Repubblica Roma 29.11.16
Dal Vaticano all’Anac Virginia va alla guerra
di Stefano Costantini
TUTTI
contro Virginia o Virginia contro tutti? In ogni caso, Virginia va alla
guerra. E non è certo il coraggio a mancarle per affrontare i “poteri
forti”, come direbbe lei. Forti perché si va dalla Santa Sede all’Anti
corruzione e si finisce con la Procura.
Di primo acchito non
sembra, ma in realtà l’avvocata Raggi è una tosta, una combattente,
dentro e fuori del Movimento che l’ha creata ma non digerita dopo che è
diventata sindaca di Roma.
Comunque, l’ultima battaglia, in ordine
di tempo, è quella con il Vaticano, che ieri pare non l’abbia invitata
alla messa di ringraziamento post Giubileo.
Un affronto che segue
di poco la dura presa di posizione proprio di monsignor Rino Fisichella,
che dell’anno Santo è stato il regista: alcuni giorni fa l’alto prelato
aveva ringraziato tutti, dalla Regione alle forze dell’ordine, tranne
il Comune di Roma. E aveva ribadito di non volerlo fare per dei buoni
motivi. Del resto, aveva iniziato la sindaca con gli sgarbi
istituzionali, quando a settembre snobbò l’incontro alla Sala Nervi con i
giovani dell’Azione cattolica, scatenando gli strali delle alte
gerarchie. In quell’occasione fu fotografata al ritorno dal
supermercato, insomma non proprio un impegno istituzionale.
Banale
al confronto il bidone rifilato a Giovanni Malagò, numero 1 del Coni,
nei giorni in cui si decideva per le Olimpiadi del 2024, lasciato
aspettare che Virginia finisce un normale pranzo di lavoro con il suo
staff.
INVECE QUELLO con il governo a guida Renzi, in fondo, è il
più scontato dei duelli. Ciò che colpisce, in questo caso, è lo
strumento scelto per scatenare l’attacco: si tratta della mozione che
stamattina il Consiglio sarà chiamato a votare e che impegna Raggi a
contrastare la riforma con tutti i mezzi. Dicevamo dello strumento, per
non parlare dei toni usati: «Allarme per la deriva autoritaria in atto»,
tanto per gradire. C’è poi il capitolo che oppone la sindaca all’Anac
di Cantone: l’ultimo dei botta e risposta riguarda la nomina di Renato
Marra (jr) da parte di Raffaele Marra (senior), che della sindaca è
uomo-chiave e anche capo del Personale. Il dubbio è che la nomina abbia
favorito il fratellino.
In questi pochi mesi di governo la squadra
della sindaca ha prodotto pochi atti, tanto che la città è allo sbando,
come certificano le classifiche e gli osservatori più neutrali. Ciò che
non difetta invece sono le scaramucce.
Anche con la Procura di
Roma, che completa il cerchio dei “poteri forti”, alla ricerca della
verità sul ruolo dell’assessora Paola Muraro.
Virginia, alla fine, però, i conti li farà con Beppe Grillo. Dopo il referendum, si vedrà.