il vicepresidente all’epoca di Bill Clinton, fervente ambientalista, era stato ricevuto da «The Donald» e aveva poi conversato a lungo con Ivanka Trump, la figlia più presente nella sfera pubblica. Alla fine Gore ha elogiato pubblicamente «l’impegno ecologista di Ivanka». Ma «The Donald» non si è fatto impressionare. Sono altre le sue sponde: una parte di Wall Street, il blocco dell’industria pesante e manifatturiera. Ne hanno preso atto anche i fratelli Koch, i capofila del settore petrolifero americano: hanno avversato il tycoon newyorchese per tutta la campagna elettorale; adesso cominciano a convergere.
La stessa nomina di Puzder al Lavoro risponde a questa logica. È un manager con due idee fisse. Primo: no all’aumento del salario minimo, perché verrebbero danneggiate le piccole imprese. Secondo: l’incremento dei costi per la copertura sanitaria ha innescato la crisi dei fast food, perché i consumatori hanno meno soldi da spendere.