Il Sole 8.11.16
Tribunale di Roma. Coppia di fatto, affido condiviso per il cane
Per il giudice va tutelato l’interesse «spirituale-affettivo» dell’animale
di Francesca Milano
Per
 il Tribunale di Roma anche i cani hanno un’anima e il loro interesse 
«spirituale-affettivo» va tutelato. Nel caso di Spilla, un meticcio di 
nove anni, a tutelarlo ci ha pensato il giudice Antonio Fraioli che ha 
imposto l’affido condiviso ai due proprietari dell’animale, in lotta da 
anni per l’affidamento del cane che avevano adottato durante il loro 
periodo di convivenza. 
«Dal punto di vista del cane - scrive il 
giudice - che è l’unico che conta ai fini della tutela del suo 
interesse, non ha assolutamente alcuna importanza che le parti siano 
state sposate o meno». 
Equiparando - con un paragone forse 
eccessivo - il cane a un figlio il giudice sottolinea che «il suo 
affetto per entrambe (le parti che compongono la coppia, ndr) prescinde 
assolutamente dal regime giuridico che le legava». 
Ecco che, 
quindi, scatta la tutela dell’interesse materiale-spirituale-affettivo 
dell’animale che ha diritto a passare lo stesso tempo con il padrone e 
con la padrona, anche in nome di una «ben nota memoria affettiva dei 
cani». 
Nella sentenza n. 5322 del 15 marzo 2016 il giudice 
richiama due precedenti pronunce (Tribunale di Cremona e Tribunale di 
Foggia) relative all’affido di cani in cause di separazione e ricorda 
che in Parlamento «giace da molti anni» una proposta di legge con la 
quale si vorrebbe introdurre nel Codice civile l’affido degli animali 
familiari in caso di separazione dei coniugi. «La proposta di legge - 
spiega il giudice di Roma - estende la competenza del Tribunale a 
decidere dell’affido dell’animale anche alla cessazione della convivenza
 more uxorio». 
In base a queste considerazioni e a un’istruttoria
 approfondita il giudice ha stabilito che Spilla trascorrerà sei mesi 
con il suo padrone e sei mesi con la sua padrona, in quali dovranno 
pagare al 50% le spese relative a cibo, cure mediche e «quanto altro 
eventualmente necessario al benessere» del cane.
Gli animali hanno
 diritti?
Nei sei mesi in cui una delle due parti non starà con il cane
 potrà comunque «vederlo e tenerlo due giorni la settimana, anche 
continuativi, notte compresa». 
La sentenza arriva quattro anni dopo 
l’avvio della lite e condanna inoltre il proprietario alle spese del 
giudizio di circa 6mila euro. 
 
