Repubblica 7.11.16
“Matteo doveva fermare chi urlava di cacciarci”
Roberto Speranza , leader della minoranza Pd: segretario arrogante
Perso Cuperlo? Però abbiamo guadagnato Emiliano
intervista di Giovanna Casadio
ROMA.
«Abbiamo perso Cuperlo ma abbiamo guadagnato Emiliano…». Anche Roberto
Speranza, il pupillo di Bersani, il democratico che si è dimesso da
capogruppo per non votare la fiducia sull’Italicum, mediatore nato, sa
menare fendenti. Mentre Cuperlo trattava nel Pd, lui era già a una
manifestazione per il No con il governatore pugliese. Però dice che a
Cuperlo era stato davvero affidato il mandato a trattare. Ma il
risultato è stato un «foglietto di carta», una cosa che non vale nulla.
Cuperlo «ha sbagliato» ad accettare.
Speranza, che effetto le ha
fatto sentire che alla Leopolda hanno gridato “fuori, fuori” contro di
lei, Bersani e a tutta la minoranza Pd che voterà No al referendum?
«Sono
incazzato. E ancora più determinato a girare l’Italia per rappresentare
e spiegare le ragioni del No al referendum. Ho ricevuto valanghe di
messaggi di compagni che mi dicono “tenete duro”. Il premier doveva
fermarli ».
Renzi qualche ragione ce l’ha, quando dice che Sanders
ha perso e però aiuta Hillary Clinton, mentre voi minoranza vi mettete
di traverso sulla riforma costituzionale.
«Ma cosa c’entra, mica
sono le elezioni politiche. Quando ci saranno, faremo le primarie e
appoggeremo il candidato che vince, chiunque sia».
Il No vi mette fuori dal Pd? Dopo il referendum la scissione sarà inevitabile?
«Non me ne vado neppure con le cannonate dal Pd»..
Però il Pd renziano vi vuole fuori.
«Alla
Leopolda c’era una curva di tifosi che sembra non avere consapevolezza
che Renzi sta guidando l’Italia, non è un derby. Qualsiasi sia l’esito
del referendum io mi impegno a restare nel Pd che però non è il PdR»..
Al grido di “fuori fuori”, vi aspettavate che Renzi vi difendesse?
«Renzi
dovrebbe unire, invece quelle urla sono simbolo dell’arroganza. È lo
spirito di quel “ciaone” al referendum sulle trivelle».
Avete
mandato avanti Cuperlo a trattare sulle modifiche dell’Italicum, ha
ottenuto un documento impegnativo. E voi bersaniani lo avete lasciato
solo con il cerino in mano? Cuperlo è un traditore?
«Non una
parola contro Cuperlo, ma la sua scelta è sbagliata. Il problema non è
Cuperlo, ma questa architettura istituzionale che ci porta al governo
del Capo. L’Italicum c’è, è legge, non sono le buone intenzioni di una
paginetta fumosa a cambiarlo».
Voi volevate che Renzi venisse a Canossa e dicesse che l’Italcum è del tutto sbagliato?
«Ho
sempre pensato che quella legge elettorale fosse un errore e mi dimisi
da capogruppo. Renzi ci ha messo la fiducia e ora sta cincischiando. Se
si vuole fare sul serio si fanno provvedimenti, non documenti. Con
l’Italicum, io voto No».
Non sarà un alibi: mentre Cuperlo trattava lei era a una manifestazione per il No con un altro dem Emiliano.
«Abbiamo
perso Cuperlo, abbiamo guadagnato Emiliano. Ero venerdì, a Foggia con
600 persone per il No: il documento ha poco senso. Quando Renzi ha
voluto fare sul serio sulla legge elettorale ha cacciato i dissidenti
dalle commissioni e messo la fiducia».
Renzi vi accusa di essere nella schiera di quelli che in passato hanno voluto distruggere l’Ulivo di Prodi.
«Nell’Ulivo ho creduto e credo molto. Che le lezioni me le faccia chi amoreggia con Verdini, è fuori dalla grazia di dio».
Seconde lei chi vince?
«Se Renzi continua con questa arroganza, il No».