lunedì 5 dicembre 2016

Corriere 5.12.16
Quelle lacrime del ministro Boschi

ROMA Ad un certo punto, nella notte, a Maria Elena Boschi viene da piangere.
E piange.
Due lacrime scivolano lente sulle sue guance rosa portandosi giù un po’ di rimmel. Piange — sperando di non essere vista — in un tremendo e comprensibile miscuglio di rabbia e delusione, che insieme affondano nell’incredulità.
Ecco, l’incredulità.
Appena due anni fa, negli indici di gradimento, era il ministro più popolare del Paese: madrina di ogni riforma compresa quella più importante, quella della Costituzione, e perciò riverita e temuta, inarrivabile, corteggiatissima. Sarà l’erede di Renzi a Palazzo Chigi, scrissero.
Appena tre giorni fa, più o meno a quest’ora, usciva raggiante dal teatro San Carlo di Napoli fasciata in un abito di seta con spighe turchesi (un filo pacchianotto, va), ma a numerosi osservatori non importò un fico secco del vestito: tutti interpretarono quei suoi sorrisi come la certezza che le cicatrici politiche lasciate dalla vicenda di Banca Etruria fossero in qualche modo rimarginate e la rimonta del Sì fosse ormai compiuta; fu inevitabile quindi supporre che la Boschi avesse sondaggi riservati, sicuri e trionfali.
Non era così.
Adesso, comunque, non si deve sapere di queste lacrime. Ma non è la notte giusta per tenere nascosto un simile segreto. La notizia del pianto di Maria Elena esce dalla sua stanza e arriva ovunque nei corridoi dell’ex Collegio Nazareno, la sede del Partito democratico.
Dove dovete immaginare: luci al neon e facce da camera ardente. La voce di Enrico Mentana che esce dalle tivù e legge i primi tragici exit poll ufficiali. Un minuto dopo, ecco pure la voce di Bruno Vespa, che conferma.
Forbice spaventosa, sconfitta netta.
Lorenzo Guerini, Matteo Orfini e Francesco Bonifazi, tesoriere e reuccio degli aperitivi allo chicchettoso Salotto 42, commentano a bassa voce. Luigi Zanda, che ne ha già viste tante in vita sua, ma certo questa è un po’ speciale, si avvicina a Dario Franceschini, che tra i ministri è stato il primo a comparire. C’è anche Marianna Madia. Anna Ascani avanza in fondo al corridoio barcollando su trampoli neri in giacca color fragola. Luca Lotti la evita come si evita un attaccapanni e va via a passo deciso, le pupille come mosche nervose.
E Matteo? Matteo dov’è?
È in autostrada, sta scendendo da Firenze. Macché: è già a Palazzo Chigi. E tra un po’ terrà una conferenza stampa. Per dire cosa? Per dimettersi? Renziani sgomenti. Filippo Sensi, il portavoce del premier, non muove un muscolo del viso. Poi, come se si fosse ricordato di qualcosa di molto importante, prende il cellulare e inizia ad inviare sms.
È mezzanotte.
No, scusate: ma la Boschi? Coraggio, andate a cercare la Boschi .