Il Sole 1.11.16
Sondaggi e voto anticipato. I numeri più recenti della campagna
Hillary sembra tenere e passa al contrattacco
di Mario Platero
E
allora? Hillary Clinton ce la farà lo stesso fra 7 giorni, quando gli
elettori sceglieranno il nuovo Presidente degli Usa? O lasorpresa
d’ottobre, l’intervento a gamba tesa di venerdì di James Comey e
dell’Fbi consentirà a Donald Trump di ribaltare il tavolo e vincere la
Casa Bianca? Ancora ieri questo era l’interrogativo sulla bocca di
tutti. In effetti le distanze fra i due candidati si sono accorciate, la
sorpresa di ottobre ha avuto il suo impatto, ma Hillary ha ancora oggi
le maggiori probabilità di vincere la Casa Bianca. Il rischio? Entrare
in caduta libera. In pochi giorni Hillary è passata da una probabilità
di vittoria dell’85% al 77,8% e Trump è passato dal 14% al 22,2%. Cosa
succederà se in sei giorni si dovesse arrivare diciamo al 40% per Trump e
al 58% per Hillary? A quel punto le cose diventerebbero davvero
incerte. Ma le carte in movimento, con rinnovata energia ciascuno dei
dei due candidati sta provando a contenere la crisi nel caso di Hillary e
a cavalcarla nel caso di Trump. Per Hillary c’è solo una possibilità:
il contrattacco, su ogni fronte, incluso quello che riguarda possibili
rapporti ancora sconosciuti fra Donald Trump e il Cremlino. All’Fbi
intanto è partita frenetica una corsa contro il tempo per cominciare a
studiare le nuove email: sono solo doppioni o si tratta di materiale
scottante? Che le verifiche finiscano prima dell’8 novembre è quasi
impossibile.
Per il candidato repubblicano invece le cose si
mettono meglio. L’unica possibilità, non più remota, è quella di
risalire la china in stati chiave dove si trova in svantaggio. Per
questo ieri era a Grand Rapids in Michigan. In teoria Hillary ha il
49,1% di preferenze in Michigan contro il 43,8% per Trump. In questa
situazione Hillary ha l’82,1% di probabilità di vincere lo stato e i 16
voti elettorali contro il 17,9% di Donald Trump. Ma basterebbe uno
spostamento minimo nei sondaggi per invertire questa situazione e i 16
grandi elettori del Michigan oggi in conto Hillary passerebbero a Trump.
Anche
sul fronte dei grandi elettori Hillary sembra in testa: oggi dovrebbe
avere una maggioranza di 317 grandi elettori contro i 219 di Donald
Trump e per vincere ne bastano 270. Ma in pochi giorni Hillary ha già
perso 15 voti elettorali. Se ne perdesse altri 30 cosa non impossibile
si tornerebbe nell’incertezza più assoluta. E così ieri Hillary dalla
Kent University in Ohio ha usato la provocazione del senatore Harry Reid
capo (uscente) della minoranza al Senato secondo cui l’Fbi ha prove «di
un rapporto stretto fra Trump e il Cremlino ma non le rivela»
È dunque l’Fbi a tornare al centro dell’equazione.
Ha
fatto bene o male James Comey a diffondere la notizia secondo cui la
sua agenzia aveva trovato nuove email di Hillary Clinton e dunque stave
conducendo un’inchiesta per verificarne l’importanza? La cacofonia di
esperti, ex segretari alla Giustizia è assordante. Molti dicono che
Comey ha fatto il suo dovere. Di certo si è saputo che ha agito contro
il parere del Dipartimento di Giustizia, si è detto che ha abusato dei
suoi poteri e che potrebbe essere a sua volta perseguibile per aver
violato il Hatch Act sulle “turbative elettorali”.
Ma il grande
pubblico non segue questi dettagli vuole le risposte. E risposte sulle
email prima dell’8 novembre le avremo difficilmente anche se da ieri con
grande rapidità si è cominciato a passare al vaglio decine di migliaia
di email. Ma a conferma che per Trump potrebbe essere ormai troppo tardi
sfruttare l’assist dall’Fbi abbiamo avuto alcuni dati preliminari del
voto anticipato. In Florida ad esempio il 20% della popolazione ha già
depositato la scheda elettorale e sembra che Hillary sia comodamente in
vantaggio su Trump. Complessivamente 22,5 milioni di americani hanno già
votato e in generale Hillary sembra aver fatto meglio. E quei voti non
saranno ricontati o rimessi in ballo per una sorpresa in arrivo dall’Fbi
.