Repubblica 10.11.16
Italia maglia nera penultima in Europa per la crescita e il deficit peggiora
Le previsioni d’autunno di Bruxelles confermano il rallentamento del Pil nonostante la manovra
di Roberto Petrini
Le
misure una tantum preoccupano la Commissione, aumenta la spesa per le
pensioni Moscovici: “Contesto peggiore della primavera Nel vostro Paese
ripresa ancora modesta”
0,9% È la crescita del Pil stimata dalla Ue per l’Italia nel 2017. È più bassa di un decimale di quella del governo
2,2% Il deficit strutturale, al netto dell congiuntura, è più alto di oltre mezzo punto rispetto alle stime di Roma
ROMA.
L’Italia è la penultima nell’Eurozona per la crescita del Pil. Le
«Autumn economic forecast» della Commissione europea confermano che il
nostro paese si trova mestamente in zona «maglia nera» nella classifica
dei Diciannove paesi della moneta unica: il Pil nel 2017 crescerà solo
dello 0,9 per cento (contro il contestato 1 per cento stimato dal
governo nella legge di Bilancio).
Fa peggio solo la Finlandia che
nella posizione di coda si attesta allo 0,8 per cento: meglio di noi il
Portogallo (all’1,2 per cento), naturalmente Germania (1,5 per cento) e
Francia (1,4 per cento). In testa alla classifica il Lussemburgo che
svetta al 3,8 per cento, persino Irlanda e Grecia, dopo le gravissime
crisi finanziarie degli ultimi anni, possono vantare rispettivamente una
crescita del 3,6 per cento e del 2,7 per cento. Continua la ripresa in
Spagna che segna il 2,3 per cento. L’Euroarea, complessivamente, arretra
ma il prossimo anno crescerà comunque dell’1,5 per cento. «La crescita
in Europa continua ma in un contesto peggiore rispetto alla scorsa
primavera, in Italia si rafforza ma resta modesta », ha osservato il
Commissario agli Affari monetari Pierre Moscovici.
Tornando
all’Italia, nonostante lo sforzo della legge di Bilancio con
investimenti, tagli delle tasse per le imprese e stimolo della domanda
con il pacchetto pensioni, la crescita non decolla e sul paese continua a
pendere l’attesa per il giudizio dell’Europa sul budget 2017 previsto
per il 16 novembre.
Ieri, nel presentare i dati, Pierre Moscovici,
ha promesso comprensione per Roma («Capiamo le difficoltà economiche e
sociali dell’Italia sulle quali pesa anche all’incertezza politica
dovuta al referendum », ha detto) indicando che la Commissione terrà
conto in modo «proporzionato » ed «equo» degli eventi eccezionali come
il sisma e i migranti e ha riferito di un «dialogo costruttivo» con
Roma.
Oltre alla limatura del Pil è sui conti pubblici che si
concentra l’attenzione di Bruxelles anche se i toni non sembrano
drammatici: il deficit- Pil sale al 2,4 rispetto al 2,3 del governo e
Moscovici osserva che «si stabilizza» allo stesso livello del 2016.
Anche il debito, che sale al 133,1 per cento del Pil contro la stima del
governo del 132,6 per cento, «dovrebbe stabilizzarsi », dice
conciliante Moscovici richiamando l’effetto positivo del calo dei tassi
d’interesse. La variabile che sembra fuori controllo è invece il deficit
strutturale, quello al netto della congiuntura e valido ai fini del
pareggio di bilancio. Il saldo sale di oltre mezzo punto e il
commissario parla di «marcato peggioramento »: nel 2017 raggiungerà
infatti il 2,2 per cento decisamente superiore alla stima del governo
contenuta del Draft Budgetary Plan del 17 ottobre scorso (1,6 per cento)
e in peggioramento anche rispetto al 2016 che la Commissione corregge
al rialzo all’1,6 per cento (contro l’1,2 italiano). Tra il 2016 e il
2017 c’è dunque un peggioramento del deficit strutturale che invece
stando alle raccomandazioni della Commissione del luglio scorso avrebbe
dovuto migliorare di 0,6 punti percentuali.
Nella scheda-paese
dedicata all’Italia all’interno del Rapporto si segnala l’ulteriore
spesa per pensioni (compensata dalle passate riforme e dall’aumento
modesto degli stipendi pubblici) e la riduzione delle tasse sulle
imprese dovuta al taglio dell’Ires nel 2017. Si punta invece l’indice
sulle misure una tantum di cui si rileva l’elevata presenza nell’ambito
della legge di Bilancio che inevitabilmente aumenta il deficit
strutturale (dato che è al netto della congiuntura ma anche delle misure
one-off).
Sulle una tantum del resto lunedì era già intervenuta,
nel corso delle audizioni parlamentari sulla «Finanziaria », anche la
Banca d’Italia che le aveva valutate in due terzi delle coperture.