martedì 1 novembre 2016

La Stampa 1.11.16
L’orecchio mozzato di Van Gogh: ”colpa” del fratello, non di Gauguin

La decisione di Vincent Van Gogh di tagliarsi l’orecchio sinistro non fu il risultato finale di una lite con il collega Paul Gauguin: il pittore olandese (1853-1890) decise di automutilarsi dopo aver saputo delle prossime nozze di suo fratello Theo. È quanto sostiene lo storico dell’arte britannico Martin Bailey nel libro Studio of the South: Van Gogh in Provence, in uscita giovedì dall’editore Frances Lincoln. A sostegno della sua tesi, lo studioso cita una serie di lettere di famiglia venute alla luce recentemente e in particolare una di Theo del 21 dicembre 1888, che Vincent ricevette due giorni dopo. Secondo Bailey, Van Gogh era molto affezionato al fratello e la notizia del suo fidanzamento e dell’imminente matrimonio con Johanna Bonder lo gettò nello sconforto più atroce perché aveva paura di rimanere solo e di non poter neppure più contare su un sostegno economico. Diciannove mesi dopo essersi volutamente ferito all’orecchio, Van Gogh si sparò un colpo al petto e morì due giorni dopo, il 29 luglio 1890 a Auvers-sur-Oise, in Francia.