La Stampa 9.11.16
Trump, un uragano di rabbia e scontento
di Maurizio Molinari
Il
 popolo della rivolta conquista l’America ed elegge Donald J. Trump alla
 Casa Bianca, scuotendo il mondo. In appena 11 mesi il ceto medio bianco
 flagellato da crisi economica e diseguaglianze sociali ha trovato nel 
tycoon di New York il paladino che prima si è impossessato del partito 
repubblicano e ora ha sconfitto i democratici di Hillary Clinton, 
umiliato l’establishment di Washington, smentito ogni previsione e 
sorpreso il Pianeta.  
È un uragano di scontento che viene dalla 
pancia della nazione-continente ed ha le sue roccaforti negli Stati del 
MidWest che Barack Obama aveva conquistato ma ora cambiano colore. 
Perché milioni di famiglie impoverite, senza speranza di prosperità e 
felicità, hanno deciso di espellere da Washington le dinastie che 
l’hanno governata negli ultimi 30 anni: i Bush e i Clinton. 
La 
vittoria di Trump conferma la vitalità della democrazia americana, 
capace di trasformarsi in continuazione, ma proietta dentro e fuori i 
confini degli Stati Uniti un diluvio di incertezze legate 
all’imprevedibilità del vincitore. Toccherà a Trump spiegare cosa vuole 
fare. Nel frattempo il resto del mondo deve digerire quanto è avvenuto 
nella notte appena trascorsa: il popolo della rivolta bussa alle nostre 
porte.