Repubblica 30.11.16
Perché No
Alessandro Pace
“Il Parlamento va eletto dai cittadini”
Certo che siamo d’accordo con il rafforzamento della parità, il problema è che la riforma non funziona
Alessandro Pace è presidente del Comitato per il No e professore di diritto costituzionale
ROMA.
Professor Alessandro Pace, lei presiede il Comitato per il No alla
riforma Boschi. Se è vero che il superamento del bicameralismo perfetto
trova d’accordo quasi tutti i costituzionalisti, perché invitate a
bocciare questa legge?
«Io sarei favorevole addirittura
all’abolizione del Senato, affidando però dei contropoteri alla Camera.
La verità è che questa è una riforma pasticciata. Se si vuole conservare
un Senato con poteri legislativi, allora deve essere eletto dai
cittadini. È l’articolo 1 della Costituzione a dire che la sovranità
appartiene al popolo. E la volontà dei cittadini si esprime attraverso
il voto».
Ma la scelta di dare una rappresentanza parlamentare
alle istituzioni locali non è in linea con i sistemi bicamerali di altri
Paesi?
«No, solo negli Stati federali, come la Germania e gli
Stati Uniti, il Senato può rappresentare i Land, gli Stati. Se invece
conserva una funzione legislativa continua ad essere organo dello Stato
centrale. È irrazionale voler far fare al Senato due mestieri. Così come
non si può pensare che un sindaco di una grande città possa stare due
giorni a Roma, a palazzo Madama, durante la settimana. Così, in modo
surrettizio, si punta a non far funzionare veramente il Senato. E a
gestire la politica alla Camera, laddove il premier ha il dominio della
maggioranza. Senza contare che per avere un ruolo veramente incisivo nel
rapporto Stato-Regioni dovrebbero far parte del Senato i governatori
non i consiglieri regionali».
Lei vede un rischio per la democrazia nell’eliminazione del voto di fiducia del Senato al governo?
«Non
sono contrario, ma paradossalmente può creare difficoltà, perché nelle
leggi bicamerali il governo potrebbe trovarsi nella condizione di non
riuscire a domare la seconda Camera».
È d’accordo col rafforzamento della parità di genere?
«Ci mancherebbe, non tutto nella riforma è sbagliato. Il problema è che non funziona».