La Stampa 30.11.16
Ultimi giorni: se si scongela il blocco incerto
di Marcello Sorgi
Il
bavaglio imposto dalla legge agli istituti di sondaggi nelle ultime
settimane di campagna non ha impedito che le rilevazioni su campioni
sempre più raffinati continuino, fornendo motivi di aggiustamento dei
messaggi di propaganda negli ultimi giorni, sempre più decisivi per il
risultato del referendum. Così le tendenze che si allineano sui tavoli
dei due fronti, del “Sì” e del “No”, dicono che il numero di incerti e
indecisi, che ammontava a quasi dodici milioni di elettori al momento
del blocco della pubblicazione dei sondaggi, è sceso drasticamente, e
che tra coloro che si sarebbero decisi a votare il 4 dicembre è più
forte la componente dei cosiddetti indifferenti, quelli cioè che non
avevano manifestato alcun interesse nei confronti delle riforme
costituzionali, anche perché pressati da problemi più concreti, e che
invece si sono resi conto dell’alto valore politico della partita, in
cui si decide, oltre che sulla riforma, anche sul destino del governo
(Grillo, capofila del “No”, non a caso ha ripetuto ieri che, se perde,
Renzi si deve dimettere).
Sarà dunque l’affluenza al voto il primo
dato da tenere d’occhio domenica. Fino a due settimane fa, infatti, gli
osservatori più ottimisti valutavano nel 53 - 55 per cento una
percentuale realistica di votanti, e misuravano nel rifiuto dell’altra
quasi metà di elettori il segno che il referendum non era ancora
riuscito a scaldare i cuori. Adesso, sembra che anche questa apparente
immobilità dell’elettorato ha cominciato a scongelarsi, e gli ultimi tre
giorni di campagna potrebbero davvero creare sorprese sull’effettiva
mobilitazione dei cittadini di fronte a un voto che ai loro occhi ha
acquistato un significato diverso. Renzi, per vincere, ha bisogno di
spostare ancora dalla sua parte dal 3 al 5 per cento di indecisi:
impresa non facile, in giornate in cui la confusione dei messaggi di
propaganda si sta facendo insopportabile e tutti i leader del fronte del
“No” sono impegnati a contendergli le piazze, metropolitane e
mediatiche. Ma da questo punto di vista - sono sempre i sondaggisti a
rilevarlo - il fatto che il premier stia conducendo fino all’ultimo,
praticamente da solo, la campagna potrebbe agevolarlo, se riuscirà a
concludere con un messaggio chiaro ed efficace, rispetto alla
moltitudine, quasi mai concorde, di quelli dei suoi avversari. Tra i
quali, tuttavia, a sorpresa spicca di nuovo Berlusconi: tornato in scena
e in tv, l’ex-Cavaliere ha subito rinnovato il rapporto di fedeltà che
lo zoccolo duro dei suoi elettori mantiene con lui.