Corriere 9.2.16
Trump, un lobbista del petrolio all’Ambiente
Scelto Pruitt che nega i cambiamenti climatici. E al Lavoro un manager dei fast food che taglia i salari
di Giuseppe Sarcina
NEW
YORK Il negazionista del climate change? All’agenzia di protezione
dell’Ambiente. Il taglia-salari? Al ministero del Lavoro. Donald Trump
sceglie altri due estremisti per il governo: Scott Pruitt, 48 anni,
Procuratore generale dell’Oklahoma, alla guida dell’Epa («Environmental
protection agency»); Andrew Puzder, 66 anni, amministratore delegato
della catena di fast food CKe Restaurants, sarà Secretary of Labor.
Pruitt
è un politico prestato alla magistratura. Dal suo ufficio di
procuratore ha guidato prima una campagna contro l’aborto, poi contro i
matrimoni tra omosessuali, fino a trovare, a partire dal 2010, la sua
vocazione che ha riassunto con queste parole, pubblicate nel marzo
scorso dalla National Review : «Gli scienziati non concordano sul grado e
sull’estensione del riscaldamento globale e sul suo collegamento con le
azioni dell’uomo». In realtà nella comunità scientifica mondiale
praticamente nessuno mette in discussione il nesso tra «le azioni
dell’uomo» e i dissesti ambientali. Pruitt, invece, conclude così:
«Questo dibattito dovrebbe essere incoraggiato nelle scuole, nelle
riunioni pubbliche e nelle aule del Congresso. Dissentire non è un
crimine».
Negli ultimi anni Pruitt è stato il portavoce togato
della lobby energetica: petrolio e soprattutto gas. Viene dall’Oklahoma,
lo Stato dove si è più sviluppato il fracking, una tecnica controversa
utilizzata per estrarre idrocarburi, spaccando le rocce nel sottosuolo.
Pruitt
è convinto che le norme di protezione ambientale penalizzino in modo
ingiustificato le imprese. Ha condotto, quindi una sistematica campagna
giuridica, portando le decisioni dell’Epa davanti alla Corte Suprema.
Finora ha perso tutte le cause, ma ora Trump rovescia semplicemente lo
schema: sarà Pruitt a dettare l’agenda. O meglio l’uomo che fino a ieri
si faceva scrivere i ricorsi dai lobbisti del fracking, come la Devon
Energy, e che si consulta regolarmente con Harold Hamm, l’amministratore
delegato della Continental Energy, società leader nei campi di petrolio
dell’Oklahoma.
È interessante notare il gioco degli specchi nella
Trump Tower. Solo lunedì 5 dicembre, Al Gore, il vicepresidente
all’epoca di Bill Clinton, fervente ambientalista, era stato ricevuto da
«The Donald» e aveva poi conversato a lungo con Ivanka Trump, la figlia
più presente nella sfera pubblica. Alla fine Gore ha elogiato
pubblicamente «l’impegno ecologista di Ivanka». Ma «The Donald» non si è
fatto impressionare. Sono altre le sue sponde: una parte di Wall
Street, il blocco dell’industria pesante e manifatturiera. Ne hanno
preso atto anche i fratelli Koch, i capofila del settore petrolifero
americano: hanno avversato il tycoon newyorchese per tutta la campagna
elettorale; adesso cominciano a convergere.
La stessa nomina di
Puzder al Lavoro risponde a questa logica. È un manager con due idee
fisse. Primo: no all’aumento del salario minimo, perché verrebbero
danneggiate le piccole imprese. Secondo: l’incremento dei costi per la
copertura sanitaria ha innescato la crisi dei fast food, perché i
consumatori hanno meno soldi da spendere.