Repubblica 1.11.16
Paolo Ricca, teologo protestante
“Ma ci separa ancora il ministero del Pontefice”
intervista di Paolo Griseri
TORINO.
Paolo Ricca, teologo protestante e tra i massimi esperti in Italia del
pensiero di Lutero, accoglie con soddisfazione il gesto e le
dichiarazioni di Bergoglio. Anche se avverte: «Ci sono ancora passi da
fare sul terreno del reciproco riconoscimento delle Chiese».
Professor
Ricca, il Papa di Roma dice che «la dottrina della giustificazione
esprime l’essenza dell’esistenza umana di fronte a Dio».
Un’affermazione confortante?
«È
sempre bello e positivo quando ci si riconosce reciprocamente. Il
pensiero di Lutero sulla giustificazione è un aspetto importante della
dottrina cristiana. Anche se non è l’unico».
Nel senso che, appianata la divergenza su questo punto, ne restano altre?
«Precisamente. Siamo nel mezzo di un cammino che è ancora da compire completamente» .
Quali sono le divergenze che riguardano il tema del rapporto tra l’uomo e Dio?
«Sul
punto della giustificazione direi che sostanzialmente le principali
differenze sono state superate e che oggi cattolici e protestanti hanno
un punto di vista comune».
Che cosa vi divide ancora?
«Le prese di posizione sull’etica e la concezione del ministero».
Il ministero più controverso è quello del Papa?
«Certamente quello è un punto importante. Il Papa è semplicemente il vescovo di Roma».
Questo, storicamente, è stato un nodo dirimente, uno dei perni della divisione culturale e sociale dell’Europa. Oggi si ricuce?
«Penso
che sia importante in un momento come questo compiere gesti di
riunificazione. Proprio perché quei gesti hanno un significato non solo
religioso, un significato che va al di là in un momento di divisioni».
Qual è il prossimo passo da compiere?
«Penso
che il prossimo punto da sciogliere sia quello del riconoscimento da
parte cattolica delle Chiese riformate come vere e proprie chiese di
Cristo ».
Oggi non è così?
«Oggi c’è un’asimmetria. La chiesa cattolica considera quelle riformate non come delle Chiese ma come semplici comunità».
Se vi considerassero Chiesa dovrebbero rinunciare al primato del vescovo di Roma.
«Questo infatti è un punto delicato. Ma è l’unica strada per superare l’asimmetria e riconoscersi reciprocamente ».