La Stampa 6.11.16
“Salva le banche, non le persone”
La rabbia del Papa sull’Occidente
Francesco si scaglia contro l’imperialismo economico e il rifiuto dei migranti
di Andrea Tornielli
«C’è
un terrorismo che deriva dal controllo globale del denaro e minaccia
l’intera umanità». È un discorso dirompente quello che Francesco
pronuncia di fronte ai movimenti popolari riuniti in Vaticano.
Un
discorso in cui chiede con forza cambiamenti strutturali. Il Papa parla
della sofferenza «di tante famiglie espulse dalla loro terra per
violenze di ogni genere, folle esiliate» a causa di un sistema economico
ingiusto e «di guerre che non hanno cercato» né hanno creato gli esuli,
«ma piuttosto molti di coloro che si rifiutano di riceverli». Ricorda
che quando fallisce una banca, «immediatamente appaiono somme scandalose
per salvarla», ma per la «bancarotta dell’umanità» rappresentata
dall’emergenza migratoria che trasforma il Mediterraneo in un cimitero
«non c’è quasi una millesima parte» di quel denaro da impiegare per
salvare «quei fratelli che soffrono tanto».
Sono venuti in
migliaia in Vaticano, rappresentanti dei movimenti di base che si
battono per «terra, casa e lavoro per tutti». A loro Bergoglio chiede di
continuare a impegnarsi, al di là degli slogan e senza cadere nella
corruzione - che, spiega, non riguarda solo la politica ma anche le
chiese e le organizzazioni sociali - per «mettere l’economia al servizio
dei popoli», costruire pace e giustizia, difendere il creato. E
contrastare «il colonialismo ideologico globalizzante» che «cerca di
imporre ricette che non rispettano l’identità dei popoli».
«Finché
non si risolveranno i problemi dei poveri - aggiunge Francesco -
rinunciando all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione
finanziaria e aggredendo le cause strutturali della iniquità, non si
risolveranno i problemi del mondo». Il Papa spiega che «tutta la
dottrina sociale della Chiesa e il magistero dei miei predecessori si
ribella contro l’idolo denaro che tiranneggia invece di servire». Già
Pio XI, nel 1931, «prevedeva l’affermarsi di una dittatura economica
globale che chiamò “imperialismo internazionale del denaro”».
«Come
governa il denaro? - si chiede Francesco - Con la frusta della paura,
della disuguaglianza, della violenza economica, sociale, culturale e
militare che genera sempre più violenza». «C’è un terrorismo di base che
deriva dal controllo globale del denaro sulla terra e minaccia l’intera
umanità». Di questo «si alimentano i terrorismi derivati come il
narco-terrorismo, il terrorismo di stato e quello che alcuni
erroneamente chiamano terrorismo etnico o religioso. Nessun popolo,
nessuna religione - ribadisce Bergoglio - è terrorista. È vero, ci sono
piccoli gruppi fondamentalisti da ogni parte. Ma il terrorismo inizia
quando hai cacciato via la meraviglia del creato, l’uomo e la donna, e
hai messo lì il denaro».
E quando questo terrore, che «è stato
seminato nelle periferie», esplode nei centri «con diverse forme di
violenza, persino con attentati odiosi e vili, i cittadini che ancora
conservano alcuni diritti sono tentati dalla falsa sicurezza dei muri
fisici o sociali».
Così la paura «viene alimentata, manipolata».
La paura, «oltre ad essere un buon affare per i mercanti di armi e di
morte, ci destabilizza, ci anestetizza di fronte alla sofferenza degli
altri e ci rende crudeli». Così «si preferisce la guerra alla pace», si
«diffonde la xenofobia» e «guadagnano terreno» proposte «intolleranti».
Questo
terrore va affrontato «con l’amore», lasciandosi toccare dal dramma
degli immigrati e dalla «vergogna» del Mediterraneo trasformato in
cimitero. «Nessuno dovrebbe vedersi costretto a fuggire dalla propria
patria», conclude il Pontefice. «Ma il male è doppio quando, davanti a
quelle terribili circostanze, il migrante si vede gettato nelle grinfie
dei trafficanti di persone per attraversare le frontiere, ed è triplo se
arrivando nella terra in cui si pensava di trovare un futuro migliore,
si viene disprezzati, sfruttati e addirittura schiavizzati».