giovedì 24 novembre 2016

La Stampa 24.11.16
La duplice missione di Angela
di Mario Nordio

Raccogliendo la sfida di una rinnovata candidatura, Angela Merkel si sente investita di una duplice missione. Sul versante esterno, si presenta come paladina del sistema liberal-democratico, della società aperta e del multilateralismo secondo il modello di un blocco moderato partner naturale della socialdemocrazia in alternativa alle spinte nazionalistiche e protezionistiche attribuite a Donald Trump nonché all’espansionismo egemonista della Russia di Putin. Altro impegno prioritario è quello di tenere insieme l’Unione europea, minacciata da crescenti tendenze centrifughe. Sul versante interno, la cancelliera si vuole garante della continuità e della stabilità del quadro politico nel tentativo di fermare l’avanzata della destra nazional-populista e di scongiurare l’ipotesi di una maggioranza rosso-rosso-verde (Spd, ex comunisti ed ecologisti).
L`annuncio della Merkel è stato accolto a dir poco con scarso entusiasmo quando non con freddezza nei ranghi della sua stessa Unione cristiano democratica e dell’Unione cristiano-sociale bavarese. La difusa opposizione alla sua politica di apertura verso rifugiati e migranti – spintasi l’anno scorso fino alla perdita di controllo dei confini – condiziona sempre il dibattito nella Cdu pur chiamata a serrare le file. È dunque indispensabile per la Merkel recuperare il consenso dello zoccolo duro, disorientato da quella che viene percepita come una «socialdemocratizzazione» del partito. Di qui gli accenti di ritrovata fermezza nella nuova piattaforma programmatica in materia di migrazione, asilo, integrazione e sicurezza.
Una nuova Merkel? Piuttosto un aggiustamento pragmatico da parte di una leader che si è sempre distinta per la flessibilità ed il tenace attendismo. Senza una rinuncia formale ai suoi principi cardine, come l’ostinato rifiuto di fissare un tetto al numero dei rifugiati da accogliere. Dopo 11 anni al timone di una Germania che guida l’Unione europea, il cammino di Angela Merkel – fra Trump, Brexit, populismi e Putin – si preannuncia stretto e irto di ostacoli.