giovedì 1 dicembre 2016

Corriere 1.12.16
Scandalo pedofilia in Inghilterra. Tremano anche i vertici del calcio
Venti ex giocatori denunciano i vecchi coach. «Abusi coperti per anni»
di Guido De Carolis

«La più grave crisi nella storia del calcio inglese». Non c’è altro modo se non quello scelto da Greg Clarke, presidente della Football Association, per raccontare le cinque differenti inchieste che la polizia sta conducendo e che hanno portato all’arresto del 62enne Barry Bennell. Il 14 dicembre l’ex allenatore delle giovanili di Crewe Alexandra (quarta divisione), Manchester City e Stoke City, dovrà rispondere di almeno 8 abusi su minori risalenti agli anni 80. Ha scoperchiato il caso la denuncia dell’ex calciatore Andy Woodward che al Guardian ha raccontato le violenze subite tra gli 11 e i 15 anni, quando giocava nelle giovanili del Crewe Alexandra. Dopo tanti anni Woodward ha avuto il coraggio di confessare e un’altra ventina di ex calciatori lo hanno seguito denunciando altri allenatori.
Lo scandalo pedofilia si è presto allargato, investendo anche i vertici della Football Association, accusata già in un reportage del 2005 trasmesso da Channel 4 , di aver tenuto segreto un rapporto in cui si parla di almeno 250 vittime di abusi in vari club inglesi. Secondo il Daily Telegraph, il Chelsea tre anni fa avrebbe pagato il silenzio di un ex ragazzo delle giovanili degli anni 70, abusato dall’ex coach Eddie Heath, ormai deceduto. Il club londinese ha aperto un’inchiesta interna, lo stesso ha fatto la Federcalcio. E anche Derek Bell che giocò con Kevin Keegan nel Newcastle, ha denunciato l’ex tecnico delle giovanili George Ormond, già arrestato per pedofilia.
A traumatizzare il calcio inglese sono però le rivelazioni dei ragazzi del Crewe Alexandra, club rinomato per il suo settore giovanile e che tra gli altri ha lanciato David Platt e Robbie Savage, ex nazionali d’Inghilterra e Galles. Woodward ha raccontato di avere subito abusi da Bennell per anni. «Aveva a casa una slot machine e il biliardo, ero un ragazzino e mi sembrava un sogno. Poi è diventato un incubo pieno di violenze. Avevo paura e non raccontai nulla ai miei». L’orco Bennell non solo abusava del piccolo Andy, ma cominciò una relazione con la giovane sorella 16enne del ragazzo, sposata poi nel 1991 appena maggiorenne. «Andai al matrimonio, ma volevo tagliargli la gola: stare in quella chiesa fu una tortura per me».
Accusato di 45 abusi, nel 1998 Bennell è condannato a 9 anni perché riconosciuto colpevole in 23 casi. Non era la prima volta. Nel 1995 era finito in carcere in Florida per violenza sessuale su una 13enne. Lì la famiglia Woodward aveva capito e la sorella di Andy divorziato. A maggio scorso l’ultima condanna: ancora abusi, su un 12enne stavolta. Era nella sua casa di Milton Keynes e viveva sotto il falso nome di Richard Jones quando l’allenatore pedofilo è stato arrestato per la quarta volta. Venerdì è stato ricoverato in ospedale dopo esser stato trovato incosciente in una stanza d’albergo: si parla di tentato suicidio.